Al segretario della Cgil scuola
provinciale di Catania
Ai dirigenti delle scuole
della Provincia di Catania
Ai sindacati scuola dei dirigenti
scolastici
Ai sindacati scuola dei dipendenti
Al CSA di Catania
Alla ANP Nazionale - Roma
Catania 1.12.2002
Oggetto: sicurezza delle scuole- richieste
di atti da parte della Cgil scuola di Catania
Da varie scuole della provincia di Catania
viene segnalata una iniziativa del prof. Tomasello Franco, segretario della CGIL
scuola di Catania, con la quale si chiede alle scuole copia di atti relativi
alla sicurezza nelle scuole, quali tutte le certificazioni di cui alla L.n. 626
e delle schede di monitoraggio del MIUR.
La richiesta è motivata dalla esigenza di
aprire “ tavoli di confronto nelle apposite sedi” e si pone una scadenza di 7
giorni per l’inoltro e si precisa che la richiesta è fatta “ ai sensi e per gli
effetti degli istituti contrattuali vigenti “
Premesso che i dirigenti scolastici plaudono
a qualunque iniziativa e interessamento volto a incrementare la sicurezza nelle
scuole e a rendere per ciò un servizio efficace all’utenza, che va garantita e
tutelata nel bene fondamentale della sicurezza, ( in calce riportiamo la
posizione ufficiale dell’ANP nazionale) non possiamo far notare che la
richiesta formulata in questi termini e in questo momento di emergenza per i
fenomeni vulcanici e di grave difficoltà aggiuntiva per la gestione delle
scuole, lungi dal raggiungere l’effetto voluto, rischia di aggravare il carico
dei dirigenti e delle segreterie scolastiche, aggiungendo una “ emergenza
cartacea “, per i motivi che sotto vengono dettagliati.
1- Rileviamo che la richiesta ( fra l'altro
molto tassativa nella scadenza) non trova alcun fondamento negli istituti
contrattuali vigenti che prevedono modalità di informazioni e contrattazioni
con le RSU e non disgiuntamente con le Segreterie Provinciali.
“ Gli istituti contrattuali vigenti “ art. 9
e art. 14 del CCNL 94-97, prevedono che a livello di singola istituzione
scolastica il dirigente dia informazione alla RSU in appositi incontri da
concordare tra le parti., per le incombenze di spettanza del dirigente, su attuazione
delle normative relative all’igiene, alla sicurezza e prevenzione dell’ambiente
scolastico, comprese le misure relative all’abbattimento delle barriere
architettoniche per facilitare l’accesso dei disabili;
2- Questo tipo di informazione alla RSU è
stata già assolta da tutte le scuole della provincia di Catania nelle riunioni
già svoltesi con le RSU di istituto. E quindi un collegamento tra RSU e il
terminale sindacale formalmente accreditato della organizzazione sindacale
provinciale può realizzare il flusso e la raccolta delle informazioni da parte
della segreteria provinciale.( CCNQ del 7-8-1998 art. 10 comma 2)
3- Si chiede anche copia della nomina del
RLS. La nomina del RLS Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza non è poi
di competenza del capo di istituto, ma una libera determinazione della RSU, che
può anche al suo interno costituirla in mancanza di elezioni a scrutinio segreto
tra i lavoratori. Non necessita alcun intervento formale o burocratico del
dirigente. I terminali provinciali formalmente accreditati in ogni scuola sono
quindi in grado di fornire tale informazione alla segreteria provinciale.
La nomina del RSSP
responsabile del servizio di prevenzione e
protezione è tipologia diversa.
4- Ai fini di un monitoraggio che abbia
validità scientifica, sono più significativi i livelli provinciali e regionali
dell’amministrazione scolastica, dove l’accesso al sistema informativo SIMPI
consente l’acquisizione di tutti i files in formato elettronico, che le scuole
hanno, a suo tempo nel 2001, trasmesso al MIUR, evitando di trasferire su
cartaceo da parte delle segreterie scolastiche quintali di informazioni,
difficilmente processabili con i sistemi manuali tradizionali; mentre è
possibile estrarre da database più ampi con software di interrogazioni i report
più utili al decisore politico e al controllore sindacale.
