QUAL E' L'ETIMOLOGIA DELLA PAROLA ''FECCIA''?
Data: Venerd́, 25 maggio 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Feccia 

«Signore, àime mustrata, ne la tua claritate, /la mea nichilitate ch'è menor ca neiente [...] Ciò c'ò veduto e pensato tutto è feccia e bruttura, / pensanno de l'altura de lo vertuoso stato»: con la consueta, appassionata, contrizione Iacopone da Todi (XIII secolo) riconosce, in una delle sue laudi, l’infinita pochezza dell’essere umano.

Due sono i significati principali del sostantivo femminile feccia: il primo, proprio, designa il «deposito di color rosso mattone che si forma sul fondo delle botti o d'altri recipienti a mano a mano che il vino si chiarifica» (Vocabolario Treccani) ed è frequente anche in alcune locuzioni dal valore proverbiale («bere il calice fino alla feccia, sopportare tutti i dolori fino all'estremo; beva la feccia chi ha bevuto il vino, chi ha goduto i vantaggi sopporti le conseguenze», Vocabolario Treccani); il secondo, figurato, indica invece «la parte peggiore, più spregevole di qualcosa, con particolare riferimento a una comunità o a un gruppo sociale: la feccia della società». In entrambi i casi sono disponibili attestazioni risalenti ai primi secoli della nostra tradizione letteraria: per il significato proprio si può citare L’Esopo toscano, un volgarizzamento delle favole di Esopo databile intorno alla metà del XIV secolo («quando io beo il sottilissimo dolcie e eletto vino, tu, merciennaia e mala villana, bei la grossa e amara feccia»), per quello figurato il Decameron di Boccaccio («quantunque voi qui scolarmi veggiate assai umile, io non son nato della feccia del popolazzo di Roma: le mie case e i luoghi publici di Roma son pieni d'antiche imagini de' miei maggiori»).

Da un punto di vista etimologico, feccia deriva da *faecea(m), una forma latina priva di attestazioni che, a sua volta, per tramite dell’aggettivo faeceus «sozzo», deriva dal sostantivo faex faecis «sedimento», documentato sia nel significato proprio di cui abbiamo parlato («faeces dicuntur reliquiae vini considentes in densissimam crassitudinem, ad quas solet pervenire quando liquor ille superior probatur expensus», Cassiodoro, Expositio psalmorum) sia in quello figurato («opifices et tabernarios atque illam omnem faecem civitatum [...] concitare», Cicerone, Pro L. Valerio Flacco).

 Chi avesse bisogno, infine, di qualche possibile equivalente sinonimico di feccia, nel significato traslato, potrà fare sicuro ricorso ad una larga serie di nomi collettivi – bordaglia, bruzzaglia, gentaglia, marmaglia, plebaglia, popolaglia, ribaldaglia –, tutti variamente spregiativi e tutti composti con il suffisso derivativo –aglia, nato dall’evoluzione della terminazione (-alia) dei nomi neutri plurali latini con tema in -al-.

Luigi Romani






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