A teatro per parlare di legalità.
Al bando convegni e dibattiti, la parola ai ragazzi. Per giocare, ridere,
recitare. Per essere educati e per imparare, fianco a fianco con gli adulti.
Questo l’obiettivo del progetto "Legalità & Cittadinanza" realizzato
dall’assessorato comunale alle Politiche scolastiche in collaborazione con le
istituzioni cittadine. Tutto per arrivare al cuore e alla mente dei ragazzi con
concetti semplici e diretti, passando attraverso la conoscenza delle regole ma,
soprattutto, coinvolgendo in prima persona i genitori. Un percorso difficile, ma
non impossibile che si è concretizzato grazie al concorso "Cittadinanza alla
legalità", indirizzato agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo
grado, utilizzando il linguaggio teatrale. Già, perché proprio il teatro diventa
il tramite attraverso cui il pensiero prende forma, si trasforma e diviene
realtà. «Proprio così - puntualizza Ezio Donato, docente di Pedagogia generale
alla Facoltà di Lettere dell’Università di Catania ed esperto di letteratura per
l’infanzia e teatro per ragazzi – da pedagogista credo che la funzione educativa
dei ragazzi non debba limitarsi alle lezioni scolastiche ma debba spaziare anche
in altri settori».
Ezio Donato riveste il doppio ruolo di educatore e regista. «E’ il secondo
anno che mi cimento in questo duplice ruolo ed i risultati sul palco sono stati
gratificanti per tutti: ragazzi ed educatori».
Ma cos’è la legalità? Tema del concorso. Su questo punto hanno discusso
liberamente i ragazzi, scrivendo la sceneggiatura di un testo teatrale, da loro
portato in scena.
«Il progetto Legalità e cittadinanza ha avuto
inizio l’anno scorso ed ha coinvolto circa 46
scuole. Spiega l’assessore alle Politiche scolastiche
Giuseppe Maimone. Quest’anno abbiamo voluto, oltre alla programmazione già
avviata, innovare con l’attività teatrale, con le 19 scuole scuole che hanno
aderito al progetto. Il teatro deve essere inteso come specchio della vita, una
vera e propria palestra privilegiata per la crescita dei ragazzi perché regala
esperienza. Una rappresentazione teatrale significa indurre alla riflessione, ed
il tema della legalità diventa un’esperienza concreta e attiva».
Una commissione composta da esperti nel settore dello spettacolo e
dell’istruzione ha selezionato gli elaborati più significativi, che sono stati
messi in scena dagli alunni con la collaborazione di insegnanti e genitori.
Ogni testo del concorso è stato filtrato dagli
occhi fiduciosi ed ingenui dei bambini, che a piccoli
passi si affacciano al mondo imparando a conoscerne
pregi e difetti. Delle 19 scuole solo sei
sono arrivate in finale esibendosi, durante tre intense
giornate, al Teatro Musco. La scuola "Ungaretti"
ha partecipato con "Vite a rischio": attraverso
scenette recitate e mimate, intervallate da
balletti, sono state focalizzate le cause che possono
indurre a devianza i giovani, soprattutto
quelli che vivono nelle zone a rischio della città.
La "Fontanarossa" ha presentato "Se si vivesse
nella legalità": sotto forma di musical, è stato
affrontato il tema dell’immigrazione clandestina
e delle problematiche ad essa connesse.
"Il seme della legalità" è il titolo dell’opera
portata in scena dall’ istituto "Parini": un gruppo di adolescenti, coinvolto in
atti di teppismo, viene disperso dalle forze dell’ordine. Durante la fuga,
alcuni di quei giovani s’imbattono in due extraterrestri che hanno assistito con
stupore ai comportamenti violenti e chiedono spiegazioni. I ragazzi, già
pentiti, affermano di non condividere simili atteggiamenti. Gli extraterrestri
promettono allora di aiutarli donando loro il seme della legalità, a condizione
che tutti si impegnino a coltivarlo.
"La parola contro il silenzio" della scuola "San Giovanni Bosco" ha proposto
un lavoro innovativo secondo la forma del work in progress e dell’happening: gli
attori in scena dipingono, scrivono, danzano, giocano, comunicano la loro gioia
di esserci e di esprimersi. La legge, viene vissuta non come mezzo costrittivo
bensì come strumento per poter esprimere se stessi e garantire l’unione,
l’appartenenza e il riconoscimento dei valori condivisi.
Nell’ultima giornata, i venti simpatici attori
della scuola "De Sanctis" hanno recitato in
"Amore non ne avremo". Il titolo è un verso
tratto da una delle poesie di Peppino Impastato
e rappresenta il percorso di rabbia, energia, coraggio
di questo giovane siciliano che si dissocia
dal padre mafioso, affiliato alla cosca di Tano Badalamenti, schierandosi
apertamente nella lotta alla mafia.
Hanno infine concluso la rassegna teatrale i bambini della scuola "Tempesta"
con "Gli attrezzi del falegname". La vicenda si svolge in una bottega
artigianale e vede protagonisti tutti gli strumenti e i materiali che vi si
trovano. La difficile convivenza tra elementi tanto diversi crea momenti di
tensione e di incomunicabilità, ma al termine ognuno impara ad accettare se
stesso e perché la diversità è un bene prezioso e solo lavorando tutti insieme è
possibile realizzare cose straordinarie.
Il primo premio ex equo, è stato attribuito
dalla commissione presieduta da Lamberto Puggelli
(direttore del teatro Stabile di Catania), alla
scuola elementare S. Giovanni Bosco e all’istituto
Fontanarossa. Anche se, in fondo a vincere
sono stati tutti, ma proprio tutti. Ragazzi e adulti.
LUCY GULLOTTA (da www.lasicilia.it)