Il gup rinvia la sentenza per la prof «stile Simpson» - Il giudice vuole sentire la docente
Data: Giovedì, 14 giugno 2007 ore 19:30:23 CEST
Argomento: Rassegna stampa


PALERMO. Tutto rinviato al 27 giugno. La sentenza era attesa per ieri, ma il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, che dovrà decidere se comminare o meno i due mesi di reclusione all’insegnante di Lettere di una scuola palermitana accusata di abuso di mezzi di correzione perché avrebbe fatto scrivere su un foglio «Io sono un deficiente» a un bambino per punirlo di presunti atti di bullismo, ha stabilito di risentire la docente lunedì prossimo. Secondo quanto riferito da Sergio Visconti, il legale della professoressa, il giudice avrebbe espresso la volontà di ascoltare la donna da sola.

Mancando la disponibilità di una saletta adatta all’occorrenza – ieri mattina erano tutte occupate – il rinvio è stato inevitabile. La sentenza, comunque, avrebbe assicurato il Gup, sarà emessa certamente alla fine del mese.

La vicenda ha come protagonista un ragazzo delle medie iscritto a una scuola non periferica del capoluogo siciliano che si sarebbe reso responsabile di un atto di bullismo nei confronti di una compagno. impedendogli, con altri tre coetanei, l’accesso ai bagni apostrofandolo con il termine «femminuccia» e «gay».

Il fatto sarebbe stato, quindi, denunciato all’insegnante che avrebbe obbligato il responsabile a scrivere sul proprio quaderno «Io sono deficiente» (vergato dall’alunno troppo «vivace » senza la «i») cento volte.

Il padre del ragazzino, però, non ha gradito e ha sporto denuncia. Di qui il processo, col rito abbreviato. Il pm Ambrogio Cartosio ha chiesto per la docente la condanna a due mesi. E così la vicenda è rimbalzata su tutti gli organi di stampa nazionale, spaccando in due l’opinione pubblica. Ottimista il legale che ha sottolineato come la condotta della propria assistita sia stata diretta a tutelare la vittima di una «prepotenza».

«Sono serena – ha dichiarato l’insegnante – ho fatto quello che ritenevo giusto. L’alunno – ha spiegato la docente ai cronisti – aveva già una serie di note. Se gliene avessi data un’altra sarebbe stato sospeso e avrebbe rischiato di perdere l’anno. Per questo ho pensato alla punizione del quaderno. Non volevo tutta questa pubblicità – ha concluso la docente – Insegno da più di 30 anni e ho lavorato anche in scuole di quartieri a rischio, non mi è mai accaduto nulla di simile finora».

ROBERTO VALGUARNERA (da www.lasicilia.it)

 

L’insegnante rischia la galera a Priebke offerto un lavoro

Mi domando che razza di giustizia abbiamo in Italia. Se qualcuno è in grado di rispondermi vi prego di darmi una spiegazione plausibile, per favore.

Un’insegnante che fa scrivere 100 volte «sono deficiente» ad un alunno rischia la galera. Ritengo che una sanzione disciplinare per abuso di mezzi correttivi fosse più che sufficiente. Il ragazzo è un bullo che offendeva un compagno omosessuale. L’intento dell’insegnante era dunque lodevole: fermare l’ennesimo episodio di bullismo.

Magari appunto ha sbagliato il modo con cui ottemperare a questo condivisibile obiettivo.

Ricordiamoci, ed è bene in un paese civile ricordare (un paese che non apprende dal suo passato non ha futuro!) che un ragazzino bravo a scuola di nome Matteo si è ucciso in quanto deriso per la sua omosessualità.

Un bullo che vede l’insegnante in galera penserà di aver ragione. Insomma cosa avrà appreso? Ovvio che ripeterà in futuro certi atteggiamenti considerandoli normali.

E mentre si manda forse in galera quest’insegnante a Priebke nazista responsabile di stragi di ebrei (e per questo condannato all’ergastolo) si offre a 93 anni un posto di lavoro!

Che rispetto è questo per la comunità ebraica e che valori diamo ai nostri figli se non condanniamo con pene certe nemmeno uno stragista? Che li facciamo a fare i “Giorni della Memoria?” Ma che Italia è questa? Mi spiegate per favore? Rimango disgustato, scusate.
ANDREA MAUGERI (da www.lasicilia.it)







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