sicurezza delle scuole- richieste di atti da parte del segretario provinciale della CGIL scuola di Catania
Data: Domenica, 01 dicembre 2002 ore 18:49:55 CET
Argomento: Normativa Utile


Al segretario della Cgil scuola provinciale di Catania

Ai dirigenti delle scuole della Provincia di Catania

Ai sindacati scuola dei dirigenti scolastici

Ai sindacati scuola dei dipendenti

Al CSA di Catania

Alla ANP Nazionale - Roma

Catania 1.12.2002

Oggetto: sicurezza delle scuole- richieste di atti da parte della Cgil scuola di Catania

Da varie scuole della provincia di Catania viene segnalata una iniziativa del prof. Tomasello Franco, segretario della CGIL scuola di Catania, con la quale si chiede alle scuole copia di atti relativi alla sicurezza nelle scuole, quali tutte le certificazioni di cui alla L.n. 626 e delle schede di monitoraggio del MIUR.

La richiesta è motivata dalla esigenza di aprire “ tavoli di confronto nelle apposite sedi” e si pone una scadenza di 7 giorni per l’inoltro e si precisa che la richiesta è fatta “ ai sensi e per gli effetti degli istituti contrattuali vigenti “

Premesso che i dirigenti scolastici plaudono a qualunque iniziativa e interessamento volto a incrementare la sicurezza nelle scuole e a rendere per ciò un servizio efficace all’utenza, che va garantita e tutelata nel bene fondamentale della sicurezza, ( in calce riportiamo la posizione ufficiale dell’ANP nazionale) non possiamo far notare che la richiesta formulata in questi termini e in questo momento di emergenza per i fenomeni vulcanici e di grave difficoltà aggiuntiva per la gestione delle scuole, lungi dal raggiungere l’effetto voluto, rischia di aggravare il carico dei dirigenti e delle segreterie scolastiche, aggiungendo una “ emergenza cartacea “, per i motivi che sotto vengono dettagliati.

1- Rileviamo che la richiesta ( fra l'altro molto tassativa nella scadenza) non trova alcun fondamento negli istituti contrattuali vigenti che prevedono modalità di informazioni e contrattazioni con le RSU e non disgiuntamente con le Segreterie Provinciali.

“ Gli istituti contrattuali vigenti “ art. 9 e art. 14 del CCNL 94-97, prevedono che a livello di singola istituzione scolastica il dirigente dia informazione alla RSU in appositi incontri da concordare tra le parti., per le incombenze di spettanza del dirigente, su attuazione delle normative relative all’igiene, alla sicurezza e prevenzione dell’ambiente scolastico, comprese le misure relative all’abbattimento delle barriere architettoniche per facilitare l’accesso dei disabili;

2- Questo tipo di informazione alla RSU è stata già assolta da tutte le scuole della provincia di Catania nelle riunioni già svoltesi con le RSU di istituto. E quindi un collegamento tra RSU e il terminale sindacale formalmente accreditato della organizzazione sindacale provinciale può realizzare il flusso e la raccolta delle informazioni da parte della segreteria provinciale.( CCNQ del 7-8-1998 art. 10 comma 2)

3- Si chiede anche copia della nomina del RLS. La nomina del RLS Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza non è poi di competenza del capo di istituto, ma una libera determinazione della RSU, che può anche al suo interno costituirla in mancanza di elezioni a scrutinio segreto tra i lavoratori. Non necessita alcun intervento formale o burocratico del dirigente. I terminali provinciali formalmente accreditati in ogni scuola sono quindi in grado di fornire tale informazione alla segreteria provinciale.

La nomina del RSSP responsabile del servizio di prevenzione e protezione è tipologia diversa.

