GILDA DEGLI INSEGNANTI
FEDERAZIONE GILDA-UNAMS
COORDINAMENTO REGIONALE DELLA SICILIA
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Catania 31 maggio 2007
Al Ministero della Pubblica Istruzione
Alla Direzione scolastica regionale della Sicilia
Alla Direzione nazionale della Gilda degli Insegnanti
Alle OO.SS. del Comparto Scuola
Alla Direzione della SISSIS
Agli Organi d’Informazione
Agli albi sindacali delle Istituzioni scolastiche
Alla SISSIS (SCUOLA INTERUNIVERSITARIA DI SPECIALIZZAZIONE SECONDARIA) di Catania, corsi abilitanti ex D.M. 85 fuori tempo massimo e nel caos!
Dai corsisti, ci vengono ripetutamente segnalate gravi disfunzioni ed inadempienze nella gestione dei corsi abilitanti gestiti dalla SISSIS dell’Università di Catania.
Sono i tempi e le modalità con i quali si è pervenuti alla loro attuazione che destano il disorientamento e lo sconcerto dei colleghi, sempre più al limite della sopportazione.
I corsi, istituiti dal D.M. 85 del 2005, in forza della legge 143 del 2004, destinati, ad abilitare migliaia di docenti che operano già nella scuola in posizione di precariato, erano stati affidati su tutto il territorio nazionale alle scuole interuniversitarie di specializzazione per l’insegnamento secondario e dovevano essere conclusi, ai sensi dello stesso DM, nell’anno accademico 2005/06.
Ciò avrebbe consentito ai partecipanti di conseguire il titolo abilitante in tempo per essere inseriti, al rinnovo del 2007, nelle graduatorie permanenti, ora graduatorie ad esaurimento, dalle quali il Ministero della Pubblica istruzione attinge per le nomine a T.I ed a T.D.
In alcune regioni d’Italia tali corsi si sono già conclusi da tempo ed in altre stanno per concludersi.
In Sicilia, la struttura universitaria, avanzando motivazioni di carattere organizzativo, alla fine dell’anno 2006 non aveva ancora dato avvio ai corsi.
Alla data del 3 novembre 2006 in un incontro con le OO.SS. e la Direzione scolastica regionale, i Direttori delle SISSIS siciliane intervenuti assicuravano che entro dicembre 2006 sarebbero stati tutti avviati e si sarebbero conclusi entro gennaio 2008 e, accogliendo le richieste dei dirigenti sindacali presenti, garantivano una comunicazione tempestiva alle OO.SS
Alla data del 18/19 dicembre 2006, di concerto il M.I.U.R ed il M.P.I., accoglievano le istanze di parecchi docenti, e, per non creare disparità di trattamento e di spendibilità del titolo, decidevano di uniformare la data del conseguimento del titolo, fissando a gennaio ed a marzo 2008 un termine unico per gli esami finali , rispettivamente per la scuola secondaria e del primo ciclo.
Ma alla fine di aprile alcuni corsi, quelli per l’abilitazione in lingua straniera e per l’insegnamento economico-giuridico, non risultavano ancora avviati.
Mentre sembra sempre più difficile che possa essere rispettata la data del gennaio 2008 per l’esame finale, a peggiorare le prospettive per questi docenti, si aggiunge l’ordinanza del TAR Lazio n. 1982 del 10 maggio scorso, che, accogliendo il ricorso avanzato da un gruppo di docenti contro i provvedimenti ministeriali che posticipavano di un ulteriore anno gli esami finali dei corsi abilitanti organizzati dalle università, rinviando tutto a marzo 2008, ordina all’Amministrazione “di predisporre tutte le misure idonee a garantire lo svolgimento dell’esame finale in relazione ai corsi già terminati o che, comunque, saranno ultimati entro la fine di maggio 2007, in tempo utile per l’inclusione a pieno titolo degli interessati nelle graduatorie permanenti, in vista delle nomine relative al prossimo anno scolastico”.
