Maturite:sindrome da esami.Ma ci saranno i vaccini?
Data: Domenica, 24 giugno 2007 ore 19:48:59 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


L’hanno definita “maturite” questa strana sindrome che ha colpito solamente ed esclusivamente i professori nominati per gli esami di stato come membri esterni e talvolta pure i membri interni, ma con minore frequenza questi ultimi per non lasciare in asso i propri alunni. Ed è malattia perniciosissima che si manifesta puntuale qualche ora prima di presentarsi nella scuola dove si è nominati e che però si esaurisce nell’arco solo di qualche giorno: due o tre, lo stretto necessario per non farsi vedere a scuola e alle dipendenze del presidente di commissione che tuttavia anche lui talvolta può esserne affetto, benché con più rara frequenza. Male acuto, la “maturite”, che pare abbia colpito addirittura un quarto dei commissari, contrariamente a quanto si verificava prima, quando appunto i docenti erano tutti interni e allora, anche di fronte a crisi acute di rigetto verso la scuola e gli alunni e perfino verso i banchi e nella sperimentata certezza che i compensi sarebbero venuti a distanza di anni (ci sarebbero professori che ancora aspettano le propine dell’anno scorso), con santa pazienza si andava a officiare il rito degli esami a firma Moratti. Il nuovo ministro della pubblica istruzione, che da medico ha dimestichezza con la sanità, di fronte a questo strano virus assolutamente stagionale ha comunicato di avere disposto verifiche a tappeto, ordinando l’accertamento fiscale: per capirne la causa, crediamo, non già per perseguitare perché è comunque la scuola di appartenenza che dispone la visita del medico e il dirigente, o il suo sostituto, può anche evitare di farlo, come è bene scritto nell’ultimo contratto di lavoro che, nonostante sia colpevolmente scaduto nel dicembre 2005, è ancora valido. Fioronate dette ai giornalisti per dimostrare severità e serietà ministeriali che però dovrebbero essere rivolte altrove, come alla certezza di essere pagati in tempi rapidi e con congruità rispetto al lavoro che c’è da fare. E invece solo qualche giorno prima degli esami, proditoriamente,  è stata pubblicata la tabella dei compensi che sono ridicoli, così ridicoli da fare andare in escandescenza la collega alle prese con una delicata ecografia che nessuna struttura pubblica poteva fare nell’arco della settimana prima del suo impegno in commissione. 150,00 euro, con promessa futura di ricevuta fiscale, e per appena 15 minuti di lavoro del radiologo presso una struttura privata: ma questi sono altri compensi. A un commissario interno invece, per 15 giorni, ma possono essere anche di più se la classe è numerosa, di lavoro duro, carico di responsabilità (denunce e ricorsi), stressante, in aule-forno vanno invece, al lordo, la bellezza di 399,00 euro e se è insegnate di lingue in classe bilingue deve dividerli col collega. Al membro esterno per un mese intero vanno, sempre al lordo, 911,00 euro e al presidente 1.249,00. Se si dividono le giornate in ore di lavoro crediamo che la paga sia di appena 26 euro a giornata che, se si divide per sei ore lavorative, il saldo dovrebbe essere di 4 euro l’ora e sempre al lordo. Fioronate dunque per coprire altri mali, mentre tutta l’attenzione è rivolta alle condizioni dei maturandi, alle ansie delle mamme, alle crisi da esami, alle notti insonni per ripassare e ai santi a cui votarsi. Scozzolature per consentire la nascita dei ficodindia fioroni, perché tutto il peso della recuperata serietà degli esami è a carico dei professori, compreso lo sbandierato  rigore che si vorrebbe fare passare e a cui si uniscono tuttavia le distrazioni sulla necessaria correttezza di dare contropartite. E non è solo relativamente ai compensi, ma anche sulle garanzie per i docenti che devono innanzitutto giudicare. E giudicare non è cosa semplice e in modo particolare quando in ballo c’è l’avvenire di un ragazzo che per cinque anni ha frequentato nel bene e nel male una scuola la quale fra l’altro non ha mai offerto il massimo. E allora, quando a tutto questo ci si mettono pure le segnalazioni di gente di cui si era persa perfino la memoria, l’attenzione nervosa per evitare ricorsi, lo scrupolo a fare bene il proprio lavoro, le ansie da prestazione, perché non farsi prendere dalla maturite? Da qui il nostro convincimento che la serietà il ministro la dovrebbe sviolinare per più concreti vaccini se vuole debellare veramente questa eccentrica epidemia.

PASQUALE ALMIRANTE 







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