PALERMO. «Volevo dare un messaggio educativo
forte». Si è difesa con queste parole, davanti al giudice
dell’udienza preliminare di Palermo Piergiorgio Morosini, l’insegnante di Lettere processata
per aver punito un suo alunno facendogli scrivere
per cento volte «sono un deficiente». «È stato – ha
spiegato – un messaggio educativo agli altri alunni:
c’era mancanza di solidarietà e di affetto nell’atteggiamento
prepotente di chi aveva impedito l’ingresso
in bagno a un compagno dodicenne chiamandolo
"femminuccia". Quando il ragazzo tornò
in classe piangendo, ho deciso che quell’atto di
bullismo doveva essere sanzionato. Allora ho preso
il registro di classe e stavo per mettere una nota,
ma ho visto che l’alunno ne aveva già ricevute diverse.
A questo punto – ha aggiunto l’insegnante
che è assistita dall’avvocato Sergio Visconti – ho capito
che l’ennesima annotazione non avrebbe avuto
alcun effetto. Per questo ho deciso di ricorrere a
una punizione che avrebbe potuto suscitare un
confronto tra gli stessi ragazzi».
Quanto alla scelta della parola «deficiente» –
aggiunto – non è stata un abuso dei mezzi di correzione,
ma un termine di «facile comprensione»
i ragazzi, vicino al loro modo di esprimersi. «Non ritengo
la punizione umiliante – ha proseguito –,
proporzionata all’offesa arrecata. Ho punito solo
uno dei ragazzi che avevano partecipato all’atto
bullismo perché l’altro, resosi conto della gravità
del suo comportamento, aveva subito chiesto scusa
al compagno. In tanti anni di carriera – ha concluso
– non mi è mai capitata una cosa simile».
All’interrogatorio dell’insegnante davanti al gup
Morosini, ieri mattina ha assistito ed è stato pure
sentito il padre dell’alunno punito che, oltre a presentare
una denunzia, ha chiesto un risarcimento
25 mila euro. In occasione della precedente udienza
il pubblico ministero Ambrogio Cartosio ha chiesto
per l’insegnante la condanna a due mesi di carcere
con la condizionale. Il processo riprenderà il
giugno, giorno nel quale è prevista la sentenza.
GIORGIO PETTA (da www.lasicilia.it)