Continuano le polemiche sul dimensionamento
della rete scolastica
nella nostra provincia. Cisl,
Uil, Snals e Gilda, contrariamente a
Cgil scuola, Snadis, Anp, Asasi, sono
per il rinvio del dimensionamento
e razionalizzazione della rete scolastica
nell’anno scolastico 2009-2010. A tal proposito, i sindacati
spiegano in una nota che «hanno
congiuntamente condiviso la scelta
di non accettare un piano di dimensionamento
frettoloso, parziale
ed iniquo, perchè
non dettato da criteri
univoci, ma volto
a rispondere a
precisi interessi di
singole scuole o
meglio di singoli dirigenti,
che si sono
presentati personalmente
’pro domo
sua’ al tavolo
delle trattative». Per questi sindacati,
il rinvio è motivato «per evitare,
per l’interesse di singoli dirigenti, lo
spostamento solo di alcuni plessi,
con la loro realtà umana di docenti
e alunni; seguire criteri certi, univoci
e funzionali nel dimensionare
le istituzioni scolastiche; considerare
i bisogni delle singole scuole,
realtà territoriali nell’ambito di un
piano generale di razionalizzazione
della rete scolastica. Tutte le riforme,
le razionalizzazioni devono mirare
a migliorare l’esistente, far tesoro
del passato, e sforzarsi di garantire
stabilità nel lavoro».
Per Cisl, Uil, Snals e Gilda, inoltre,
l’ultima razionalizzazione risale al
2000 e fino adesso sono stati fatti
degli aggiustamenti, per cui «ormai
bisognerà affrontare il problema
in modo organico».
I sindacati fanno riferimento alla
recente circolare di Leanza che
parla di attenersi alla normativa,
alunni non meno di 500 ed un massimo
di 900, evitando sovraffollamenti
di istituti, doppi turni, rotazioni
di classi nei vari plessi. Inoltre,
i segretari delle quattro sigle sindacali
condividono la proposta dell’assessore
provinciale alla Pubblica
istruzione del rinvio ’per consentire
un ulteriore monitoraggio
del territorio, anche alla luce dei
flussi migratori della popolazione
scolastica provinciale». «Considerati
i cangianti flussi di iscrizioni
nelle superiori tra licei, tecnici e
professionali - aggiungono - agendo
con superficialità e fretta, si corre
il rischio, sdoppiando gli istituti
sovradimensionati, di farli diventare
in pochi anni sottodimensionati
e quindi da chiudere o accorpare.
Viceversa, Cigil e alcune associazioni
propongono l’istituzione di
alcuni istituti superiori, distribuiti
nel territorio senza tener conto di
indirizzi richiesti dall’utenza soprattutto
senza intervenire sugli
istituti superiori, che nella provincia
risultano i più sovradimensionati;
trasformando inoltre, senza i
dovuti accorgimenti, i circoli didattici
in istituti comprensivi si potrebbe
correre il rischio di una spietata
concorrenza tra le nuove scuole
e quelle preesistenti». Cisl, Uil,
Snals e Gilda, temono che con un
dimensionamento frettoloso si potrebbero
perdere scuole, che andrebbero
in altre province, per cui
anche i nuovi presidi si potrebbero
trovare con il pericolo di essere trasferiti
altrove. I sindacati concludono
rilevando che «occorrono criteri
certi, senza deroghe sospette.
Ogni intervento va opportunamente
valutato. Bisogna intervenire, ma
con i tempi necessari e con tutti gli
elementi utili per creare condizioni
di stabilità, nel tempo, degli istituti
scolastici, garantendo l’efficacia
e l’efficienza del sistema formativo
nella nostra provincia».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)