Perché una donna in attesa di un bimbo è «incinta», qual è l'etimologia della parola? Francesca Lo Giudice
L'aggettivo italiano incinta è largamente usato per indicare la condizione di una donna che è in stato di gravidanza ed ha le sue prime attestazioni già nel XIII secolo, in particolare, si può ricordare il seguente passo di Jacopone da Todi, citato anche dalla Crusca e dal Tommaseo: «Spirito Santo, amor sommo e paterno, / riempié lei del suo santo governo: / incinta si trovò la pulzelletta». L'etimologia della parola ci porta al latino medievale incincta che, a sua volta, deve considerarsi un rifacimento paretimologico del latino classico inciens -entis «gravida», sul modello del participio passato di incing_re «recingere»; tale accostamento è motivato da Isidoro di Siviglia, nelle Etimologie, attribuendo al prefisso in- un valore negativo (incincta equivarrebbe quindi a non cincta) e alludendo così al fatto che le donne gravide non fossero use portare cintura («incincta, id est sine cinctu; quia praecingi fortiter uterus non permittit»). Non infrequente, infine, nella scrittura poetica, è l'uso di sostantivare l'aggettivo, come, per esempio, ci mostra il Parini nei versi dell'ode Alla Musa dedicati a Giunone: «Scenderà in tanto dall'eterea mole / Giuno, che i preghi de le incinte ascolta».