Lo stato della scuola
Data: Martedì, 07 agosto 2007 ore 20:22:45 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Gent.mo sig. ministro Fioroni, le scrivo attraverso il quotidiano della mia Città, perché mi sembra giusto che Lei debba sentire anche l’opinione dei genitori sull’argomento esami di stato e scuola in generale.

Questo non è solo lo sfogo di una mamma, la cui figlia ha subito l’ennesima ingiustizia durante l’esame di stato che, neanche con la nuova formula, si è riusciti ad eliminare. Mia figlia, dopo aver superato cinque anni di liceo classico senza mai un debito ed ammessa agli esami con 15 crediti e la media del 7,25, si vede licenziare con un voto 70/100, che addirittura abbassa il voto curriculare, avendo sostenuto un esame orale senza incertezze.

Il giudizio dei media è stato che il livello di preparazione degli allievi è calato specie al sud. Ora io le chiedo Sig. Ministro, non sarebbe il caso di chiedersi se è il livello degli insegnanti ad essere calato e non sarebbe il caso di sottoporre qualche professore a test psicologici che Le possano permettere di capire se sono in grado di affrontare l’insegnamento sia dal punto di vista didattico che psicologico?

E questo, lo dico non a caso, ma perché mia figlia è una delle tante vittime che ha dovuto subire per 5 anni qualche professore frustrato e incapace che con la sua valutazione annuale le ha impedito di arrivare alla media del 7 pieno. Ed ora dopo il danno, la beffa perché caro sig. ministro adesso mia figlia sarà penalizzata nei concorsi per l’ammissione alle varie facoltà a numero chiuso, vanificando così il sogno di laurearsi e svolgere l’attività che ha sempre desiderato, perchè il suo voto di diploma le impedirà di avere il punteggio idoneo e farà pensare a chi la esaminerà che magari è una ragazza che non ha mai studiato.

Inoltre caro sig. ministro e con questo finisco, Le sottolineo il dolore di una madre che vede annullata, per colpa non sua, l’autostima di un adolescente che dice «Mamma non ricorderò niente di bello di 5 anni di liceo» e Lei sa che con tutti i nei adolescenziali è il periodo più bello della vita.

Cosa risponderò a mia figlia? Inoltre come disse Wittgenstein: «E’ illusione pensare di portare i ragazzi dove noi vogliamo se non siamo capaci di andarli a prendere là dove sono e di trovare una strada adatta da percorrere con loro».

ANGELA GRASSO Aci Sant’Antonio

 

Gentilissima lettrice:

Aggiungo la sua epistolare denuncia a quanto da anni ripeto su queste colonne: il sistema di valutazione è troppo personalistico agli esami finali e lo è altrettanto (se non di più) nel corso degli anni. Lei ha perfettamente ragione. Nell’ultima sessione di esami diversi studenti con ridicole prove sono stati apprezzati per imprecisati meriti intellettuali, altri, con belle affermazioni scritte ed orali hanno raggiunto a fatica il voto loro spettante.

Ritengo però - e lei che ha letto Wittgenstein e avrà meditato su Morin me ne darà atto - che denunciare i mali del presente non basta.

Bisogna fare proposte per migliorare il futuro -anche se questo non sanerà l’odioso caso della sua figliola. Io, con tutte le cautele del caso, suggerisco di rendere palesi i voti, perché i docenti si assumano in sede di giudizio la responsabilità delle valutazioni. Ci vorrà del coraggio per assegnare 10 a un ragazzo parolaio o mortificare con un 6 uno che conduce una bella discussione. Dicano i voti subito e coram populo, evitando quelle lunghe camere di consiglio in cui avvengono le ruberie di voti e le regalie di premi.

Non sarà il toccasana questo rimedio, ma almeno dovrebbe frenare gli episodi incresciosi di quando i docenti, da insegnanti diventano camerlenghi.

SERGIO SCIACCA (da www.lasicilia.it)







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