I corsisti siciliani tagliati fuori dalle prossime nomine a T.D. e T.I., si vedranno preceduti da coloro che i corsi li hanno conclusi entro i tempi stabiliti.
Fin qui la storia recente, ma venendo all’attualità vediamo alcuni degli episodi che ci vengono riferiti, con qualche imprecisione dovuta alla non ufficialità e frammentarietà delle fonti.
Problemi che investono non solo l’aspetto organizzativo, ma anche la conduzione stessa delle lezioni.
Corsi avviati che subiscono intoppi vari, come quelli per l’abilitazione in lingua inglese i cui partecipanti, pur avendo appreso dal sito ufficiale delle SISSIS l’informazione dell’inizio delle lezioni, non hanno notizia fin all’ultimo momento dell’ora e del luogo dove viene tenuta la lezione.
Altri come quelli per l’abilitazione in francese, per i quali viene pubblicato, sin dal 10 maggio, che la lezione di lingua e cultura francese, sarebbe stata tenuta all’I.T.I. Archimede a partire dalle ore 15, senza che nessuno si sia premurato di richiedere l’uso dei locali al dirigente dell’Istituto tecnico.
Altri ritardi ed inadempienze nella nomina dei Tutors d’aula, non nominati o designati ma senza contratto.
Problemi anche nella gestione del sito che era stato realizzato per ottimizzare e meglio coordinare i corsi e che comunque veniva costantemente aggiornato, dando un servizio utilissimo ai corsisti.
Il sito, che sembra fosse gestito, a titolo gratuito e su proprio spazio web, da uno dei tutors d’aula, alle ore dieci del 12 maggio è stato oscurato, il che, oltre a sottrarre un’utile fonte di informazione ai corsisti, ha impedito ai tutors d’aula di scaricare dal sito i fogli firma e gli orari aggiornati delle lezioni.
Questi ed altri gli sconcertanti episodi che hanno messo in agitazione i corsisti ed in taluni casi si è arrivato a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
Quale la causa di tutta questa bagarre?
Ai primi di maggio 2007 il Senato Accademico dell’Università di Catania delibera la sostituzione della Giunta SISSIS e del suo Direttore.
I nuovi componenti della Giunta, che sono subentrati ai loro predecessori sin dai primi giorni di maggio, sono i Coordinatori dei singoli indirizzi.
I Coordinatori avrebbero la funzione di organizzare, coordinare, dirigere e gestire i corsi da loro attivati.
La sostituzione della giunta e dei responsabili dei vari settori ha contribuito alla disorganizzazione ed al disorientamento?
Se è così, ciò che è successo era facilmente prevedibile.
Quale imprescindibile motivazione o quale improcrastinabile esigenza può determinare la sostituzione in blocco di un apparato, con il proprio bagaglio di esperienza, con altro personale, magari espertissimo nel settore in cui opera di norma, ma poco addentro alla complessità del sistema di formazione degli insegnanti di scuola secondaria e della normativa scolastica, mentre è in corso l’avvio e la gestione di corsi che interessano circa 2000 docenti siciliani?
E poi, può una giunta, prevalentemente composta da Presidi di Facoltà, con i loro impegni istituzionali, trovare il, tempo per far fronte ai notevoli problemi organizzativi?
Alla data del 31 maggio ancora non è partito il corso per l’economia aziendale e parte dei tutors non risulta ancora nominata.
Altre lamentele riguardano poi le modalità con le quali vengono tenute le lezioni ed il trattamento che subiscono i colleghi durante le attività d’aula.
I corsisti vengono stipati in aule spesso inadatte con ritmi di lavoro insostenibili, soprattutto se si tiene conto che molti sono docenti incaricati, e quindi impegnati al momento nelle scuole, oltre che nella normale attività didattica, anche negli adempimenti finali dell’anno scolastico, quali verifiche finali e scrutini, a cui tra poco si aggiungerà lo svolgimento degli esami di stato.
