Esame di Stato. La scelta degli studenti per la prima prova: Né Dante né civismo, meglio l’attualità
Data: Venerdì, 22 giugno 2007 ore 19:54:47 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Prova di Maturità per il Ministro: nella vasta sventagliata di titoli e documenti forniti per la prima prova degli esami di Stato (Analisi del canto dantesco di S. Francesco; discussione sui luoghi dell’anima da Petrarca a Chagall, passando per la Firenze foscoliana e la Trezza verghiana; contributo sulla legalità; sulla nascita della Costituzione, sulla scienza; sull’immigrazione e sulle magalopoli) la grande maggioranza degli studenti ha preferito trattare dei temi di attualità che ogni giorno si incontrano sulle pagine dei quotidiani: giustizia, meticciato culturale, ricerca dell’identità dello spirito.

L’esposizione "letteraria" su Pascoli e Leopardi ha ceduto il passo all’esperienza vitale del luogo che forma il carattere, da cui desumiano quel temperamento che poi conserveremo con affetto e che i giovani sono pronti ed arricchire nei loro animosi Wanderjahre: quello che faceva amare l’ermo colle al Recanatese, e fece formulare l’etica dell’ostrica al verista Catanese. Messo vistosamente da parte Dante che pure si prestava a essere ampiamente sviluppato per dissertazioni pre-confezionate.

Ma la realtà è che i nostri giovani (parliamo della maggioranza, non delle frange minuscole che fanno notizia ma non sono significative del profilo culturale diffuso) non mirano principalmente a "copiare" il tema ma ad esprimere la propria opinione.

Ne ho seguito una centuria di questi diciottenni alfieri del futuro: non pensavano alla cartucciera e non armeggiavano con la tastiera vietata: ma appena aperto uno spiraglio di dialogo, si sono lanciati con entusiasmo: gli spunti di discussione offerti da questi titoli per loro sono interessanti, ma timidi, avrebbero voluto misurarsi su temi pugnanti, di quelli che comportano una scelta, anzi una proposta di vita: "Un tema sui Dico; un titolo sull’eutanasia...".

Non sanno che farsene di declamationes scolastiche, vorrebbero confrontarsi civilmente con la società adulta. Assegnano "sei" al Ministro che ha scelto queste tematiche, ma non di più. Hanno tanta voglia di dire la loro sull’Italia di domani, non si accontentano di formule retoriche.

SERGIO SCIACCA (da www.lasicilia.it)







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