Sono molti i docenti precari che temono
che le graduatorie possano subire modifiche
a causa dell’ordinanza della sezione
III bis del Tar del Lazio che aveva rigettato
le richieste dei docenti «montanari».
Ma, dopo appena un mese, inspiegabilmente,
i giudici romani hanno smentito
se stessi, sospendendo il Dm che ordinava
la detrazione del doppio punteggio.
Una decisione che, oltre a porsi in chiaro
contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale,
avrebbe messo a grave rischio
il regolare avvio dell’anno scolastico,
considerato che avrebbe comportato
la revisione di tutte le graduatorie con
notevole rischio per le prossime assunzioni
dei docenti che hanno maturato il
diritto di essere immessi nei ruoli. Timori
che sono stati fugati, questa volta in via
definitiva, dalla recente sentenza del
Consiglio di Stato, che si è dichiarato contro
il doppio punteggio per i docenti che
avevano prestato servizio in scuole ubicate
in zone di montagna. Fra l’altro, con decisioni
emesse il 3 e il 13 luglio scorsi, il
supremo organo della giustizia amministrativa
aveva confermato l’assoluta inapplicabilità,
nella graduatoria dei docenti,
del bonus di punteggio inizialmente previsto
dalla legge 143 del 2004 e, poi, dichiarato
incostituzionale grazie ai ricorsi
proposti da numerosi docenti di Catania
ed Enna, difesi dall’avv. Fabio Rossi.
Anche il Ministero, temendo che l’ordinanza
del Tar del Lazio avrebbe causato
un vero e proprio "terremoto" nella scuola
di Stato, ha inoltrato immediato appello
al Consiglio di Stato, che ha dato ragione
ai non "montani". Certo, almeno così
dicono gli esperti nel settore, è assurdo
che il Tar del Lazio dia un parere diverso
da quello della Corte Costituzionale, oltre
tutto lo stesso Tar aveva dichiarato infondata
la questione di costituzionalità (poi
invece accolta dalla Corte a seguito dell’ordinanza
di rimessione emessa dal Tar
di Catania); e, adesso, sulla medesima
questione, si è contraddetto addirittura
nell’arco di poche settimane, facendo
sorgere nuove e inutili illusioni ai docenti
"montanari".
Insomma, un pasticcio, per fortuna risolto
in tempo, che avrebbe davvero messo
in crisi non solo la scuola di Stato, ma
gli stessi docenti precari sia montani, sia
i loro colleghi, "rivali" per fortuna solo in
questa questione, ma entrambi uniti, per
raggiungere lo stesso obiettivo; entrare in
pianta stabile nella scuola.
M. C. (da www.lasicilia.it)