Libri di testo, occhio alla seconda mano
Data: Lunedì, 27 agosto 2007 ore 20:50:55 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Meno male che c’è sempre qualche sito internet che si incarica di alleviare le sofferenze pecuniarie delle famiglie degli studenti contro la scalata dei prezzi dei libri di scuola, dando nel dettaglio i luoghi delle città italiane dove è possibile comprarli di seconda mano che con un po’ di fortuna si possono trovare pure in buone condizioni. Certamente bisogna cercare bene e bisogna pure fare attenzione perché talvolta può anche capitare di prendere libri inutili o superati o diluiti da una decina di fogli che fanno saltare la più recente impaginazione: la cosiddetta nuova edizione per rompere le uova nel paniere dell’usato e pure delle famiglie.

Ma di fronte al famoso caro-libri vale la pena di tentare. L’associazione dei consumatori parla di un aumento medio dell’11% rispetto all’anno scorso ma loro conteggiano pure le attrezzature necessarie per affrontare le avventure scolastiche, mentre poco si parla di comodato d’uso come avviene in molte parti d’Europa dove fra l’altro si comprano molti più libri di quanto accada da noi: chissà perché?

Le poste italiane invece, per mitigare le attese nelle librerie che si sovraffollano solo in coincidenza con l’apertura delle scuole, mettono a disposizione la loro professionalità per recapitare i libri direttamente a casa. Un anticipo per confermare l’ordine, l’indicazione dell’Istituto e della classe e Posteshop porterà sul tavolo di studio gli incunaboli richiesti.

Certamente occorre molta fede per credere al dogma dell’effettiva consegna, ma i miracoli talvolta accadono. Il ministero tuttavia, piuttosto che dare buoni-acquisto, potrebbe invitare le scuole a comprarli e darli su cauzione agli alunni in modo che, a conclusione dell’anno, ciascuno dei contraenti venga in possesso del proprio, rimettendo in moto la macchina. Una sorta di leasing fra l’istituzione e il cittadino o un patto fra gentiluomini. Invece annualmente si ricicla sempre la stessa notizia: allarme per l’aumento del costo dei libri e con lo stesso tono di come fosse la prima volta.

Intanto le spese del ministero lievitano anche se propone alle scuole di tenere d’occhio i superamenti del tetto fissato, seppure con l’aggiunta del 10% per l’imponderabile.

Se tuttavia anche l’imponderabile superasse perfino l’inatteso allora tutte le responsabilità vengono scaricate agli organi collegiali: ma autonomia non è anche questo? E autonomia è anche addossare ai professori il compito di dotarsi di un pallottoliere per fare i conti tra i soldi stanziati, l’aumento del 10%, i libri già in uso, gli allegati e le proposte che talvolta i nuovi docenti avanzano. Pure da qui l’invito del Codancons allo sciopero librario o ad acquistare edizioni economiche, dando sempre addosso ai professori conniventi con le case editrici e poco accorti nella verificare i prezzi che il ministero stabilisce tanto da avvertire le famiglie che «se i tetti di spesa vengono violati dalla scuola devono essere segnalati al ministero dell’Istruzione, al Provveditorato agli studi e al Codacons» i quali sapranno come comportarsi. Con ogni probabilità a farne le spese potrebbero essere i presidi ma è sempre tutto da dimostrare perché nella libertà di insegnamento si presume pure ci sia il manuale adatto con la naturale inclinazione del docente.

Una pennellata alle organizzazioni dei consumatori per sviare il vero problema: le case editrici vivono soprattutto di testi scolastici e dietro ci sono tanti rappresentanti col compito di promuovere i loro datore di lavoro. Ma c’è pure la scarsa cultura di limitare l’uso dei manuali quando il docente sa il fatto suo, cosicché tra appunti e fotocopie, buone spiegazioni e attrezzature didattiche adeguate il problema si risolve anche meglio. Forse che Platone tra i viali di Apollo Licio usava aggiornatissimi e illustratissimi libri per fare il suo lavoro?

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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