Ci risulta anche che alcune partecipanti sono neomamme con il peso di un bambino piccolo, ancora in fase di allattamento, da accudire, che qualche volta sono costrette a portare con se.
Che dire poi di coloro, che avendo scelto come sede per gli incarichi d’insegnamento del prossimo anno una provincia diversa, visto il protrarsi dei tempi, dovranno sobbarcarsi l’onere di gravosi spostamenti o rinunciare al lavoro.
E dire che la partecipazione a questi corsi non è gratis e molti docenti hanno rinunciato alla nomina o hanno preferito un incarico a tempo parziale, pensando di dover seguire i corsi abilitanti durante l’anno scolastico.
Ai corsisti, quasi tutti docenti precari, la partecipazione costa circa 1750 euro, e l’Università avrà un incasso di circa 3,5 milioni di euro. Non pochi, anzi sicuramente moltissimi visto che servono prevalentemente a retribuire le lezioni dei docenti universitari, mentre la restante parte di personale impegnato lo fa spesso per “volontariato”.
Nella nostra qualità di rappresentanti di un’associazione professionale e sindacale di docenti, è doveroso fare qualche considerazione:
Prima che fosse affidata agli Atenei, la formazione ed il reclutamento degli insegnanti, già preparati sul piano disciplinare dagli studi universitari, veniva assicurata nei corsi abilitanti e nei concorsi, dai docenti di ruolo, che pur non potendo vantare prestigiosi titoli accademici, oltre alla competenza dei loro percorsi d’aggiornamento, portavano l’esperienza concreta della pratica didattica e pedagogica acquisita in decenni di attività d’insegnamento.
Tutto ciò con esigui costi per l’Amministrazione pubblica e senza costi per coloro che, dopo il conseguimento della laurea, sceglievano la strada dell’insegnamento secondario.
L’individuazione delle SISSIS come struttura esclusiva cui demandare la formazione degli insegnanti della scuola secondaria, conferendo dignità universitaria al percorso formativo, doveva garantire una rigorosa preparazione teorica all’esercizio della professione docente, ed il raggiungimento di competenze di più elevato livello.
Dopo quasi un decennio dall’istituzione delle SISSIS, quali risultati si sono raggiunti?
Se dovessimo giudicare da quanto è stato esposto, forse faremmo un torto ad altre realtà più consone alle finalità istituzionali, ma questo è quanto emerge in questi giorni nella nostra regione ed in particolare a Catania.
Se associamo ai corsi abilitanti anche i molteplici corsi di specializzazione, perfezionamento, master ecc…, che gli aspiranti insegnanti sono costretti a contendersi per guadagnare qualche “punticino” , senza il quale rischiano poi di essere superati dai colleghi più intraprendenti, viene il dubbio che la formazione degli insegnanti sia diventato più che altro un affare ed essi stessi dei limoni, ormai ahimè secchi, da spremere.
Nell’auspicare da parte dell’0rganizzazione delle SISSIS una maggiore trasparenza gestionale e quella comunicazione tempestiva alle OO. SS. più volte assicurata e mai attuata, ci auguriamo che gli organismi istituzionali, M.P.I. e U.S.R. Sicilia facciano luce sui gravi fatti lamentati, procedendo all’accertamento delle responsabilità dell’intollerabile ritardo nell’attuazione dei corsi e del caos organizzativo.
Chiediamo altresì, anche per il tramite della direzione nazionale del nostra associazione sindacale, che l’amministrazione scolastica intervenga a tutela dei colleghi, individuando provvedimenti idonei a sanare la grave situazione in cui versano i corsisti siciliani, in particolare quelli che seguono i corsi presso l’Università di Catania.
Riteniamo che sia necessaria una verifica dell’efficacia e proficuità dell’attuale sistema di formazione e che siano maturi i tempi per un ripensamento di tutto il meccanismo di reclutamento degli insegnanti di scuola secondaria.
Il coordinatore regionale
della Gilda degli Insegnanti
Prof. Filippo Tortorici