Come modernizzare la scuola italiana e favorire l’occupazione
giovanile? Confindustria ha provato a dare una risposta
e pare che torto non abbia quando propone: «Stipendi
più alti per insegnanti più meritevoli, autonomia
di budget, revisione dello status giuridico dei professori,
assegnazione di almeno il 10% dei posti futuri ai giovani».
E torto non avrebbe nemmeno l’Associazione nazionale
presidi: «il sindacato nel nostro Paese è sempre riuscito
a non mettersi in discussione, a sottrarsi alla riflessione
su di sé e quindi anche sul suo modo di essere e sul proprio
stato di salute».
Ruolo del sindacato (Retescuola ha proposto la restituzione
delle tessere) e funzione della politica. Ma il problema
va diventando sempre più problematico soprattutto
a seguito di due fattori: formare personale specializzato
e preparato e non lasciarsi fregare dalla concorrenza
estera. Fra l’altro la scuola ha il compito, oltre a quello di
istruire, di formare il cittadino e di educare alla cittadinanza.
Tuttavia, anche in questo ambito, non siamo messi
bene tra bullismo, video di palpeggi, dispersione, maleducazione
e vandalismi vari. Aggiungiamo ancora che,
nonostante in Italia le ore complessive di lezione siano di
più rispetto alla media europea, i nostri studenti appaiono
i meno preparati, come i peggio pagati sono i loro insegnanti
il cui numero per alunni è il più alto della Comunità
anche se le nostri classi sono in genere molto affollate.
Ma anche come quantità di materie complessive
studiate nella nostra scuola non siamo secondi a nessuno,
anzi.
C’è poi l’altro problema perenne del precariato. E, come
se non bastasse, il ministro Amato a Palermo, durante
la commemorazione della strage di Capaci, ha detto:
«Una delle ragioni per le quali gli studenti studiano male
è perché alcuni insegnanti sono usciti da anni in cui le
discussioni sul Vietnam avevano preso il posto dell’imparare
», sparando nel mucchio e a occhi chiusi.
D’altra parte tutte le deficienze sono orfane mentre i
tesoretti hanno molti papà e la scuola coi suoi gridati fiaschi
è figlia solo dei docenti sessantottini e non di gestioni
fallimentari che hanno consentito ingolfamenti, latitanze,
sbagli evidenti, scelte politiche di parte, sacche
clientelari come l’ultimo, il decreto Milleproroghe, votato
pure da Amato, che sana il concorso ordinario a preside
con evidente sberleffo della Legge.
Anche da qui il problema dei problemi che nasce tuttavia
quando la politica è latitante e non ha il coraggio
delle scelte risolute e non riesce a trovare al suo interno
la forza civile per cambiare e innovare. E non puntiamo
l’indice contro un governo in particolare ma alla conduzione
politica nel suo insieme perché l’istruzione e il futuro
della Nazione non hanno partito né numeri risicati
al Parlamento. E invece la riforma Moratti nacque su proposta
e principi di parte e passò a colpi di maggioranza,
mentre per lo più vige ancora quella di Gentile.
Fioroni smonta e pontifica senza dare certezze sul futuro
della nostra scuola. Se il problema è il merito perché
non se ne discute con la giusta serietà, scegliendo e sfidando
perfino la piazza? E invece la sola sfida visibile è
quella dello sconcio spostamento di date per il rinnovo
del contratto. E se i nostri insegnanti sono i più vecchi
d’Europa, perché non rinnovarli e impiegarli all’Università
per la ricerca didattica o per fare ispezioni nelle
scuole che sarebbe cosa salutare? Ma forse il vero problema
dei problemi è quello di dare almeno speranze a quei
giovani che vengono a scuola per cercare la promozione
sociale che poi le logiche clientelari impallinano, come
sempre e con regolarità politica e sindacale.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)