4- Ai fini di un monitoraggio che abbia validità scientifica, sono più significativi i livelli provinciali e regionali dell’amministrazione scolastica, dove l’accesso al sistema informativo SIMPI consente l’acquisizione di tutti i files in formato elettronico, che le scuole hanno, a suo tempo nel 2001, trasmesso al MIUR, evitando di trasferire su cartaceo da parte delle segreterie scolastiche quintali di informazioni, difficilmente processabili con i sistemi manuali tradizionali; mentre è possibile estrarre da database più ampi con software di interrogazioni i report più utili al decisore politico e al controllore sindacale.

Cosa che già è stata fatta dalla UIL scuola nazionale, che ha prodotto un pregevole studio nazionale sulla edilizia scolastica pubblicato anche sul sito web, Sicurezza nelle scuole 4° rapporto annuale EDILIZIA SCOLASTICA 2002 Uil Scuola , riferito anche alla provincia di Catania, attingendo ai dati MIUR direttamente a ROMA.

5- I proprietari degli edifici scolastici sono l’Ente provincia per le scuole secondarie e i singoli Enti Comuni per le scuole dell’obbligo. Quindi una interazione diretta del sindacato provinciale, anche attraverso i referenti della funzione pubblica, con gli uffici tecnici degli enti locali, può più rapidamente ed efficacemente risolvere il problema del monitoraggio delle certificazioni, laddove esistenti. All’Ente Locale spettano certamente i seguenti compiti:

  • manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici;
  • adeguamento degli impianti esistenti (impianto elettrico, impianto di messa a terra, impianto di riscaldamento, impianto antincendio, impianto idraulico sanitario e fognario, impianto telefonico ecc.) per come previsto dalla legge 46/1990, con scadenza 31 dicembre 2004;
  • abbattimento di eventuali barriere architettoniche;
  • controllo ed eventuale rimozione di amianto quando presente;
  • fornitura delle dotazioni antincendio (idranti, estintori ecc..) previste dalle autorizzazioni antincendio (NOP/CPI);
  • fornitura e posa della segnaletica di sicurezza;
  • adeguamento dei locali alle norme previste dal Titolo II del D.lgs. 626/1994 con scadenza 31 dicembre 2004;
  • adeguamento degli istituti di istruzione scolastica in materia antincendio, come previsto dal D.M. 26 agosto 1992, con scadenza 31 dicembre 2004.

L’Ente locale deve fornire alle scuole le certificazioni già disponibili ed i certificati che verranno prodotti ad adeguamento normativo concluso, tra i quali:

  • planimetrie aggiornate dei piani delle scuole con indicato l’ubicazione degli estintori, degli idranti, della cartellonistica di sicurezza, degli eventuali pulsanti di allarme e attacco VV.F; indicazione sull’ubicazione delle valvole di intercettazione dei combustibili per riscaldamento (gas, gasolio ecc..) l’ubicazione dell’interruttore generale per la parte elettrica;
  • planimetria e/o indicazione sull’ubicazione dell’impianto di messa a terra e relativi paletti dispersori, sia per quanto concerne la parte elettrica che l’eventuale parte atmosferica;
  • certificati di conformità degli impianti di cui alla legge n. 46/1990
  • certificati di conformità, dichiarazione di conformità e/o libretti, licenze ecc, degli impianti di sollevamento e/o ascensori, montacarichi ecc.;
  • copia del modello di denuncia dell’impianto di messa a terra (parte elettrica) e relative verifiche periodiche (Mod. B).
  • copia del modello di denuncia dell’impianto di messa a terra contro le scariche atmosferiche (quando applicabile) e relative verifiche periodiche (Mod. A) o calcolo di autoprotezione delle scariche atmosferiche norme
  • eventuale Certificato di Prevenzione incendi (CPI) o Nulla Osta Provvisorio (NOP) rilasciati dai VV.F..

6- L’ufficio tecnico del Comune di Catania , così come Il Genio Civile e La Prefettura, sono in possesso delle schede sul rischio sismico e sull’anagrafe del patrimonio edilizio pubblico, scuole comprese, ai fini della vulnerabilità così come definita dalla protezione civile. Basta richiedere tale studio o acquistare i volumi già pubblicati per avare un quadro dettagliato e validato scientificamente.

