Un progetto strategico- collegare in rete gli ospedali italiani all’estero
Data: Martedì, 26 novembre 2002 ore 10:06:52 CET
Argomento: Recensioni


Un progetto strategico- collegare in rete gli ospedali italiani all'estero

Gli esperti sono oggi concordi nel ritenere che la riunione degli “ospedali di eccellenza” in reti sia un elemento strategico per lo sviluppo della conoscenza e dell'assistenza sanitaria. Infatti, il valore dei singoli viene moltiplicato dall'essere riuniti con altri, in quanto viene condivisa una conoscenza, una possibilità di sperimentazione e la possibilità di reclutare pazienti in numero elevato e, quindi, di ottenere rapidamente risultati, cosa che singolarmente è più difficile fare.

Proprio per questo motivo anche l'Italia si è orientata a riunire alcuni centri di eccellenza in reti; tra le prime è partita “Alleanza contro il cancro”, che riunisce, appunto, alcuni centri di eccellenza oncologica in una rete di collaborazioni.
Rete non significa solo un collegamento informatico, significa, appunto, un insieme di collaborazioni, di rapporti, di circolazioni di personale e di conoscenze; significa anche una rete informatica, tuttavia, perché su questa rete oggi possiamo far correre dati e immagini e, quindi, effettuare in ogni punto della rete un consulto su un singolo caso; ad esempio se si sottopone a degli esperti la lettura di un vetrino o di una biopsia, la diagnosi acquisisce un'accuratezza maggiore e, quindi, il paziente ne trae il grande vantaggio di una diagnosi sicura; se il consulto si estende alla terapia, il paziente acquisisce il vantaggio di poter essere trattato con un protocollo moderno, ovunque egli risieda e, quindi, ovunque arrivi la rete.

Tutto questo è molto importante, soprattutto alla luce dell'alta tecnologia che continua a crescere e che continuamente propone strumentazioni sofisticate e referti sofisticati, che solo alcuni specialisti possono leggere; parliamo della bioimmagine o di quello che può essere una PET o una TAC, che è difficile leggere, se non da parte di specialisti; poter far viaggiare queste immagini su una rete e farle leggere da un esperto rappresenta un grande conforto per i medici, ovunque essi operino.

Abbiamo pensato di estendere questa rete agli ospedali italiani all'estero. Abbiamo all'estero oltre 40 ospedali gestiti da italiani, che operano in vari continenti; alcuni di questi sono centri di eccellenza e, quindi, con essi vorremmo legarci in una rete trasversale, orizzontale, che riunisca i nostri ospedali con i loro, per aumentare le sinergie.
In alcuni Paesi, in particolare dell'Africa, non esistono centri di eccellenza, esistono ospedali gestiti spesso da organizzazioni non governative, soprattutto di matrice cattolica, che rappresentano, a volte, l'unico presidio sanitario di quel Paese; un collegamento in rete, in questo caso verticale, che consenta di trasferire conoscenza e aggiornamento a questi ospedali, che a loro volta possono trasferire la conoscenza e la preparazione al personale locale e quindi far crescere il personale sanitario in loco, ha un enorme valore.

Possiamo far trasferire su questa rete la conoscenza, possiamo fare il teleconsulto e, quindi, dare anche a quei paesi lontani e a quegli ospedaletti la possibilità di operare in modo moderno. Non solo, questi ospedali, inoltre, rappresentando il punto di riferimento di un territorio, di fatto creano nel territorio una rete di cure primarie, che spesso manca in quei Paesi e che è essenziale per lo sviluppo della sanità.
Intorno a questi ospedali, poi, è possibile immaginare che alcune imprese italiane possano creare lavoro o manodopera locale e produrre, ad esempio, farmaci generici o semplici dispositivi medici, a fronte di agevolazioni che i governi locali vogliano considerare.
Già durante l'incontro di Lugano del G8 per l'Africa, organizzato dall'On. Alberto Michelini, due settimane orsono, i capi di Stato hanno dato ampia disponibilità a questa operazione; quindi si configura di fatto la possibilità che questi ospedali diventino centri di italianità, in una logica che non è la vecchia logica di assistere i paesi deboli, e quindi, di erogare solo finanziamenti, ma di contribuire con uno spirito di partenariato vero, alla loro crescita e al loro sviluppo. Solo così è pensabile che si colmi il divario che ancora purtroppo esiste tra questi Paesi ed il mondo più avanzato.

Su questo fronte l'Italia intende impegnarsi tenacemente; in questa collaborazione vediamo il Ministero della Salute, il Ministero degli Italiani all'Estero del Ministro Tremaglia e, ovviamente, il Ministero degli Affari Esteri, ma anche il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie ed il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, accanto al programma citato dell'On. Michelini, il quale su mandato del Presidente Berlusconi sta sviluppando questo cosiddetto G8 di sostegno all'Africa.

Credo, quindi, che abbiamo avviato un nuovo percorso, vi è stato un riscontro molto entusiasta da parte dei convenuti all'incontro, che si sono riuniti in Associazione; da un lato avremo quindi un Comitato istituzionale italiano, che prevede anche la partecipazione del mondo cattolico, delle associazioni non governative, degli industriali, delle banche, delle fondazioni, e dall'altro avremo l'associazione degli ospedali italiani all'estero, che con il suo direttivo costituirà una cerniera con le istituzioni italiane, perché lo sviluppo che abbiamo immaginato possa davvero realizzarsi in tempi brevi.

da www.ministerosalute.it







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-779.html