Il problema del dimensionamento e della
razionalizzazione della scuola catanese
sta continuando sulla stessa scia dei
mesi addietro, quando per un motivo o
un altro, dopo tante polemiche, non si fece
nulla rinviandone la soluzione all’anno
scolastico 2008-2009. Sembrò che si
fosse intrapresa la strada giusta, tant’è
che l’assessore regionale alla Pubblica
istruzione Leanza, nel maggio scorso,
diffuse una sua circolare con cui invitava
gli Enti locali a trasmettere tutte le
proposte di dimensionamento delle
scuole agli uffici scolastici provinciali
entro il primo agosto, cioè fra dieci giorni.
Da parte sua l’assessore comunale
alle Politiche scolastiche organizzò diversi
incontri, qualcuno anche in piena
estate, con dirigenti scolastici ed organizzazioni
sindacali per parlare di dimensionamento.
Nell’ultima di queste
riunione venne presa una decisione, che
non è stata condivisa da ANP, Flc- Cgil,
Asas, cioè la proposta di alcuni sindacati
di rinviare il dimensionamento e la razionalizzazione
della rete scolastico nell’anno
scolastico 2009-2010. Pare che la
motivazione sia scaturita dal fatto che
l’assessore alle politiche scolastiche della
Provincia si è impegnato ad intraprendere
nelle scuole superiori alcune iniziative
di sperimentazione che necessiterebbero
di verifica da parte dell’utenza.
A tal proposito il dirigente scolastico Cristina Cascio, fra l’altro presidente nazionale
dello Snadis, che ha partecipato all’incontro,
rileva, a nome della Flc Cgil,
che «si prende atto di quanto dichiarato
dalla Ferro la quale afferma l’assoluta
necessità di non rinviare ulteriormente
gli interventi previsti nel Comune di Catania
finalizzati a compensare le riduzioni
delle scuole di base con l’istituzione di
scuole secondarie di secondo grado per
rispondere alle esigenze inderogabili
dell’utenza. Pertanto, sollecita immediata
attivazione di tutte le proposte che
non siano contraddittorie con un quadro
generalizzato di miglioramenti del servizio
pubblico».
Il presidente provinciale dell’ANP
prof. Indelicato, in una sua nota, critica
l’atteggiamento dei sindacati della scuola
che «hanno fatto di tutto per ’stoppare ed inceppare’ il dimensionamento.
L’assessore Miamone ha interpretato la
consultazione come momento di delega
totale alle forze sindacali di ogni responsabilità
propositiva e decisionale. Compito
che spetta legittimamente alle scuole
autonome ed ai consigli di istituto o di
circolo che ne rappresentano sul territorio
le relative istanze. L’Anp stigmatizza
ogni tentativo di rinvio al 2009-2010 degli
interventi di razionalizzazione, significando
invece l’urgenza e l’improcrastinabilità
degli stessi; insiste e sollecita l’amministrazione
comunale a presentare
entro il primo settembre, al dirigente
dell’ufficio scolastico provinciale di Catania,
la propria proposta sintetica del piano
utilizzando tutte le proposte pervenute
dagli organi collegiali della scuola».
Indelicato, inoltre, critica l’amministrazione
provinciale che non si è attivata
con «tavoli provinciali», come ha fatto il
Comune, dal momento che «la sofferenza
dei megaistituti superiori che necessitano
sdoppiamenti è fortemente sentita
da tutta la comunità scolastica. Il percorso
quindi non potrà essere interrotto
né impantanato da interessi nascosti e
sotterranei volti a lasciare nell’immobilismo
la scuola catanese».
Contro il rinvio è anche l’ASAS (Associazione
delle scuole autonome della Sicilia).
Infatti, il preside Giuseppe Adernò,
vice presidente, rileva che il «piano di dimensionamento
è urgente e dovrà essere
integrale, coinvolgendo i diversi settori
dell’istruzione, tenendo conto dei locali,
del territorio, del flusso di mobilità
nell’area metropolitana». In effetti, la situazione
è tutt’altro che tranquilla. Basti
pensare che vi sono scuole sovraffollate,
con oltre 2000 alunni, altre sottodimensionate.
Ci diceva un genitore di un
alunno che ha frequentato a Rieti il terzo
liceo scientifico ad indirizzo sperimentale
scienze, che è stato respinto in
una scuola superiore catanese per mancanza
di posto. Un esempio, come tanti
altri, a dimostrazione che un ulteriore
rinvio del problema è senz’altro negativo
per la scuola catanese.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)