TUTTI SBADATI SULLA STRAGE DI VIA D'AMELIO
Data: Luned́, 13 agosto 2007 ore 10:03:24 CEST
Argomento: Rassegna stampa


 
TUTTI SBADATI SULLA STRAGE DI VIA D'AMELIO
 
 
 
Degli stragisti circolano indisturbati per l’Italia dal 1992-93 e rivestono posizioni di potere per le cose che sanno e che non si possono dire. Ed esiste, ma pochi lo sanno, la scatola nera della Seconda repubblica: è di colore rosso ed è l’agenda, ricca di informazioni e notizie scottanti,  che il giudice Paolo Borsellino portava sempre con sé, misteriosamente scomparsa dalla sua borsa ritrovata intatta tra i rottami fumanti della sua auto nella tragica esplosione di via D’Amelio. A questo scottante tema hanno deciso di dedicare un libro due cronisti di razza come Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza (L’agenda rossa di Paolo Borsellino, Chiare lettere, pp. 238 € 12), rievocando con puro spirito di adesione ai fatti gli ultimi cinquantasei giorni del giudice dopo la strage di Capaci. Attraverso la testimonianza di familiari, colleghi, magistrati, investigatori e pentiti e con l’aiuto di carte giudiziarie, i giornalisti raccontano la storia di un incubo, quello di un uomo lasciato solo dalle istituzioni, in perenne conflitto con il procuratore Pietro Giammanco, che solo la mattina del 19 luglio si decise a delegarlo, dopo mesi di rifiuti e di melina,  alle indagini sulla mafia palermitana.
Per non parlare dell’atteggiamento ipocrita e contraddittorio della politica italiana che in quei drammatici giorni ipotizzò fantomatiche piste internazionali all’origine della strage di Capaci e cavillò sul decretone antimafia, poi convertito in legge solo dopo la morte di Borsellino. Ma soprattutto si mostrò particolarmente superficiale nell’approntare adeguate misure di sicurezza per Borsellino, che si sentiva più sicuro durante un viaggio in Germania che a Palermo. Nel libro aleggiano così parecchie domande destinate a rimanere senza risposta, tra cui una su tutte: come mai in via D’Amelio, dove il giudice ogni domenica era solito recarsi a salutare la vecchia madre, non venne realizzata una zona rimozione? Perché, sembrano chiedersi accorati tra le pagine dell’inchiesta gli autori,  tutti furono “sbadati”?
La risposta che forse mai potremo avere si trova lì: in quell’agenda rossa scomparsa da quindici anni, dove Borsellino aveva sicuramente ipotizzato chi aveva ucciso Giovanni Falcone e chi si preparava ineluttabilmente ad uccidere lui.
Su questa storia è sceso un colpevole silenzio che Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza spezzano coraggiosamente con un libro che parla, e vuole che si parli, di un momento drammatico della storia italiana. Perché, come afferma Marco Travaglio nella prefazione al volume,  “se ai misteri dell’agenda rossa si fosse dedicato un decimo dello spazio riservato dalla televisione di regime al delitto di Cogne e ad altri diversivi, oggi sapremmo qualcosa di meno sul pigiama della signora Franzoni qualcosa in più sulle origini della nostra Seconda Repubblica.”

SILVANA LA PORTA








Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-8006.html