30.08.2007. Inascoltate le proteste: non accorpati gli «spezzoni» di cattedra e attribuiti ai docenti di ruolo.
Alla fine ad andarci di mezzo sono
stati ancora una volta loro: i precari. Si
è concluso in una bolla di sapone l’annunciato
blocco delle nomine che doveva
svolgersi nella mattinata di ieri
presso l’Istituto Comprensivo "Petrarca",
scuola polo delle assegnazioni
degli incarichi a tempo determinato
dei docenti della provincia di Catania.
Niente di fatto e soprattutto niente
o ben poco da fare, per stessa affermazione
del preside Gagliano - accusato
fino a ieri di aver avallato una procedura
di nomina illecita - e anche dei
sindacati, che lamentano una scarsa
collaborazione e un errato funzionamento
dei settori dell’Ufficio scolastico
provinciale. Il cavillo è uno solo e
riguarda l’assegnazione degli spezzoni
di cattedre inferiori alle sette ore. Il
regolamento individua, infatti, come
destinatari privilegiati delle ulteriori
ore di supplenza, gli insegnanti già di
ruolo all’interno delle scuole interessate:
un’ingiustizia che coincide con
dei presunti risparmi economici dettati
dalle esigenze del Ministero dell’economia.
«In realtà l’errore sta a monte - denunciano
due rappresentanti di Flc
Cgil e della Cisl Scuola - Era necessario
che il Provveditorato accorpasse i piccoli
spezzoni per creare monti ore più
consistenti da assegnare ai precari».
Adesso il rischio è che queste briciole
- utili se non da un punto di vista economico,
necessarie per l’accumulo di
punteggio - vadano legalmente appannaggio
dei docenti già di ruolo,
aventi cioè un regolare e indeterminato
incarico di 18 ore settimanali.
Il preside Gagliano, alla minaccia
di blocco e alla denuncia di scorrettezze
non ci sta e continua imperterrito
ad attaccare i sindacati: «Dinanzi a
una simile assurdità bisognava reagire
con uno sciopero generale e invece
i sindacati si sono venduti alle lobby
dei professori di ruolo che si contendono
le ore di supplenza eccedenti». I
sindacati si difendono affermando di
essersi opposti alla legge, ma il vero
problema è uno e uno solo. E’ strutturale,
ovvero di ordine economico. Il
ministero si occupa semplicemente
di far quadrare i bilanci e consegna a
ogni scuola - entro l’ottica dell’autonomia
naturalmente - un determinato
budget con il quale i presidi devono
far fronte alle spese per eventuali supplenti
e ai disagi quotidiani, di ordine
logistico e materiale. Quando finisce il
budget, finiscono anche gli incarichi a
tempo determinato, mentre i docenti
di ruolo continuano a esser pagati
regolarmente dal ministero.
«I sindacati saranno, come sempre,
a fianco dei lavoratori, ma a questo
punto non resta che appellarsi all’etica
dei docenti di ruolo che, solidalmente
con i precari, dovrebbero impegnarsi
a rinunciare agli spezzoni
accontentandosi delle 18 ore».
Si tratta dell’ennesima battaglia
persa in partenza, affidata alla coscienza
di ognuno e al buon senso dei
presidi invitati, anche da una nota ministeriale,
a "privilegiare" i precari per
l’assegnazione degli spezzoni.
ALESSANDRA BELFIORE (da www.lasicilia.it)