Cattive insegnanti. Quante volte ci abbiamo
scritto sopra? Eppure questo vizio, figlio
di problemi personali di tante o poche
maestre, continua a sfogarsi sui bambini
italiani e sui giovanetti ineducati dai
propri genitori. La scuola non è una ’Croce
Rossa’ educativa. Piuttosto, è un luogo
nel quale l’educazione familiare prosegue
nell’istruzione. Non si può chiedere
alla scuola di educare figli che invece a
casa sono abituati alla legge della giungla,
né immaginare che le maestre abbiano
una bacchetta magica in grado di trasformare
in ’piccoli lord’ i bambini all’entrata
del cancello scolastico. ’La prima
censura e il rischio educativo’ fanno parte
della condizione del genitore che deve
accompagnare il proprio figlio alla responsabilità,
alla libertà, all’equilibrio.
Tuttavia, ci troviamo di fronte, da un anno
a questa parte, a una sorta di ’rompete
le righe’. Ogni santo giorno, o quasi,
leggiamo notizie di maestre che mordono
braccia o si fanno palpeggiare. E ancora,
strip-tease, tagli della lingua, scritte
sulle guance, scotch per tappare la bocca,
etc. Basta guardare il sito ’schoolzoo’ e ne
trovate di ogni colore, colori foschi che
rimbalzano sulla rete di bullismo, violenze,
vandalismi e pestaggi tra gli stessi
studenti. Lo spaccio e l’uso di cannabis e
cocktail di droghe è solo l’ultima frontiera.
Che fare? Una maggiore coscienza del
compito, bello e rischioso, dell’educazione
dei propri figli, maggiore coscienza
di essere genitore e quindi una svolta
culturale anche nell’educazione pubblica
che, in un senso o nell’altro, rimbalza
nel mondo massmediatico e dei costumi.
Se il genitore è sempre rappresentato
come un ’assente irresponsabile’, come
un ’minus’ concentrato più sul lifting che
sulla cura dei figli, è chiaro che avremo
sempre più casi di diseducazione giovanile.
Ma è pure necessaria una svolta radicale:
dal permissivismo scolastico, verso
studenti e docenti, si deve passare (con i
fatti più che con le parole) a licenziamenti
emblematici, bocciature in condotta,
bacchettate e appellativi rispettose.
L’ipotesi francese di dar del ’voi’ ai
maestri e professori, proposta in Francia,
non è così repentina. Un distacco e una
severità verso gli studenti, verso i bambini,
ma anche nei confronti degli stessi
professori e insegnanti è una precondizione
per tentare di ristabilire una situazione
decente nella scuola italiana.
Quindi emergenza educativa che va
affrontata con linearità, valore alla figura
del genitore e maggiore coscienza di
padri e madri, ma anche nuova svolta
d’ordine e rispetto nelle scuole. Troppi
maestri eredi dei fannulloni del ’68. Chi
non lavora non mangia, anche nel pubblico.
Non ci vuole poi molto. I bambini
sono il nostro futuro, come genitori e per
il Paese. Mica possiamo accontentarci di
lasciarli come bersagli alle follie di qualche
maestra.
LUCA VOLONTÈ (capogruppo Udc alla Camera)
(da www.lasicilia.it)