Rossano Calabro. Spinelli in presenza dei prof durante le ore di lezione
Data: Sabato, 26 maggio 2007 ore 00:40:03 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Spinelli confezionati e fumati dagli studenti in classe. È quanto sarebbe accaduto nell’istituto tecnico per geometri «Falcone e Borsellino» di Rossano secondo quanto è emerso da un’indagine della Guardia di finanza che ha portato all’arresto di dieci persone, tra cui tre studenti. I fatti oggetto dell’indagine risalgono allo scorso anno scolastico. Uno degli studenti, Cosimo Vulcano, di 20 anni, che è tra gli arrestati, ha filmato col proprio videofonino il confezionamento ed il consumo degli spinelli in classe. La ripresa, sequestrata dai finanzieri insieme al videofonino, rappresenta adesso una prova inoppugnabile di quanto accadeva in classe all’insaputa dei docenti e del preside, Michele Grande.

Vulcano in passato ha giocato nella squadra di calcio della Rossanese e, secondo quanto hanno riferito gli investigatori, avrebbe fatto uso dell’hashish anche durante un ritiro con la squadra prima di una partita in un albergo della Sicilia. L’ indagine, coordinata dal procuratore della Repubblica di Rossano, Dario Granieri, e dal sostituto Maria Vallefuoco, è partita dalla scoperta di una vasta rete di spacciatori a Rossano che faceva capo ad elementi legati alla criminalità.

La droga veniva reperita nel nord Italia, in particolare nella zona di Bologna, e portata a Rossano attraverso alcuni corrieri. Il dato significativo dell’inchiesta è che acquirenti della droga erano soprattutto studenti che la consumavano durante le ore di lezione. Sarebbe stato Vulcano a distribuire la droga in classe, avvalendosi della complicità di altri due studenti, Umberto Graziano, di 23 anni, posto agli arresti domiciliari, e Giuseppe Roberto Le Fosse, anch’egli di 23 anni, nei confronti del quale è stato disposto l’obbligo di firma.

Il preside Grande ha assicurato che si attiverà per accertare l’identità del docente che non ha vigilato per impedire il consumo degli spinelli in classe. «Non appena saprò chi è - ha detto il preside - lo convocherò per contestargli i fatti. E subito dopo informerò i miei superiori e la Procura della Repubblica di Rossano. Non è possibile, comunque, che per colpa di uno studente deviato venga deturpata l’immagine di una scuola come la nostra, che ha formato tanti professionisti e gode di grande prestigio».

Increduli per quanto sarebbe accaduto nella scuola si sono detti alcuni studenti e genitori. «Siamo stupiti - ha detto un studente -. Non riusciamo a capacitarci di come tutto questo possa essere accaduto in questa scuola». «Di questi fatti - è stato il commento del padre di uno studente - non sappiamo nulla. Ci sembra tutto incredibile. Certo, se sono stati fatti gli arresti, qualcosa di vero ci sarà. La nostra convinzione, comunque, è che l’ambiente di questa scuola è sano». «Il problema droga esiste nella scuola nella misura in cui esiste nella società. La scuola non è un’isola». È quanto afferma il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado in merito alla questione «spinelli in classe», emersa ieri dopo l’arresto di un gruppo di studenti della provincia di Cosenza che spacciavano e fumavano spinelli in classe, eludendo la sorveglianza dei docenti.

«L’episodio di oggi - sottolinea - è grave ed eccezionale. Ma allo stesso tempo non possiamo dire con certezza se la presenza di droga nella scuola sia un’emergenza oppure solo frutto di episodi sporadici. È un fenomeno difficile da monitorare, perchè esiste soprattutto nella semiclandestinità. Negli edifici scolastici ci sono delle zone franche che non sono soggette a sorveglianza. Proprio per questo non mi sento di dire se in quell’ambito ci sia una realtà diffusa; nessuno lo può sapere con certezza».

EZIO DE DOMENICO (da www.lasicilia.it)







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