PERCHE’ NOI DOCENTI DOBBIAMO PAGARE PER LE COLPE COMMESSE DA ALTRI?
Data: Giovedì, 16 agosto 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


PERCHE’ NOI DOCENTI DOBBIAMO PAGARE PER LE COLPE COMMESSE DA ALTRI?
 
Ci siamo …… (o sarebbe più giusto dire ci  siamo, visto i precedenti che nel mondo della scuola non si contano più); anche per noi è venuto il momento di subire l’ingiustizia di turno. Dopo anni di precariato (e anche qui non diciamo nulla di nuovo), e di diversi episodi svantaggiosi sicuramente di minore entità rispetto a quello che andiamo a raccontare, è arrivato il nostro turno. Non stiamo parlando del solito tormentone del punteggio di montagna, né delle ennesime rivoluzioni chiamate dal Ministero con la parola Riforma con tutti i dubbi che la parola stessa e, soprattutto il contenuto che gli viene associato, ci pone continuamente. In questo caso parliamo di altro che, in questo periodo prefestivo, sta rischiando di passare inosservato, ovvero il problema legato ai corsi speciali abilitanti indetti dal Ministero Pubblica Istruzione con Legge 143/04.
 Ma andiamo subito al dunque della discussione esponendo i fatti e cercando di limitarci esclusivamente agli stessi.
 Il Ministero Pubblica Istruzione, decide di istituire i suddetti corsi dando la giusta possibilità a chi aveva anni di esperienza scolastica (il minimo per accedervi era 360 giorni) di conseguire l’abilitazione, requisito indispensabile per il proseguimento della carriera scolastica e per la tanto sperata assunzione a tempo indeterminato. Con successivi Decreti attuativi della L. 143/04 (D.M. 85/05 e successive note più confusionarie che altro) il Ministero stesso demanda le Università tramite le SISSIS (acronimo di Scuola Interuniversitaria Siciliana di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario, che sono una struttura, a quanto sembra, interna all’Università ma avente una propria organizzazione burocratica e dirigenziale diversa seppur collegata all’Università stessa) l’organizzazione dei corsi stessi, definendo il periodo temporale entro il quale si sarebbero dovuti svolgere (anno accademico 2005-2006).
 Attenzione perché è proprio questo il punto cruciale del problema.
 Difatti a seguito di questo obbligo alcune Università si attivano in tempo, altre, invece, con notevole lentezza. Si vengono così a creare situazioni diverse tali che all’interno della stessa Regione, alcune Università di alcune Province iniziano e completano in tempo l’espletazione del corso, altre, sono solo alla metà, altre ancora (ci dicono, in Puglia) devono iniziare o hanno appena iniziato. Parallelamente a ciò va ricordato che l’anno in corso è l’ultimo anno per il possibile inserimento nelle graduatorie permanenti (denominate, infatti, ad esaurimento), graduatorie da cui attingere per le immissioni in ruolo del contingente definito dal Governo tramite un programma triennale di assunzioni nel comparto scuola, ma anche per gli incarichi annuali (dal 01 settembre al 31 agosto) e per le supplenze temporanee.
 Accade perciò il paradosso che chi ha terminato i corsi abilitanti in tempo utile è inserito (o lo sarà entro il termine ultimo delle immissioni in ruolo o dei contratti annuali) a pieno titolo nelle suddette graduatorie, mentre chi non ha terminato in tempo utile vi è inserito con riserva (praticamente senza alcun vantaggio in quanto chi è inserito con la riserva è una sorta di “fantasma” che deve essere saltato regolarmente al momento delle chiamate). Ovviamente sappiamo ben comprendere il danno che viene arrecato a tutti i docenti, che, per esempio, nella Provincia di Catania, sono solo alla metà circa dello svolgimento del corso ……… Praticamente rischiamo di perdere la possibilità di assunzione in ruolo o il diritto al contratto annuale, o a quello temporaneo più breve.
  In poche parole perdiamo il diritto al lavoro a vantaggio di chi è stato più fortunato.
E con chi dobbiamo prendercela? Con la sfortuna o il destino che ci è stato contro? Oppure con la nostra Università che ha organizzato i corsi con notevole ritardo? Siamo sicuri che sia nell’uno che nell’altro caso sbatteremmo contro un muro di gomma da cui rimbalzare senza ottenere alcun effetto. Ci viene in mente che, forse, sarebbe meglio passare alle chiamate dirette tramite meccanismi più snelli e meno trasparenti di quelli scolastici tanto, apparentemente, precisi e democratici. Almeno ci rassegneremmo a non lavorare attribuendolo al fatto di non avere le giuste amicizie che contano …. Ma, a parte le provocazioni, rimane il problema che a giorni ci saranno le convocazioni per le immissioni in ruolo, successivamente ci saranno le convocazioni per i contratti e tempo determinato e noi ci vedremo scavalcati da quanti, pur avendo un punteggio inferiore al nostro, si trovano in graduatoria senza riserva. Sostanzialmente perdiamo possibilità di lavoro e, dunque, di sostentamento per colpe che non sono nostre ma di cui NOI PAGHIAMO LE CONSEGUENZE. Se questa è giustizia ………….
 
                        Un gruppo di partecipanti al Corso Abilitante L. 143/04 della SISSIS di Catania
 








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