VIOLENZA A SCUOLA: Conclusa la prima fase del progetto dall’assessorato alle Politiche scolastiche.
Data: Sabato, 21 luglio 2007 ore 20:36:38 CEST
Argomento: Rassegna stampa


21.07.2007. Allarmanti i dati relativi al primo semestre del 2007.

Maimone: «Necessario intervenire sulle famiglie e investire sulla formazione degli insegnanti».

Con la presentazione dei dati preliminari relativi alla diffusione del fenomeno anche nelle scuole catanesi, si è conclusa la prima fase del progetto promosso dagli Assessorati comunali alle Politiche Scolastiche e ai Servizi sociali, in sinergia con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università e con gli istituti monitorati.

Il progetto, finalizzato alla prevenzione, prevede un’attività di ricerca scientifica e un corso di formazione per il personale docente e non docente. La causa principale che favorisce il dilagare delle violenze tra coetanei è, per ammissione degli stessi genitori, la disinformazione: nell’ambito del progetto è stato pertanto realizzato il fumetto- opuscolo «Bullo non è Bello» destinato ai ragazzi e alle famiglie.

Ogni giorno viviamo, direttamente o indirettamente, esperienze in cui adolescenti e anche bambini sono implicati nel ruolo di vittime o aggressori in episodi di bullismo, termine con cui definiamo la violenza tra coetanei. Il bullismo è diventato un’emergenza: basta guardare i dati degli studi condotti in varie nazioni, per accorgersi che si presenta ovunque con livelli di frequenza simili e diventa sempre più un fenomeno di gruppo, con conseguenze negative per i ragazzi coinvolti. Sarebbe certo comodo liquidare il bullismo come opera di piccoli gruppi di emarginati; occorre invece pensare che è un problema di tutti e che insieme dobbiamo affrontarlo.

È evidente che la scuola è il luogo privilegiato in cui spesso si scatenano queste esplosioni di violenza e dalla scuola bisogna iniziare per tentare di trasformare tali dinamiche. La prevenzione è appunto l’obiettivo del progetto «Promozione del benessere in bambini e adolescenti con problematiche di bullismo», promosso dagli Assessorati comunali alle Politiche Scolastiche e ai Servizi Sociali e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università, in collaborazione con le scuole Caronda, Dusmet, Parini, Vespucci.

L’iniziativa - coordinata, per l’Università, dall’esperta Giuseppina Mendorla e, per l’Assessorato alle Politiche Scolastiche, dalla funzionaria Margherita Matalone - ha messo in campo in primo luogo un’attività di ricerca e un corso di formazione per il personale docente e non docente, curato ancora dalla Mendorla, responsabile scientifica del progetto.

Ieri nel Refettorio Piccolo delle Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero, in occasione della chiusura della prima parte del corso che riprenderà in settembre, sono stati resi noti i dati preliminari del monitoraggio effettuato nelle scuole interessante. Cifre allarmanti, relative al primo semestre 2007, che hanno mostrato che il bullismo è in crescita, come è evidente dal confronto con risultati di una ricerca simile condotta nel capoluogo etneo nel 1999.

Se allora i ragazzi che ammettevano di essere coinvolti - vuoi come attori, vuoi come vittime - erano circa il 50%, oggi sono circa l’80%. Percentuali che concordano con quelle degli altri paesi, che per questo motivo ritengono che il bullismo sia una realtà drammatica da affrontare con strumenti specifici. Altro dato interessante è che è la classe il luogo privilegiato e che il bullo agisce in gruppo, attraverso una sottile forma di violenza psicologica che ha esiti dannosi per la crescita della vittima, la quale accusa spesso una varietà di sintomi psicosomatici, per evitare di andare a scuola.

Pronte e stimolanti le valutazioni compiute dal folto uditorio. L’assessore alle Politiche Scolastiche Giuseppe Maimone, promotore del progetto, ha rivolto un ringraziamento ai dirigenti scolastici, referenti, insegnanti, che con interesse e passione hanno dato vita agli articolati interventi di prevenzione, sottolineando «la necessità di intervenire sia sulle famiglie che sui bambini ma soprattutto di investire sulla formazione degli insegnanti, stabilendo al contempo un’indispensabile sinergia tra le istituzioni».

Se il vice prefetto Michela La Iacona ha ribadito il grande interesse che la Prefettura ha nei confronti del tema e della realtà giovanile, Marcello La Bella, funzionario della Polizia di Stato ha evidenziato come il fenomeno si sia allargato anche su Internet e ha ricordato storie di bulli recentemente messe in rete. Preoccupazione e impegno anche da parte dell’Ufficio scolastico provinciale, rappresentato dalla dirigente Anna Maria Battiato.

«Dagli incontri con allievi, insegnanti e genitori - ha sottolineato Giuseppina Mendorla, docente di Psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari nell’ateneo catanese - è emersa la grave disinformazione sul tema, che rende insegnanti e genitori poco preparati ad ascoltare e aiutare i ragazzi».

Urgente è dunque l’esigenza di aumentare la consapevolezza della drammaticità del fenomeno, conoscerlo meglio e trovare insieme valide soluzioni. In quest’ottica è stato realizzato e presentato un opuscolo rivolto sia agli studenti che ai genitori, elaborato dalla stessa Mendorla, con i disegni del maestro Angelo Pavone. Il fumetto, dal titolo «Bullo non è Bello», nasce proprio come strumento d’informazione sulle cause, sui rischi e sulle opportunità di intervento per la prevenzione della violenza tra coetanei.

(da www.lasicilia.it)







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