''Non venire a scuola, sei gay''
Data: Giovedì, 26 luglio 2007 ore 19:35:23 CEST
Argomento: Rassegna stampa


GELA (CALTANISSETTA) - "Vai a casa e non venire più a scuola perchè sei un gay". Così un insegnante avrebbe apostrofato un suo alunno dopo aver visto un filmato in cui il giovane bacia un altro studente, costretto a farlo da alcuni compagni di classe. A denunciarlo è stata la stessa vittima, un ragazzo di 17 anni, che in un esposto ai carabinieri di Gela racconta le discriminazioni subite in classe, perchè ritenuto omosessuale. Un clima ostile che lo avrebbe indotto a non frequentare più la scuola, col risultato di essere stato bocciato.

I soprusi e gli atti di bullismo sarebbero avvenuti nell'Istituto industriale 'Emanuele Morselli', dove il ragazzo frequentava il terzo anno di informatica. Dopo averlo ripreso con un videofonino mentre baciava il compagno, gli altri studenti lo avrebbero ricattato, costringendolo a fare quello che il 'branco voleva, con la minaccia di diffondere le immagini. Il giovane sarebbe caduto in depressione e non avrebbe più frequentato la scuola. Questa ricostruzione dei fatti è contenuta nella denuncia che il giovane ha sporto ai carabinieri contro tutta la sua classe e contro alcuni insegnanti.

"Hanno detto che sono gay, ma è falso. Lo hanno fatto per invidia, perchè avevo un buon rendimento scolastico. Ho raccontato tutto alla preside e loro si sono vendicati". Il ragazzo rievoca gli sfottò continui dei compagni di classe, gli ammiccamenti velenosi perchè andava in bagno spesso insieme ad altri ragazzi. "Mi hanno picchiato, buttandomi addosso di tutto: libri, sedie, perfino i banchi. Una volta mi hanno costretto a baciare il compagno di classe per me più caro, l'unico che mi era amico. Uno di loro ha ripreso la scena con il suo cellulare per ricattarmi. Hanno detto che lo avrebbero fatto vedere a tutti se li avessi nuovamente chiamati in causa".

Lo studente ricostruisce anche il ruolo che nella vicenda avrebbe avuto la sua insegnante di italiano: "Le hanno fatto vedere le immagini riprese con il telefonino e lei, senza lasciarmi possibilità di spiegare cosa era accaduto, mi ha consigliato di restare a casa, visto che ero gay e che turbavo l'andamento delle lezioni".

Francesco parla anche delle conseguenze subite in seguito agli atti di bullismo di cui sarebbe stato vittima: "Sono caduto in uno stato di depressione, non ho più frequentato la scuola per diversi mesi. Mi sono confidato con i miei genitori e loro mi hanno incoraggiato; quando hanno visto che a causa del comportamento dei miei compagni e dell'insegnante ero stato bocciato abbiamo deciso insieme di denunciare tutto ai carabinieri".

Nel frattempo si è appreso che Fioroni ha inviato un ispettore a Gela. Il Ministro della Pubblica Istruzione, alla luce di quanto accaduto, ha disposto, tramite il direttore regionale l'invio di un ispettore, il professor Giuseppe Valente, che dovrà accertare fatti ed eventuali responsabilità e che riferirà con un primo rapporto nelle prossime ore.

(da www.lasicilia.it)







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