29.08.2007. Quasi tutti hanno chinato la testa, ma alcuni di loro, proprio oggi, ultimo giorno
delle nomine dei precari, hanno deciso di dare battaglia convinti che sia stata
violata, a loro danno, l’applicazione della legge. E’ vero, dicono, che il regolamento
delle supplenze prevede che gli spezzoni di cattedra da sei ore in giù vadano
attribuiti agli insegnanti di ruolo, nell’ottica di un maggiore risparmio, ma
la successiva nota ministeriale del 7 agosto ne modifica il contenuto prevedendo
che gli spezzoni di cattedra fino a sei ore vadano accorpati e assegnati come
supplenza ai precari. Ora, poiché questo non è stato fatto, privilegiando i docenti
di ruolo a danno dei precari, tutta la procedura è scorretta e illecita e va bloccata.
Sono intenzionati a farlo oggi, anche se
a nomine quasi concluse. Un’interpretazione,
dicono, avallata anche dal provveditorato
che delle nomine si è occupato fino al 31 luglio
per poi passare la mano alla «scuola polo
», la Petrarca. L’errore interpretativo, dunque,
sarebbe da attribuire al preside della
scuola cui compete la procedura.
Ma il preside Santo Gagliano non ci sta:
contesta l’interpretazione che danno alla norma,
attacca i sindacati e dice ai precari sul
piede di guerra che non consentirà il blocco
delle nomine, pur condividendo le ragioni
della loro protesta. Il regolamento sulle supplenze - sostiene - è chiaro: vieta
esplicitamente l’accorpamento degli spezzoni di cattedra e dice che questi
vanno offerti prima agli insegnanti di ruolo. «Una norma che tutela chi vuole più
soldi, i docenti di ruolo, a danno dei più deboli, i precari. Ma sono stati i sindacati
ad accettarla, scegliendo di stare con i più forti. Una scelta, una disfatta, che
ora cercano di scaricare su altri. Una norma che reputo ingiusta. E non sono il solo tant’è che la viceministro Bastico, dei Ds, ha sollecitato e ottenuto dal ministro
una nota che non contraddice il regolamento, ma dà una chance ai precari assegnando
ai presidi, e sostenendo che è opportuno farlo, il compito di fare l’accorpamento
per completare l’orario dei precari. Una nota che, giuridicamente, è di
livello inferiore al regolamento, pertanto i presidi hanno discrezionalità di seguirla
o meno. E’ pesante, è grave, ma è così. E la responsabilità è dei sindacati che
hanno accettato il regolamento».
Di qui la posizione sulla protesta dei precari. «La nomina è un atto unilaterale
della pubblica amministrazione, non è un atto assembleare, non è negoziabile.
Non condivido la scelta fatta dal ministero, ma è legge e la legge si rispetta, anche
quando non si condivide. Sono pronto al confronto politico, non a subire un
blocco. Le norme si contestano con i ricorsi, se ce ne sono i presupposti. E dei futuri
docenti dovrebbero saperlo».
PINELLA LEOCATA
(da www.lasicilia.it)
«Lo scandalo degli spezzoni»
Nel 2006 gli spezzoni di cattedra inferiori alle sette
ore sono stati giustamente assegnati agli insegnanti
precari, dopo che varie sentenze di Tar e
Cassazione avevano stabilito rispettivamente che
tali spezzoni erano di competenza delle graduatorie
permanenti e che assegnarli agli insegnanti di
ruolo aveva determinato un aggravio per le casse
dello Stato in alcun modo giustificabile. I precari si
chiedono oggi per quale ragione si sia tornati indietro
su questa questione e rilevano come né il
ministro né altri abbiano sentito la necessità di dare
spiegazioni sul perché non si sia seguita la procedura
dello scorso anno che, una volta tanto, era
stata trasparente, pulita ed eticamente orientata al
buon senso, permettendo ai precari di lavorare e
alle casse dello Stato di risparmiare. Oggi questo
passo indietro costituisce una vera e propria vergogna,
sia perché andrà a ledere il diritto dei precari
al completamento dell’orario di cattedra sancito
dal contratto di lavoro, sia perché favorirà
manovre poco chiare e un mercato delle ore il cui
risultato sarà in molti casi, la perdita di intere cattedre
per i precari. Il ministro ci deve spiegare come
sarà salvaguardato il diritto dei precari al completamento
dell’orario e che cosa risponderà a
tutti quei docenti che quest’anno, grazie a tale
operazione, non avranno la cattedra; non quella di
ruolo, ma quella che permette loro di vivere fino a
giugno. E, ancora una volta sbandierare le immissioni
in ruolo servirà a coprire lo scandalo delle ingiustizie
e delle incongruenze cui sono sottoposti
tutti i precari della scuola.
PROF. IGNAZIO DI RAIMONDO
(da www.lasicilia.it)