"SONO UN DEFICIENTE": QUEL GENITORE E' DA CONDANNARE
Data: Luned́, 02 luglio 2007 ore 01:31:42 CEST
Argomento: Rassegna stampa


A proposito della prof assolta

Lo scandalo consiste non nella mancata condanna della prof palermitana, ma nell’essere arrivati ad un così assurdo e grottesco processo. Chi è da condannare? Il ragazzo “umiliato” dalla punizione o la prof. brutta e cattiva? Io, persona normale che calca le scene della classe giornalmente, se fossi stato il padre del bullo avrei certamente punito mio figlio, anche pesantemente; inoltre avrei chiesto mille volte scusa al ragazzo offeso ed alla sua famiglia.

Ma qui no! Si arriva all’assurdo. Il babbo chiede una condanna per la prof, colpevole di aver provocato problemi psichici al caro, tenero, figlio bulletto.

L’assurdo continua con la richiesta del Pm: addirittura il carcere per la prof. Con questa farsa, non si è fatto altro che consolidare le tendenze da bullo del ragazzo. Costui si vanterà per numerosi lustri di aver fatto rischiare alla sua prof. una condanna al carcere, colpevole di avergli inflitto una punizione! E chissà nel frattempo di quanti altri danni sarà artefice.

La scuola sta andando definitivamente alla rovina, e noi insegnanti siamo impotenti. Siamo ormai privi di autorevolezza, e i genitori interloquiscono con noi solo per avanzare diritti e ottenere tutto facilmente e senza fatica alcuna. Questo è il motto di questa generazione di studenti e dei loro genitori- sindacalisti.

A. FICHERA

 

Giustizia per i poveri prof

So di toccare un argomento molto attuale e altrettanto pesante, ma ormai nell’immaginario collettivo la figura degli insegnanti corrisponde a quelle di "mostri " a piede libero da colpire. Apprendo che, l’insegnante che aveva fatto scrivere al suo allievo per svariate volte "sono un deficiente"è stata assolta. Ricordando che deficiente deriva dal latino "deficiere" ovvero mancare di... questo è l’ennesimo episodio burla che investe la classe docente.

L’insegnante ha il compito di impartire le nozioni base della conoscenza e dell’educazione per formare il buon cittadino e l’uomo del domani, ma a volte, deve adoperare metodi punitivi per richiamare l’attenzione dei discenti al corretto rispetto delle regole. Ovviamente quello che si vede in giro tra media e internet non fa altro che fomentare focolai di odio verso i docenti, accusati di non far nulla tutto il giorno, di infischiarsene dei bisogni degli allievi. Adesso basta. Ministero e organi competenti capiscano una buona volta che andiamo tutelati, che il nostro compito non si limita alla lezione frontale ma anche ad un lavoro psico-pedagogico-comportamentale che richiede un grosso sforzo e un grande impegno. Mi auguro che questa sentenza metta fine a questa campagna mediatica contro i prof e che si comprenda qual è il duro lavoro che svolgiamo.

FRANCESCO PIAZZA

(da www.lasicilia.it)







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