Sulla base del decreto Omnibus del 21
giugno le scuole finalmente potranno
respirare profumo di euro perché non
pagheranno più la famigerata Tarsu, la
tassa comunale sui rifiuti, che era riuscita
a fare andare in rosso, più di ogni altro
balzello, le loro magre casse; e saranno
esentate pure dal pagamento dell’Iva
per l’acquisto di beni e servizi per
fare funzionare meglio le cose. Tuttavia
il regalo più gradito che hanno ottenuto
riguarda il pagamento dei supplenti il
cui stipendio sarà a totale carico del ministero
dell’Economia, mentre riceveranno
risorse aggiuntive, in proporzione
alla popolazione scolastica, per fare
fronte alla crisi finanziaria in cui tantissime
istituzioni si trovano. Bella sorpresa,
bisogna dire, anche perché in
questo modo finiscono le liti coi Comuni
e con i Csa e soprattutto finisce la
contesa col ministero della Istruzione
che all’epoca Moratti aveva tagliato e tagliato,
grazie pure all’intesa col collega
del Tesoro convinto che la scuola potesse
cavarsela alla meglio non nominando
supplenti e contrabbandando la spazzatura
con le giunte comunali.
E se queste sono tutte buone notizie,
la nuova legge sugli esami di Stato nasconde
pirateschi regali per i professori
a cui verranno addossati altri gravami
senza un minimo di contropartita economica.
La legge infatti prevede che lo
studente, a partire dall’anno scolastico
2008-2009, non potrà sostenere l’esame
di Stato se non avrà saldato i debiti
contratti. Chi dunque frequenta quest’anno
la terz’ultima classe, se si conquista
un debito lo deve saldare, pena
l’esclusione.
Compito della scuola è informare la
famiglia in modo dettagliato per programmare
gli opportuni recuperi, fornendo
non solo le motivazioni della
bocciatura ma anche i punti deboli per
consentire all’alunno una possibile preparazione
esterna che poi il professore curricolare dovrà giudicare per togliere
o confermare il debito. La scuola, con
tutti i suoi organismi: collegio, consigli
di classe e di Istituto, a ogni inizio di anno
dovrà programmare tempi e modi
per consentire il saldo, istituendo pure,
come talvolta alcuni presidi hanno fatto,
corsi di sostegno per chi già comincia
a dare segni di debolezza.
Per evitare dunque ricorsi e azioni
giudiziarie (da un po’ di tempo sempre
più frequenti) i consigli di classe dovranno
motivare nel dettaglio le insufficienze
dell’alunno e i luoghi esatti dove
albergano le ignavie da studio. Correlato
a questo decreto c’è quell’altro che
aumenta il punteggio dei crediti scolastici
da 20 a 25 punti per favorire chi ha
medie più alte, mentre il colloquio passa
da 35 a 30 punti per compensare i 5
in più alla carriera. In questo modo Fioroni
intenderebbe rivalutare il merito
ponendo appunto un freno al famigerato
sei col cerchietto: «I debiti vanno saldati
», sibila il ministro, «e le famiglie
siano i principali alleati nel mestiere di
istruire educando».
E la scuola? Anche per i professori il
ministro ha parole: «Siete i principali attori
del sostegno». E quando mai non lo
sono stati, diciamo al ministro. Se qualche
mancanza si è sentita è stata proprio
la sua e su tutte le trincee anche
quando ha dichiarato, di fronte alla epidemia
di maturite che ha colpito un
quarto dei commissari, che avrebbe disposto
controlli a tappeto, avvalorando
certe tesi sui professori, ma dimenticando
di aggiungere che ha abbassato i
compensi di circa il 40% e pochi giorni
prima dell’inizio degli esami di Stato.
Ora pretende, ed è pure legittimo, che i
professori specifichino nel dettaglio i
motivi delle insufficienze e di quali
mancanze l’alunno soffra.
Lui non lo dice ma questa avvertenza
è legata all’evidente rischio di ricorsi e
pure di denuncie per omissioni d’atti di
ufficio già in fase preliminare all’esame.
E si possono correre, diciamo pudicamente
a Fioroni, queste avventure legali
per uno stipendio che un suo illustre
predecessore definì «da fame»?
PASQUALE ALMIRANTE (da
www.lasicilia.it)