Spinelli confezionati e fumati
dagli studenti in classe. È quanto sarebbe
accaduto nell’istituto tecnico per geometri
«Falcone e Borsellino» di Rossano
secondo quanto è emerso da un’indagine
della Guardia di finanza che ha portato
all’arresto di dieci persone, tra cui tre
studenti. I fatti oggetto dell’indagine risalgono
allo scorso anno scolastico. Uno
degli studenti, Cosimo Vulcano, di 20
anni, che è tra gli arrestati, ha filmato col
proprio videofonino il confezionamento
ed il consumo degli spinelli in classe. La
ripresa, sequestrata dai finanzieri insieme
al videofonino, rappresenta adesso
una prova inoppugnabile di quanto accadeva
in classe all’insaputa dei docenti e
del preside, Michele Grande.
Vulcano in passato ha giocato nella
squadra di calcio della Rossanese e, secondo
quanto hanno riferito gli investigatori,
avrebbe fatto uso dell’hashish anche
durante un ritiro con la squadra prima
di una partita in un albergo della Sicilia.
L’ indagine, coordinata dal procuratore
della Repubblica di Rossano, Dario
Granieri, e dal sostituto Maria Vallefuoco,
è partita dalla scoperta di una vasta
rete di spacciatori a Rossano che faceva
capo ad elementi legati alla criminalità.
La droga veniva reperita nel nord Italia,
in particolare nella zona di Bologna, e
portata a Rossano attraverso alcuni corrieri.
Il dato significativo dell’inchiesta è
che acquirenti della droga erano soprattutto
studenti che la consumavano durante
le ore di lezione. Sarebbe stato Vulcano
a distribuire la droga in classe, avvalendosi
della complicità di altri due studenti,
Umberto Graziano, di 23 anni, posto
agli arresti domiciliari, e Giuseppe
Roberto Le Fosse, anch’egli di 23 anni, nei
confronti del quale è stato disposto l’obbligo
di firma.
Il preside Grande ha assicurato che si
attiverà per accertare l’identità del docente
che non ha vigilato per impedire il
consumo degli spinelli in classe. «Non
appena saprò chi è - ha detto il preside -
lo convocherò per contestargli i fatti. E
subito dopo informerò i miei superiori e
la Procura della Repubblica di Rossano.
Non è possibile, comunque, che per colpa
di uno studente deviato venga deturpata
l’immagine di una scuola come la
nostra, che ha formato tanti professionisti
e gode di grande prestigio».
Increduli per quanto sarebbe accaduto
nella scuola si sono detti alcuni studenti
e genitori. «Siamo stupiti - ha detto
un studente -. Non riusciamo a capacitarci
di come tutto questo possa essere
accaduto in questa scuola». «Di questi
fatti - è stato il commento del padre di
uno studente - non sappiamo nulla. Ci
sembra tutto incredibile. Certo, se sono
stati fatti gli arresti, qualcosa di vero ci
sarà. La nostra convinzione, comunque,
è che l’ambiente di questa scuola è sano».
«Il problema droga esiste nella scuola
nella misura in cui esiste nella società. La
scuola non è un’isola». È quanto afferma
il presidente dell’Associazione nazionale
presidi, Giorgio Rembado in merito
alla questione «spinelli in classe», emersa
ieri dopo l’arresto di un gruppo di studenti
della provincia di Cosenza che
spacciavano e fumavano spinelli in classe,
eludendo la sorveglianza dei docenti.
«L’episodio di oggi - sottolinea - è grave
ed eccezionale. Ma allo stesso tempo
non possiamo dire con certezza se la
presenza di droga nella scuola sia un’emergenza
oppure solo frutto di episodi
sporadici. È un fenomeno difficile da monitorare,
perchè esiste soprattutto nella
semiclandestinità. Negli edifici scolastici
ci sono delle zone franche che non sono
soggette a sorveglianza. Proprio per
questo non mi sento di dire se in quell’ambito
ci sia una realtà diffusa; nessuno
lo può sapere con certezza».
EZIO DE DOMENICO (da www.lasicilia.it)