DOPO IL FLOP DELLE TRE «I», SI PUNTA ALLA «U»
Data: Lunedì, 16 luglio 2007 ore 01:07:33 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Sono i punti di vista che hanno rivoluzionato l’arte moderna ma quelli differenti dei due ultimi ministri che si sono succeduti alla istruzione generano qualche pizzico di confusione: dalle osannate tre I (informatica, inglese, impresa) di Moratti, attraverso una inattesa liana alla Tarzan, Fioroni sta passando a una sola vocale: la U di Umanesimo nei nuovi programmi nazionali. Ne siamo felici anche perché le tre I si sono dimostrate più propaganda che effettiva realizzazione come ben possono dimostrare i tagli delle ore di lingua straniera e dei laboratori di informatica mentre di impresa in Sicilia si avverte solo l’odore.

Con le discipline umanistiche Fioroni intende recuperare in modo particolare la storia per cogliere i processi dello sviluppo della condizione umana assieme a quelli della conoscenza. Una scuola equa e di qualità con cui appianare, risolvendole, le differenze culturali e di classe? Una scuola che capisca i dissidi e le complessità dei giovani globalizzati? Che si adatti alle diversità, alle immigrazioni, alle multi etnie, creando sapere e dissipando malesseri e bullismi? Difficile perché oltre all’umanesimo chiede di essere riscattato il sapere scientifico e tecnologico che soffre di una discriminazione antica per cui da qualche tempo a questa parte gli istituti professionali e tecnici deperiscono, assimilati come sono a luoghi dove si impartisce una sorta di sotto-cultura, fruibile solo dai meno abbienti e dagli asini, mentre è quasi del tutto assente lo stimolo alle espressioni artistiche e creative intraviste nella rifondazione dei licei musicali.

La speranza resta comunque quella che il «non uno di meno» di don Milani possa avere cittadinanza anche se la marcia è lunga e le sue guide ferme a schemi di trasmissione del sapere antichi per cui queste indicazioni possono servire a oliare la pinza di Fioroni non già al restyling della macchina intera. In ogni caso dal 2008, in fase sperimentale, le nuove indicazioni entreranno alle elementari e alla media con soddisfazione, crediamo, delle case editrici, che dovranno rivedere i vecchi testi basati sui punti di vista della Moratti, ma con più malumore dei docenti, che dovranno riconvertire programmazioni e impostazioni didattiche, anche se la sperimentazione darebbe un margine di manovra ai consigli di classe.

Messo in salamoia è il tutor, che però poteva essere una buona figura per guidare i ragazzi difficili o a rischio dispersione o abbandono, condannato sulle secche dei fondi a disposizione, insieme ai piani personalizzati che avrebbero gravato tuttavia solo nel lavoro dei docenti e poco sui risultati effettivi. Al più presto inoltre i piani di revisione dei programmi dovrebbero fare capolino nelle superiori, anche qui in fase sperimentale a partire dal 2009, ma dove il ministro minaccia di reintrodurre gli esami di riparazione a settembre, cosa che ci fa gioire. E non già per la riesumazione delle lezioni private a pagamento, che dovrebbero comunque restare a carico della scuola, ma per quell’indecoroso cerchietto rosso sul sei che livellando tutti i ragazzi demotiva chi ha lavorato tutto l’anno.

Ancora una volta però si tratta di fare investimenti seri per attrezzare le scuole e gratificare i docenti, pianificando recuperi che vadano oltre le risibili 10 ore, o poco più, finora assegnate per materia da riparare a inizio d’anno o a chiusura del primo quadrimestre. E corsi di più ore si renderanno ancora più necessari anche in funzione delle nuove disposizioni relative agli esami di stato per partecipare ai quali è fatto obbligo di non avere debiti. Per questo meraviglia sapere che i fondi destinati alle attività di recupero siano stati poco sfruttati dalle scuole, come dichiara il Ministro, mentre in alcune scuole, per lungimiranza dei suoi dirigenti, è avvenuto esattamente il contrario.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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