7- L’ufficio tecnico della provincia regionale ha svolto in questa fase di emergenza sismica un sopralluogo tecnico su tutti e 90 gli edifici provinciali, rilasciando ad ogni scuola la certificazione autorizzata per lo svolgimento delle normali attività didattiche. Queste certificazioni sono tutte facilmente rinvenibili con una sola richiesta all’ente locale. Nella recente conferenza di servizio tra tutte le autorità territoriali regionali, tenutasi l’8-11-2002 a Palazzo Minoriti di Catania, l’ing. Matteo Zapparrata, capo dell’ufficio tecnico provinciale, ha comunicato che la provincia regionale di Catania ha in atto 90 fascicoli elettronici su tutto il patrimonio edilizio provinciale e il dott. Zanoli Raffaele del CSA di Catania, presente alla riunione, ha opportunamente proposto una integrazione elettronica tra i files del SIMPI di Catania e quelli della Provincia.

Da quella riunione interistituzionale sono emerse con chiarezza le necessità dell’edilizia scolastica in Sicilia in riferimento alla L. n. 124.

8- Le istituzioni scientifiche locali quali l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno prodotto eccellenti studi e pubblicazioni su Catania rinvenibili all’indirizzo http://emidius.mi.ingv.it/GNDT/progetti.html molto utili come base per un monitoraggio che deve poggiare su basi tecniche e scientifiche e non solo su basi politiche.

9- La direzione regionale scolastica inoltre si è fatta promotrice di una iniziativa di ugual tenore che può benissimo essere utile al livello regionale della contrattazione, spostando il confronto con la Regione Sicilia, che ha competenza esclusiva per gli interventi e i finanziamenti nel settore.

Per questo ed altri motivi, anche in relazione al fatto che l’ANP locale, regionale e nazionale è seriamente interessata a un serio monitoraggio su basi scientifiche,

Si chiede se Lei non ritenga più utile soprassedere e proporre un incontro a livello provinciale tra la parte pubblica (sindacati dei dirigenti scolastici+ CSA) e OO.SS. richiedente, con eventuale partecipazione degli EE.LL., per un approfondimento nel merito della questione posta, al fine di acquisire elementi di chiarezza e di snellezza , nell’interesse reciproco sia della parte pubblica sia delle OO.SS.

Si resta in attesa e si porgono distinti saluti

ANP Catania

Preside Salvatore Indelicato

e.mail info@anp.ct.it

sito web www.anp.ct.it

Documento allegato . comunicato nazionale ANP del 7.11.2002

A proposito di sicurezza degli edifici scolastici. La posizione dell'Anp

Nonostante le pressanti sollecitazioni ricevute, l'Anp ha osservato fino ad oggi un riserbo, che ha ritenuto doveroso, a proposito della tragedia che ha colpito la scuola di San Giuliano di Puglia. Sono già troppo numerosi coloro che, a caldo, si sono esercitati sull'argomento, per lo più a caccia di responsabilità altrui. Adesso che, trascorsa una settimana, è lecito sperare che ci sia spazio per reazioni meno emotive, ritiene però necessario formulare alcune considerazioni sul tema della sicurezza degli edifici scolastici:

la sicurezza assoluta non esiste. Nella migliore delle ipotesi, ogni azione di prevenzione si basa sull'esperienza, e quindi sul passato. Non è in grado di predire, né di scongiurare il futuro, se non in quanto si presenti come replica. Di questo, che è un ragionevole limite ad ogni agire umano, occorre tener conto anche quando si parla di sicurezza a scuola;