Cosa che già è stata fatta dalla UIL scuola
nazionale, che ha prodotto un pregevole studio nazionale sulla edilizia
scolastica pubblicato anche sul sito web,
Sicurezza nelle scuole 4° rapporto annuale EDILIZIA SCOLASTICA 2002 Uil Scuola
, riferito anche alla provincia di Catania, attingendo ai dati MIUR
direttamente a ROMA.
5- I proprietari degli edifici scolastici
sono l’Ente provincia per le scuole secondarie e i singoli Enti Comuni
per le scuole dell’obbligo. Quindi una interazione diretta del sindacato
provinciale, anche attraverso i referenti della funzione pubblica, con gli
uffici tecnici degli enti locali, può più rapidamente ed efficacemente risolvere
il problema del monitoraggio delle certificazioni, laddove esistenti.
All’Ente Locale spettano certamente i seguenti compiti:
- manutenzione ordinaria e straordinaria
degli edifici scolastici;
- adeguamento degli impianti esistenti
(impianto elettrico, impianto di messa a terra, impianto di riscaldamento,
impianto antincendio, impianto idraulico sanitario e fognario, impianto
telefonico ecc.) per come previsto dalla legge 46/1990, con scadenza 31
dicembre 2004;
- abbattimento di eventuali barriere
architettoniche;
- controllo ed eventuale rimozione di
amianto quando presente;
- fornitura delle dotazioni antincendio
(idranti, estintori ecc..) previste dalle autorizzazioni antincendio (NOP/CPI);
- fornitura e posa della segnaletica di
sicurezza;
- adeguamento dei locali alle norme
previste dal Titolo II del D.lgs. 626/1994 con scadenza 31 dicembre 2004;
- adeguamento degli istituti di istruzione
scolastica in materia antincendio, come previsto dal D.M. 26 agosto 1992, con
scadenza 31 dicembre 2004.
L’Ente locale
deve fornire alle scuole le certificazioni già disponibili ed i certificati che
verranno prodotti ad adeguamento normativo concluso, tra i quali:
- planimetrie aggiornate dei piani delle
scuole con indicato l’ubicazione degli estintori, degli idranti, della
cartellonistica di sicurezza, degli eventuali pulsanti di allarme e attacco
VV.F; indicazione sull’ubicazione delle valvole di intercettazione dei
combustibili per riscaldamento (gas, gasolio ecc..) l’ubicazione
dell’interruttore generale per la parte elettrica;
- planimetria e/o indicazione
sull’ubicazione dell’impianto di messa a terra e relativi paletti dispersori,
sia per quanto concerne la parte elettrica che l’eventuale parte atmosferica;
- certificati di conformità degli impianti
di cui alla legge n. 46/1990
- certificati di conformità, dichiarazione
di conformità e/o libretti, licenze ecc, degli impianti di sollevamento e/o
ascensori, montacarichi ecc.;
- copia del modello di denuncia
dell’impianto di messa a terra (parte elettrica) e relative verifiche
periodiche (Mod. B).
- copia del modello di denuncia
dell’impianto di messa a terra contro le scariche atmosferiche (quando
applicabile) e relative verifiche periodiche (Mod. A) o calcolo di
autoprotezione delle scariche atmosferiche norme
- eventuale Certificato di Prevenzione
incendi (CPI) o Nulla Osta Provvisorio (NOP) rilasciati dai VV.F..
6- L’ufficio tecnico del Comune di
Catania , così come Il Genio Civile e La Prefettura, sono in possesso delle
schede sul rischio sismico e sull’anagrafe del patrimonio edilizio pubblico,
scuole comprese, ai fini della vulnerabilità così come definita dalla protezione
civile. Basta richiedere tale studio o acquistare i volumi già pubblicati per
avare un quadro dettagliato e validato scientificamente.
