“ALL’ESAME DI MATURITA’? ABBIAMO COPIATO!”


Come fare per rendere più seria la scuola italiana? A questa ossessiva domanda che bene o male martella la mente di tutti i suoi malcapitati operatori, si cercano le più svariate risposte: ci vuole più rigore, più severità, più selezione, più preparazione, più questo, più quello…e via dicendo.
Ma prendiamo per un attimo un argomento di attualità: l’esame di stato. Inizialmente avevamo tutti provato un moto di sollievo, quella parola “commissario esterno” faceva davvero ben sperare in una prova più rigorosa, più selettiva, più…come dirlo con una parola? Seria. Ecco seria.
E invece non bisognerebbe mai passeggiare per le vie ed incontrare i ragazzi impegnati nella maturità. Qui e in tutta Italia. Non importa quale istituto frequentino, non importa tanto il livello della loro preparazione, non importa nemmeno che ci siano i commissari esterni. Davvero tutto questo non importa.
Perché la frase famosa, quella che dicono tutti, è: “Abbiamo copiato.”  A niente sono serviti i controlli (ma ci sono davvero stati?!), a nulla le ramanzine di fine anno, tutti quiei bei discorsi dul valore personale, sull’orgoglio di fare da soli, sulla dignità della propria preparazione. Tutti, o quasi, hanno copiato. Quell’assedio sotto le scuole ha funzionato di nuovo. Tutti, o quasi, hanno copiato. Con copia proveniente dall'esterno, non dagli stessi compagni.
Anzi quasi tutti. Perché qualche fesso nella vita ci vuole. E il vero fesso è quello davvero bravo. Lui non ha copiato, il compito se l’è fatto da solo, ma, che volete, era difficile, ed essendo difficile, qualcosa magari l’ha sbagliata. Vuoi vedere che adesso succede che, con il commissario esterno, che non conosce bene i ragazzi…il bravo diventa bravino e il sufficiente o addirittura lo scarso diventa bravo?!
Capito, che macello?
Per favore, ministro, ci faccia una cortesia: l’esame di stato, così fatto, eliminiamolo. O meglio leviamoci la farsa…

SILVANA LA PORTA