Siamo un gruppo di insegnanti
precari della scuola primaria della provincia di
Enna.
Ci
permettiamo di scriverle perché siamo stanchi di sentire
BELLE PAROLE e
BELLE PROMESSE sulla
nostra condizione lavorativa.
Dal momento in cui lei è stato
nominato Ministro, abbiamo riposto tanta speranza nelle sue parole che
mostravano tanta buona volontà di operare a nostro favore, ma oggi ci
accorgiamo che dei buoni propositi non è rimasto molto.
Un
esempio.
Nella nostra provincia sono stati immessi in
ruolo
26
insegnanti di scuola primaria(13 dal concorso e 13 dalle graduatorie ad
esaurimento); altri
4
sono stati IMMESSI IN RUOLO pur avendolo già .
E’ proprio
vero!
Perché come Lei ben sa, chi
aveva già il ruolo ha avuto la possibilità di essere inserito nelle
graduatorie ad esaurimento che, a suo dire, avrebbero dovuto risolvere
il problema del
PRECARIATO.
Ma
noi ci chiediamo:
come
mai chi ha scelto un’altra provincia per essere immesso in ruolo ha la
possibilità di tornare nella provincia di residenza attraverso
l’assegnazione provvisoria (nella propria o in altra classe di
concorso), l’utilizzazione, il trasferimento(ove sia possibile) ed
oggi, attraverso la nuova normativa voluta fortemente da Lei e dal suo
governo, anche per mezzo dell’inserimento nelle GaE che avrebbero
dovuto essere riservate solo ai docenti PRECARI? Ci
teniamo a dire che ci sentiamo
UMILIATI
nella nostra dignità di insegnanti che ormai da anni lavorano con lo
stesso impegno dei colleghi già di ruolo ( i quali
VOLONTARIAMENTE
hanno scelto di presentare istanza in provincia diversa da quella di
appartenenza ) e che non vediamo nessuna possibilità
immediata di essere assunti a tempo indeterminato perché
scalzati via dai nostri stessi colleghi.
Tra l’altro,
vorremmo ricordarle che molti di loro sono stati immessi in ruolo
grazie ad una
LEGGE
piovuta improvvisamente dal cielo che ha introdotto la
doppia
valutazione per il servizio prestato in comuni di
montagna.
Noi abbiamo
SUBITO
questa
LEGGE
e ci siamo adeguati rinunciando all’incarico annuale in
Comune NON di MONTAGNA per 4 anni; abbiamo sommato giorno dopo giorno
il servizio per raggiungere i 166 gg che ci
avrebbero consentito di avere non 12 ,ma 24 punti. E tutto ciò con
perdita di serenità ,denaro e dignità professionale.
Le
ricordo che il TAR LAZIO aveva ridato giustizia a noi poveri insegnanti
di montagna, ma il ministero da Lei guidato ha proposto il ricorso in
appello contro l’ordinanza che dava ragione a noi ricorrenti .
Tutto
ciò NON RIENTRA NELLA PAROLA GIUSTIZIA, perché di giusto non c’è nulla
in quanto alcuni nostri colleghi che hanno PRESTATO servizio
di MONTAGNA SONO PASSATI DI RUOLO grazie ai 24 punti per ogni
anno di servizio, mentre noi, POVERI PRECARI, che abbiamo
RISPETTATO una legge sbagliata che non ci saremmo mai sognati di
chiedere, abbiamo perso i punti accumulati alla stessa
stregua dei nostri colleghi e con i sacrifici di cui si è parlato prima
.
OGGI ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano e sa
perché, Gentile Ministro?
Perché nella nostra provincia non
è rimasto nemmeno un posto di scuola primaria da attribuire ad
incarico. Ebbene sì, proprio ora che per fortuna non ci sarà da
rincorrere la doppia valutazione, noi dovremo accumulare ancora una
volta il servizio con le supplenze brevi e saltuarie pur essendo in
posizione utile all’incarico. Cosa ci resta da fare?
Vorremmo
saperlo da Lei, Signor Ministro!Cosa farebbe
lei nella nostra condizione?
E’ giusto dare a chi è di ruolo
tante opportunità e a noi, POVERI PRECARI, nessuna?
Non
abbiamo, secondo Lei, uguale dignità?
Ci
sentiamo umiliati e maltrattati pur avendo tanta voglia di lavorare.
Esiste
una GIUSTIZIA GIUSTA E UGUALE PER TUTTI?
Crediamo proprio
di no!
Desidereremmo che Lei si mettesse nei
nostri panni andando un po’ più in fondo alla questione, trovando una
soluzione giusta.
Quando Lei è stato nominato ministro ha
affermato che avrebbe “
RIDATO
DIGNITA’AL CORPO INSEGNANTE”: vorremmo sapere se
con la parola “DIGNITA’” noi e Lei intendiamo la stessa cosa.
Confidiamo
in una sua risposta ESAUSTIVA E RISOLUTIVA.
Grazie
per l’attenzione.