RIMINI. Si chiude con uno sguardo sul mondo
della scuola la XXVII edizione del Meeting di Rimini,
la Kermesse ciellina che quest’anno ha
avuto come protagonista l’economia. Ieri è stata
la volta del ministro dell’Istruzione, Fioroni,
intervenuto insieme con il commissario Ue all’Istruzione,
Figel.
Inevitabile, nel confronto
con il popolo di Cl, affrontare il
tema della scuola paritaria. I ciellini, che da anni si battono
per l’equiparazione tra scuola
pubblica e privata, chiedono
più attenzione nei confronti
della scuola paritaria. «In sede
di Finanziaria abbiamo tutte le
opportunità per proseguire
nella valorizzazione e nella
costruzione di un principio di
sussidiarietà che è facile da annunciare e più
complesso da realizzare», premette il ministro
ricordando i passi già fatti in tal senso con la legge
sulla parità scolastica e il nuovo metodo di ripartizione
delle risorse.
Fioroni difende, inoltre, la scelta di aumentare
di 130 euro la busta paga degli insegnanti dalle
accuse di chi l’ha definita «una cambiale da
pagare ai sindacati». «Se questa critica viene da
chi guadagna in un mese quello che un insegnante
guadagna in un anno o in dieci anni, ci si
dovrebbe vergognare».
Il ministro boccia infine l’idea di reintrodurre
la tradizione dell’alzabandiera a scuola lanciata
da Tremonti. La bandiera è «una cosa seria»
e Fioroni si rifiuta di rispondere a chi va a braccetto
con i leghisti che nei confronti
del Tricolore non hanno
mostrato mai tanto riguardo.
In poche parole, il ministro liquida
anche la questione «extra-gettito».
Discuterne oggi è prematuro.
Fioroni preferisce dedicare
più spazio ai nuovi assetti politici.
La sua avversione per la
sinistra radicale e l’attrattiva
per un centrosinistra più
orientato al centro sono conclamati: «Le coalizioni
future si dovranno avere la capacità di
perdere parti o porzioni di partiti che non riescono
a posporre la cura del proprio orticello al
bene comune. Diventeremo così più credibili e
riusciremo ad attrarre quella parte di forze politiche
che sta nella coalizione opposta perché
non ha alternative».
P. COR. (da www.lasicilia.it)