7- L’ufficio tecnico della provincia
regionale ha svolto in questa fase di emergenza sismica un sopralluogo tecnico
su tutti e 90 gli edifici provinciali, rilasciando ad ogni scuola la
certificazione autorizzata per lo svolgimento delle normali attività didattiche.
Queste certificazioni sono tutte facilmente rinvenibili con una sola richiesta
all’ente locale. Nella recente conferenza di servizio tra tutte le autorità
territoriali regionali, tenutasi l’8-11-2002 a Palazzo Minoriti di Catania,
l’ing. Matteo Zapparrata, capo dell’ufficio tecnico provinciale, ha comunicato
che la provincia regionale di Catania ha in atto 90 fascicoli elettronici su
tutto il patrimonio edilizio provinciale e il dott. Zanoli Raffaele del CSA di
Catania, presente alla riunione, ha opportunamente proposto una integrazione
elettronica tra i files del SIMPI di Catania e quelli della Provincia.
Da quella riunione interistituzionale sono
emerse con chiarezza le necessità dell’edilizia scolastica in Sicilia in
riferimento alla L. n. 124.
8- Le istituzioni scientifiche locali quali
l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno prodotto eccellenti studi
e pubblicazioni su Catania rinvenibili all’indirizzo
http://emidius.mi.ingv.it/GNDT/progetti.html molto utili come base per un
monitoraggio che deve poggiare su basi tecniche e scientifiche e non solo su
basi politiche.
9- La direzione regionale scolastica inoltre
si è fatta promotrice di una iniziativa di ugual tenore che può benissimo essere
utile al livello regionale della contrattazione, spostando il confronto con la
Regione Sicilia, che ha competenza esclusiva per gli interventi e i
finanziamenti nel settore.
Per questo ed altri motivi, anche in
relazione al fatto che l’ANP locale, regionale e nazionale è seriamente
interessata a un serio monitoraggio su basi scientifiche,
Si chiede se Lei non ritenga più utile
soprassedere e proporre un incontro a livello provinciale tra la parte pubblica
(sindacati dei dirigenti scolastici+ CSA) e OO.SS. richiedente, con eventuale
partecipazione degli EE.LL., per un approfondimento nel merito della questione
posta, al fine di acquisire elementi di chiarezza e di snellezza ,
nell’interesse reciproco sia della parte pubblica sia delle OO.SS.
Si resta in attesa e si porgono distinti
saluti
ANP
Catania
Preside
Salvatore Indelicato
e.mail
info@anp.ct.it
sito web
www.anp.ct.it
Documento
allegato . comunicato nazionale ANP del 7.11.2002
A
proposito di sicurezza degli edifici scolastici. La posizione dell'Anp
Nonostante le pressanti sollecitazioni ricevute, l'Anp ha osservato fino ad oggi
un riserbo, che ha ritenuto doveroso, a proposito della tragedia che ha colpito
la scuola di San Giuliano di Puglia. Sono già troppo numerosi coloro che, a
caldo, si sono esercitati sull'argomento, per lo più a caccia di responsabilità
altrui. Adesso che, trascorsa una settimana, è lecito sperare che ci sia spazio
per reazioni meno emotive, ritiene però necessario formulare alcune
considerazioni sul tema della sicurezza degli edifici scolastici:
la
sicurezza assoluta non esiste. Nella migliore delle ipotesi, ogni azione di
prevenzione si basa sull'esperienza, e quindi sul passato. Non è in grado di
predire, né di scongiurare il futuro, se non in quanto si presenti come replica.
