ROMA. 28.08.2007. L’Antitrust ha affidato alla Guardia di finanza
il compito di svolgere un’indagine nelle librerie
di otto città campione sul fenomeno del
caro-libri. L’indagine si svolgerà a Roma, Milano,
Torino, Verona, Bologna, Napoli, Bari e Palermo.
La decisione del’Antitrust ha dei precedenti.
Nel 1997 fu avviata un’istruttoria nei confronti
dell’Associazione degli editori e nel 2001 ci fu
una segnalazione al Parlamento. L’indagine della
Guardia di finanza sarà destinata ad accertare
l’andamento dei prezzi dei libri scolastici, sulla
base di tre testi fondamentali utilizzati nelle
scuole superiori delle otto città. Sarà un’indagine
rapida, perché i risultati saranno discussi il 6
settembre prossimo dal collegio dell’Antitrust
che deciderà anche sulle misure da adottare.
L’Antitrust vigila sulla concorrenza, quindi la
sua attenzione sarà rivolta a scoprire se l’aumento
dei prezzi è dovuto ad accordi tra gli editori
per limitare la concorrenza, o ad altri fattori.
L’iniziativa è una risposta alle proteste dei
consumatori, i quali avevano segnalato un aumento
dei prezzi dei libri del 5%, corrispondente
a un aggravio di 320 euro per figlio studente.
Va detto, per amore di verità, che ogni anno,
con la ripresa scolastica, le famiglie lanciano un
grido di dolore contro il caro-libri. Eppure, una
indagine sui consumi giovanili potrebbe agevolmente
dimostrare che i ragazzi spendono
molto di più per i telefonini, i dischi musicali, gli
spettacoli, ecc.
Comunque, i libri sono sotto tiro. Lo stesso ministro
della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni,
ha annunciato che, dal prossimo anno, saranno
fissati tetti di spesa per i libri scolastici delle
scuole secondarie di secondo grado, per tutti i
713 diversi indirizzi del nostro ordinamento.
Con l’occasione, il ministro ha informato che il
70% delle scuole medie avrebbe rispettato i tetti
di spesa dei testi scolastici, in base alle norme
in vigore. «Quello dei tetti per le superiori - ha
aggiunto il ministro - è un lavoro lungo e complesso.
Sarà uno strumento efficace ed efficiente
se sarà fugato ogni dubbio su un possibile aumento
improprio dei prezzi o su eventuali turbative
del mercato sul costo dei libri».
I consumatori chiedono di più. Gli studenti
della scuola dell’obbligo non dovrebbero pagare
i testi scolastici per l’intero ciclo, sull’esempio di
quanto avviene nei Paesi più avanzati, come
Gran Bretagna, Francia e Germania. Ma è già
possibile acquistare libri scolastici usati con un
risparmio del 50%, anzi c’è un fiorente mercato
dell’usato.
Ci sono poi iniziative regionali a sostegno degli
studi. La Regione Sicilia ha bandito concorsi
per il conferimento di posti gratuiti di studio per
l’anno scolastico 2007-2008.
Infine, bisogna evitare che la campagna allarmistica
contro il caro-libri induca gli studenti disonesti
a fotocopiare i testi. Non è solo un danno
per gli editori, ma un reato.
PAOLO R. ANDREOLI (da www.lasicilia.it)