IL MEETING DI RIMINI. Il ministro dell’Istruzione si confronta con i ciellini sul tema della sussidiarietà. - Fioroni: «Parità scolastica? Facile a di
Data: Domenica, 26 agosto 2007 ore 19:42:29 CEST
Argomento: Rassegna stampa


RIMINI. Si chiude con uno sguardo sul mondo della scuola la XXVII edizione del Meeting di Rimini, la Kermesse ciellina che quest’anno ha avuto come protagonista l’economia. Ieri è stata la volta del ministro dell’Istruzione, Fioroni, intervenuto insieme con il commissario Ue all’Istruzione, Figel.

Inevitabile, nel confronto con il popolo di Cl, affrontare il tema della scuola paritaria. I ciellini, che da anni si battono per l’equiparazione tra scuola pubblica e privata, chiedono più attenzione nei confronti della scuola paritaria. «In sede di Finanziaria abbiamo tutte le opportunità per proseguire nella valorizzazione e nella costruzione di un principio di sussidiarietà che è facile da annunciare e più complesso da realizzare», premette il ministro ricordando i passi già fatti in tal senso con la legge sulla parità scolastica e il nuovo metodo di ripartizione delle risorse.

Fioroni difende, inoltre, la scelta di aumentare di 130 euro la busta paga degli insegnanti dalle accuse di chi l’ha definita «una cambiale da pagare ai sindacati». «Se questa critica viene da chi guadagna in un mese quello che un insegnante guadagna in un anno o in dieci anni, ci si dovrebbe vergognare».

Il ministro boccia infine l’idea di reintrodurre la tradizione dell’alzabandiera a scuola lanciata da Tremonti. La bandiera è «una cosa seria» e Fioroni si rifiuta di rispondere a chi va a braccetto con i leghisti che nei confronti del Tricolore non hanno mostrato mai tanto riguardo. In poche parole, il ministro liquida anche la questione «extra-gettito».

Discuterne oggi è prematuro. Fioroni preferisce dedicare più spazio ai nuovi assetti politici.

La sua avversione per la sinistra radicale e l’attrattiva per un centrosinistra più orientato al centro sono conclamati: «Le coalizioni future si dovranno avere la capacità di perdere parti o porzioni di partiti che non riescono a posporre la cura del proprio orticello al bene comune. Diventeremo così più credibili e riusciremo ad attrarre quella parte di forze politiche che sta nella coalizione opposta perché non ha alternative».

P. COR. (da www.lasicilia.it)







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