Di questo, che è un ragionevole limite ad ogni agire umano, occorre tener conto
anche quando si parla di sicurezza a scuola;
la
sicurezza non è divisibile. Essa discende dalla contemporanea esistenza di molte
condizioni, parte delle quali discendono dalle strutture fisiche (edifici,
impianti) e parte dalle condizioni di esercizio (utilizzo dei locali,
segnaletica, addestramento del personale e degli utenti, ecc.). Nel momento
attuale, le uniche norme oggetto di sanzione sono quelle legate all'esercizio:
ma ad uccidere, come l'esperienza di San Giuliano ha dimostrato, è soprattutto
la carenza delle strutture;
la
sicurezza non è un problema di carte. Molti si sono impegnati in questi giorni a
polemizzare sul numero di scuole che non avrebbero elaborato il documento sui
rischi o non terrebbero con regolarità le esercitazioni anti-panico. Non è
nostra intenzione prendere le difese di chi eventualmente sia venuto meno a quel
che la legge gli imponeva di fare: ma se un edificio si affloscia su se stesso
nel giro di pochi secondi, bloccando ogni via di fuga, non ci sono esercitazioni
che tengano;
le
esercitazioni e gli adempimenti di natura formale sono come le cinture di
sicurezza: riducono i danni in caso di incidenti lievi, evitando che si
trasformino in tragedia. Ma, in presenza di catastrofi, non servono a nulla. Il
punto vero è che gli edifici non devono crollare;
è ora di
dire con chiarezza che la nostra normativa sulla sicurezza è carente, non perché
non sia abbastanza prescrittiva, ma perché lo è troppo ed in modo
indifferenziato e quindi non in grado di adeguarsi alle diversità esistenti. La
normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è la stessa nei cantieri
dell'Alta Velocità, nelle centrali nucleari e nelle scuole dell'infanzia. Una
palese assurdità, che era evitabile, in quanto la legge 626 consentiva di
emanare norme applicative differenziate per le situazioni di rischio moderato;
lo Stato,
che da una parte non vuole definire criteri di rischio differenziati, non ha
però i mezzi per finanziare tutti gli interventi che in teoria dovrebbe fare. Si
è così rifugiato in passato - e prevedibilmente lo farà di nuovo alla prossima
scadenza del 2004 - in una serie di proroghe dei termini. Così la sicurezza
delle scuole continua a restare fatta di carte;
un
approccio più realistico dovrebbe indurre a definire "norme" di livello diverso,
in modo da poter concentrare le risorse sulle situazioni dove l'incolumità delle
persone è veramente a rischio. Invece, la nostra normativa mette sullo stesso
piano l'assenza della segnaletica interna e gli impianti elettrici privi di
messa a terra o i solai fatiscenti: anzi, per i cartelli mancanti le sanzioni ci
sono già, mentre per le carenze statiche è "legale" attendere, per ora, fino
alla fine del 2004.
L'Anp ha,
non da oggi, denunciato quanto questo modo di definire la sicurezza e di
affrontarla sul piano operativo sia contraddittorio e, purtroppo, pericoloso.
Finora non è stata ascoltata. Di fronte all'ennesima tragedia, vuole e deve
portare all'attenzione dell'opinione pubblica almeno due considerazioni:
è già
partita, e si sta sviluppando, una campagna straordinaria di verifiche negli
istituti scolastici. Ben venga: a condizione che non si risolva nell'ennesima
raffica di multe per questioni formali, come se questo puntellasse i soffitti. I
dirigenti scolastici non possono e non devono essere gli unici chiamati a
rispondere per la mancanza di una firma o di un documento, in un contesto in cui
la legge consente che gli edifici staticamente non sicuri continuino ad essere
utilizzati fino a quando non ci saranno i fondi per risanarli sul piano
strutturale;
l'Anp
aveva iniziato, già prima della tragedia di San Giuliano, una serie di contatti
con le associazioni degli Enti locali per addivenire a protocolli di intesa in
vista di iniziative di collaborazione sulle materie di comune interesse. Fra
queste, quella degli edifici scolastici è sicuramente primaria. Ci ripromettiamo
di sviluppare la questione nei prossimi giorni, per definire - in tutti i casi
in cui sarà possibile - forme condivise di analisi dei problemi della sicurezza
nelle scuole. E per sicurezza, almeno noi, non intendiamo quella fatta solo di
carta.