LA QUESTIONE DEL PRECARIATO E' AFFRONTATA IN MODO AMBIGUO E DEMAGOGICO
Data: Giovedì, 24 maggio 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


COMUNICATO STAMPA

In questi anni che hanno visto il MIIP scendere in campo mosso dalla necessità di richiamare l’attenzione sulle questioni di fondo del precariato e sui diritti dei precari troppo spesso negati da interventi legislativi superficiali e demagogici, le politiche sulla scuola si sono caratterizzate per l’incapacità di dare reali soluzioni.
Abbiamo assistito allo stravolgimento traumatico delle norme che regolavano le graduatorie e, sollevato il problema, abbiamo dovuto constatare la nefasta portata degli interventi che si ponevano come risolutori. Nessun governo ha voluto consapevolmente affrontare, come noi richiedevamo, la questione del precariato cominciando, come parrebbe ovvio, a definire chi ha lo status di precario e, pertanto, il legittimo diritto alla stabilità lavorativa. Le politiche sul precariato hanno quasi sempre riguardato chi precario non lo era: insegnanti già di ruolo o, al contrario, nuove leve da immettere nelle già stracolme graduatorie con la falsa e inaccettabile scusa di una presunta eccellenza, certificata da Università sempre più ingorde di sfornare abilitazioni a pagamento e di sistemare i professori del "didattichese" altrimenti disoccupati.
La cabala dei numeri delle assunzioni in ruolo proclamate, numeri buttati astrattamente sui tavoli da ogni governo, finisce per essere, nella sua astratta consistenza, una rete smagliata che spesso lascia fuori proprio chi precario lo è da anni e talvolta anche da decenni, mentre paradossalmente finisce per essere occasione ulteriore di mobilità per i docenti di ruolo, garantiti anche nelle prime due fasce delle graduatorie da diritti acquisiti diventati norme ingiuste. Tutti sanno che le suddette fasce sono occupate da persone, di ruolo e non, che nella classe specifica hanno punteggi di servizio ormai molto inferiori ai precari di terza fascia, gli unici a cui sono state stravolte tutte le regole.
Ancora una volta allora la questione del precariato viene affrontata in modo ambiguo e palesemente demagogico. Infatti, ciò che sembra ovvio, ossia una seria e competente riflessione che sia in grado di distinguere le diverse posizioni evidenziabili nelle graduatorie –che non sono affatto quell’inestricabile coacervo di numeri– non è stata finora pensata e voluta né dai sindacati né dai governi che si sono succeduti, e tanto meno alcun piano o progetto è stato proposto. Il perché è presto detto: la questione del precariato serve sia ai sindacati che ai politici.
I sindacati sono sempre disposti ad usare i precari con prontezza sui vari tavoli di concertazione per poi barattarli al fine di ottenere qualche briciola in più per quelli che sono già di ruolo. A confermare questa linea sarà il prossimo regolamento delle supplenze che, con il placet dei sindacati, vedrà per i precari la riduzione delle scuole e il ritorno, nonostante ci siano stati pronunciamenti contrari della Corte dei Conti, dell’attribuzione degli spezzoni di orario inferiori alle 7 ore agli insegnanti di ruolo, che così potranno integrare il misero stipendio.
Ma i precari servono anche alla politica dei vari governi per campagne volte a ricercare un facile consenso, con il solito gioco perverso di riuscire a varare un maggior numero di immissioni in ruolo rispetto al precedente governo senza mai guardare alla sostanza e alle vere problematiche, guardandosi bene dall’entrare nel merito delle questioni e senza comprendere le storture sottese ai meccanismi di reclutamento.
Ci aspettiamo da parte del Ministro una politica seria, come talvolta ha accennato di voler intraprendere, e una presa di coscienza del fatto che la situazione richiede interventi ben più pensati e orientati alla soluzione del problema, mentre dai sindacati pretendiamo posizioni chiare, non oblique, tese al riconoscimento reale dei diritti dei precari, i quali non dovranno più essere strumentalmente utilizzati sui tavoli delle trattative come pura merce di scambio.


Movimento Interregionale Insegnanti Precari






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