Graduatorie stracariche. Oltre il danno la beffa. Una beffa da pagare a caro prezzo per i prossimi due anni e forse più.
Data: Giovedì, 30 agosto 2007 ore 19:24:59 CEST
Argomento: Rassegna stampa


30.08.2007. Che la graduatoria di Catania quest’anno rischiasse di essere stracarica era prevedibile. Quello che forse molti non avevano previsto era che per molte classi di concorso lo scorrimento e il numero delle assegnazioni si fermassero a un livello ridicolmente basso rispetto alle aspettative. Il danno sta nelle speranze che, ad esempio, molti della classe di concorso 51/A - italiano e latino nei licei - avevano riposto in una graduatoria dichiarata effettivamente esaurita durante lo scorso anno: ovvero tutti gli iscritti avevano trovato occupazione, almeno per un anno, accumulando punteggio e sbarcando il lunario.

Il danno - a monte - sta nel nuovo regolamento ministeriale che, dal prossimo anno, dichiara battaglia ai trasferimenti: insomma ogni precario che faccia richiesta di trasferimento in altra provincia può ottenerlo a condizione di essere posizionato in fondo alla graduatoria, perdendo il punteggio accumulato e ricominciando da capo. La conseguenza era prevedibile, ma probabilmente non fino a questo punto. I rientri, in extremis, dalle province del nord hanno congestionato non solo la graduatoria della classe 51, ma anche altre, e quella degli insegnanti di sostegno. Le storie dei neo-abilitati Sissis e quelle di decine e decine di precari che avevano trovato impiego - giunti a questo punto - si assomigliano tutte e somigliano all’inizio di un’odissea annunciata, in cerca di punteggio e soldi. E’ vero che quest’anno si è registrato un buon numero di immissioni in ruolo, ma è anche è vero che la politica dei tagli all’organico ha continuato a essere perseguita dal Ministero, nonostante le denunce. Il destino dei precari, è appeso a un filo, legato alle richieste di maternità, ai vincitori di dottorato o più cinicamente - ma sarebbe ipocrita non dirlo - ai decessi, visto che del preannunciato maxi-pensionamento non si vede neanche l’ombra.

Si è parlato dei danni. La beffa è uno schiaffo metaforico sferrato ai precari che si vedono sottrarre anche le briciole: gli spezzoni di cattedra, necessari per la scalata in graduatoria e attualmente rischiosamente appannaggio dei docenti di ruolo.

La beffa è anche la raccolta-punti, che alimenta quel sottobosco economico che si fonda sul conseguimento di Master on-line o di seconde lauree utili a scavalcare i colleghi meno abbienti: coloro insomma che non potranno mai permettersi altre tasse dopo aver già conseguito una laurea e un’abilitazione.

A. B. (da www.lasicilia.it)







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