Gela, arrivano gli ispettori
Data: Venerdì, 27 luglio 2007 ore 18:47:32 CEST
Argomento: Rassegna stampa


GELA (CALTANISSETTA) - È giunto stamani a Gela Giuseppe Valenti, l'ispettore che il ministro alla Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha inviato presso l'istituto tecnico industriale "Emanuele Morselli" per accertare i motivi che avrebbero indotto Francesco (il nome è di fantasia), uno studente 17/enne ad abbandonare la scuola. Il giovane, che è stato bocciato, ha denunciato di essere stato emarginato, deriso e picchiato dai compagni perché ritenuto gay. Lo studente ha anche sostenuto che la docente di italiano lo avrebbe invitato a non frequentare più le lezioni per non turbare la classe.

La visita del funzionario ministeriale è iniziata poco fa; il primo atto è stato l'incontro con la preside dell'istituto, Agle Savatta. Intanto è stata avviata anche l'indagine dei carabinieri, dopo l'esposto presentato dai genitori dello studente; tra le ipotesi di reato quelle di ingiurie e percosse. Gli investigatori dovranno accertare anche la veridicità dell'invito che la professoressa di italiano avrebbe rivolto al ragazzo: "Vai a casa e non venire più a scuola perché sei un gay".

Fino a questo momento non è stato possibile rintracciare l'insegnante, che ha fatto sapere attraverso alcuni parenti di essere in vacanza col marito, insegnante anche lui nello stesso istituto. La docente ha tuttavia negato di avere mai pronunciato la frase "incriminata". Anzi, illustrando il caso alla preside, avrebbe sollecitato una particolare attenzione della scuola e della famiglia per seguire più da vicino l'allievo.

La famiglia dello studente, che ieri in un'intervista a una tv privata aveva ribadito le discriminazioni nei suoi confronti negando di essere omosessuale, si rifiuta di commentare la vicenda. La madre si è limitato a una breve dichiarazione: "Siamo vicini a nostro figlio, ma ci siamo pentiti di avergli dato l'autorizzazione ad andare in televisione, percéè c'è stato troppo clamore, troppe chiacchiere".

Anche l'amico più caro di Francesco ha confermato lo stretto legame con il compagno che però si sarebbe allentato negli ultimi mesi, ma ha escluso un comportamento persecutorio dell'insegnante. "A scuola in pratica era isolato totalmente; in classe nessuno si sedeva più nel banco vicino a lui. Ne ha risentito molto e si è ritirato".

(da www.lasicilia.it)

 

 

La Preside:«Pensavo si trattasse di una ragazzata»

 

GELA. La prof. Agle Savatta, dirigente dell’Itis "Morselli", è pronta a fornire tutti i chiarimenti all’ispettore inviato da Fioroni.

Professoressa Savatta, era a conoscenza di quanto denunciato dall’alunno della sua scuola?

«No, e ritengo che non sia giusto parlare di quanto oggi è oggetto di indagine. Tempo fa ero stata informata da una professoressa di un certo disagio che serpeggiava nella sua classe per certi comportamenti di uno studente, non accettati da altri ragazzi. Avevo chiamato lo studente che, a sua volta, si era lamentato perché veniva offeso dai compagni».

Cosa ha fatto per rimuovere le cause delle lamentele esposte dall’ alunno?

«In quell’occasione avevo invitato sia lo studente sia, durante una visita in classe, i suoi compagni ad evitare di insistere in scherzi o battute che possono creare disagio o anche ferire gli altri, ricordando a tutti che prima regola del vivere civile è il rispetto dell’altro, che va sempre tenuto presente da chi si ritiene Uomo, anche quando scherza. Mi ero convinta che era stata solo una ragazzata, ma verso la fine di quest’anno scolastico sono stata di nuovo informata dall’insegnante di una certa agitazione tra i ragazzi per i messaggi che circolavano di nuovo nella classe, pertanto ho invitato la mamma dello studente a venire in presidenza. In quell’occasione la mamma mi informò della decisione del figlio di non venire più a scuola».

Le risultano comportamenti discriminatori di qualche suo docente verso l’alunno?

«Non credo che l’insegnante gli abbia detto “vattene da scuola”, anche perché la stessa è sempre stata attenta ai problemi degli studenti e, personalmente, ha telefonato alla famiglia per informarla delle assenze del ragazzo».

Cosa intende fare la sua scuola dopo questo caso?

«Non so ancora se, per quanto è successo, si possa parlare di bullismo, certo è che né la scuola né la famiglia, da sole, possono allontanare i giovani da atteggiamenti violenti e volgari che la comunità tutta, giorno per giorno, propone a vari livelli. Sarebbe importante che da questo episodio nascesse in tutti l’esigenza di tornare a riflettere sul valore del rispetto della persona, per riproporlo ai giovani».

M. C. G. (da www.lasicilia.it)







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-7923.html