la sicurezza non è divisibile. Essa discende dalla contemporanea esistenza di molte condizioni, parte delle quali discendono dalle strutture fisiche (edifici, impianti) e parte dalle condizioni di esercizio (utilizzo dei locali, segnaletica, addestramento del personale e degli utenti, ecc.). Nel momento attuale, le uniche norme oggetto di sanzione sono quelle legate all'esercizio: ma ad uccidere, come l'esperienza di San Giuliano ha dimostrato, è soprattutto la carenza delle strutture;

la sicurezza non è un problema di carte. Molti si sono impegnati in questi giorni a polemizzare sul numero di scuole che non avrebbero elaborato il documento sui rischi o non terrebbero con regolarità le esercitazioni anti-panico. Non è nostra intenzione prendere le difese di chi eventualmente sia venuto meno a quel che la legge gli imponeva di fare: ma se un edificio si affloscia su se stesso nel giro di pochi secondi, bloccando ogni via di fuga, non ci sono esercitazioni che tengano;

le esercitazioni e gli adempimenti di natura formale sono come le cinture di sicurezza: riducono i danni in caso di incidenti lievi, evitando che si trasformino in tragedia. Ma, in presenza di catastrofi, non servono a nulla. Il punto vero è che gli edifici non devono crollare;

è ora di dire con chiarezza che la nostra normativa sulla sicurezza è carente, non perché non sia abbastanza prescrittiva, ma perché lo è troppo ed in modo indifferenziato e quindi non in grado di adeguarsi alle diversità esistenti. La normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è la stessa nei cantieri dell'Alta Velocità, nelle centrali nucleari e nelle scuole dell'infanzia. Una palese assurdità, che era evitabile, in quanto la legge 626 consentiva di emanare norme applicative differenziate per le situazioni di rischio moderato;

lo Stato, che da una parte non vuole definire criteri di rischio differenziati, non ha però i mezzi per finanziare tutti gli interventi che in teoria dovrebbe fare. Si è così rifugiato in passato - e prevedibilmente lo farà di nuovo alla prossima scadenza del 2004 - in una serie di proroghe dei termini. Così la sicurezza delle scuole continua a restare fatta di carte;

un approccio più realistico dovrebbe indurre a definire "norme" di livello diverso, in modo da poter concentrare le risorse sulle situazioni dove l'incolumità delle persone è veramente a rischio. Invece, la nostra normativa mette sullo stesso piano l'assenza della segnaletica interna e gli impianti elettrici privi di messa a terra o i solai fatiscenti: anzi, per i cartelli mancanti le sanzioni ci sono già, mentre per le carenze statiche è "legale" attendere, per ora, fino alla fine del 2004.

L'Anp ha, non da oggi, denunciato quanto questo modo di definire la sicurezza e di affrontarla sul piano operativo sia contraddittorio e, purtroppo, pericoloso. Finora non è stata ascoltata. Di fronte all'ennesima tragedia, vuole e deve portare all'attenzione dell'opinione pubblica almeno due considerazioni:

è già partita, e si sta sviluppando, una campagna straordinaria di verifiche negli istituti scolastici. Ben venga: a condizione che non si risolva nell'ennesima raffica di multe per questioni formali, come se questo puntellasse i soffitti. I dirigenti scolastici non possono e non devono essere gli unici chiamati a rispondere per la mancanza di una firma o di un documento, in un contesto in cui la legge consente che gli edifici staticamente non sicuri continuino ad essere utilizzati fino a quando non ci saranno i fondi per risanarli sul piano strutturale;

l'Anp aveva iniziato, già prima della tragedia di San Giuliano, una serie di contatti con le associazioni degli Enti locali per addivenire a protocolli di intesa in vista di iniziative di collaborazione sulle materie di comune interesse. Fra queste, quella degli edifici scolastici è sicuramente primaria. Ci ripromettiamo di sviluppare la questione nei prossimi giorni, per definire - in tutti i casi in cui sarà possibile - forme condivise di analisi dei problemi della sicurezza nelle scuole. E per sicurezza, almeno noi, non intendiamo quella fatta solo di carta.







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