Le bocciature più del doppio rispetto agli altri anni scolastici
nell’esame di Stato, ex maturità, hanno suscitato scalpore
e lamentele da parte dei genitori e degli stessi
alunni che sono stati, in molti casi, in maniera inattesa,
fermati. Certo, passare dal 97 per cento di promossi
dello scorso anno, al 93-94 per cento di quest’anno, ha
causato, come si è detto, scalpore in tutti gli ambienti, come
del resto è avvenuto in tutta Italia, considerato che lo
scorso anno non è stato per nulla difficile superare l’esame.
I presidenti delle commissioni, in particolare i dirigenti
scolastici con molti anni di servizio e che da decenni
presiedono commissioni di esame di Stato, attribuiscono
la causa dei tanti bocciati alla nuova normativa ed alla
negligenza. Poi, le tante non ammissioni da parte dei
consigli di classe, in sede di scrutinio finale sono state determinanti;
sono circa 400 i candidati non ammessi agli
esami. Da parte sua, il prof. Mazzaglia, che dirige l’istituto
superiore ’Regina Elena’ di Acireale, che da oltre dieci
anni presiede commissioni dell’ex maturità spiega così
quello che è accaduto. «Molti candidati non presentavano
i requisiti minimi per sostenere le prove di esame,
per cui non sono stati ammessi agli esami,
contrariamente agli anni passati quando
questo sbarramento non esisteva. Poi, per i
candidati privatisti, vi è stata maggiore serietà
e controllo nelle prove integrative.
Inoltre, in particolare nelle scuole paritarie,
è stato molto difficile attuare il gioco dell’anticipo
agli esami per merito, considerato
che in questa sessione occorreva la media
del sette negli anni precedenti a quello attuale
e non riportare alcun debito pregresso.
Infine, la composizione delle commissioni
a maggioranza esterna ha causato un discreto
numero di non promossi rispetto al passato».
E’ certo, però, che molti degli alunni bocciati non è che
siano ’asini’ rispetto ai loro colleghi che lo scorso anno,
magari con la commissione composta da tutti i componenti
interni, hanno superato con facilità l’esame di
maturità, fra l’altro, quando, come rileva Mazzaglia, non
esisteva alcun sbarramento nello scrutinio finale; senza
dubbio, con questa formula, bisognava avere una preparazione
più consistente in tutte le materie.
A questo punto, vogliamo augurarci che i giovani non
promossi non si scoraggino, commettendo l’errore gravissimo
di abbandonare gli studi o farsi trascinare dal lavoro
nero o da altre attività non gratificanti. Bisognerà
solo impegnarsi di più nello studio: in fin dei conti una
’scivolata’ può capitare a tutti.
MARIO CASTRO (da
www.lasicilia.it)