Gent.mo sig. ministro Fioroni,
le scrivo attraverso il
quotidiano della mia Città,
perché mi sembra giusto
che Lei debba sentire anche
l’opinione dei genitori
sull’argomento esami di
stato e scuola in generale.
Questo non è solo lo sfogo
di una mamma, la cui figlia
ha subito l’ennesima ingiustizia
durante l’esame di
stato che, neanche con la
nuova formula, si è riusciti
ad eliminare. Mia figlia, dopo
aver superato cinque
anni di liceo classico senza
mai un debito ed ammessa
agli esami con 15 crediti e
la media del 7,25, si vede licenziare
con un voto
70/100, che addirittura abbassa
il voto curriculare,
avendo sostenuto un esame
orale senza incertezze.
Il giudizio dei media è stato
che il livello di preparazione
degli allievi è calato specie
al sud. Ora io le chiedo
Sig. Ministro, non sarebbe il
caso di chiedersi se è il livello
degli insegnanti ad
essere calato e non sarebbe
il caso di sottoporre qualche
professore a test psicologici
che Le possano permettere
di capire se sono
in grado di affrontare l’insegnamento
sia dal punto
di vista didattico che psicologico?
E questo, lo dico non
a caso, ma perché mia figlia è una delle tante vittime che ha dovuto subire per
5 anni qualche professore frustrato e incapace che con la sua valutazione
annuale le ha impedito di arrivare alla media del 7 pieno. Ed ora dopo il danno,
la beffa perché caro sig. ministro adesso mia figlia sarà penalizzata nei
concorsi per l’ammissione alle varie facoltà a numero chiuso, vanificando così il sogno
di laurearsi e svolgere l’attività
che ha sempre desiderato,
perchè il suo voto di
diploma le impedirà di avere
il punteggio idoneo e
farà pensare a chi la esaminerà
che magari è una ragazza
che non ha mai studiato.
Inoltre caro sig. ministro
e con questo finisco, Le
sottolineo il dolore di una
madre che vede annullata,
per colpa non sua, l’autostima
di un adolescente che
dice «Mamma non ricorderò
niente di bello di 5 anni
di liceo» e Lei sa che con
tutti i nei adolescenziali è il
periodo più bello della vita.
Cosa risponderò a mia figlia?
Inoltre come disse Wittgenstein: «E’ illusione
pensare di portare i ragazzi
dove noi vogliamo se non
siamo capaci di andarli a
prendere là dove sono e di
trovare una strada adatta
da percorrere con loro».
ANGELA GRASSO
Aci Sant’Antonio
Gentilissima lettrice:
Aggiungo la sua epistolare
denuncia a quanto da anni
ripeto su queste colonne: il
sistema di valutazione è
troppo personalistico agli
esami finali e lo è altrettanto
(se non di più) nel corso degli
anni. Lei ha perfettamente
ragione. Nell’ultima sessione
di esami diversi studenti con
ridicole prove sono stati
apprezzati per imprecisati
meriti intellettuali, altri, con
belle affermazioni scritte ed
orali hanno raggiunto a fatica
il voto loro spettante.
Ritengo però - e lei che ha
letto Wittgenstein e avrà
meditato su Morin me ne
darà atto - che denunciare i
mali del presente non basta.
Bisogna fare proposte per
migliorare il futuro -anche se
questo non sanerà l’odioso
caso della sua figliola. Io, con
tutte le cautele del caso,
suggerisco di rendere palesi i
voti, perché i docenti si
assumano in sede di giudizio
la responsabilità delle
valutazioni. Ci vorrà del
coraggio per assegnare 10 a
un ragazzo parolaio o
mortificare con un 6 uno che
conduce una bella
discussione. Dicano i voti
subito e coram populo,
evitando quelle lunghe
camere di consiglio in cui
avvengono le ruberie di voti e
le regalie di premi.
Non sarà il toccasana questo
rimedio, ma almeno
dovrebbe frenare gli episodi
incresciosi di quando i
docenti, da insegnanti
diventano camerlenghi.
SERGIO SCIACCA (da www.lasicilia.it)