POLITICHE SCOLASTICHE. Spettacoli teatrali scritti e messi in scena dagli studenti a conclusione del progetto educativo
Data: Venerdì, 18 maggio 2007 ore 20:44:12 CEST
Argomento: Rassegna stampa


A teatro per parlare di legalità. Al bando convegni e dibattiti, la parola ai ragazzi. Per giocare, ridere, recitare. Per essere educati e per imparare, fianco a fianco con gli adulti. Questo l’obiettivo del progetto "Legalità & Cittadinanza" realizzato dall’assessorato comunale alle Politiche scolastiche in collaborazione con le istituzioni cittadine. Tutto per arrivare al cuore e alla mente dei ragazzi con concetti semplici e diretti, passando attraverso la conoscenza delle regole ma, soprattutto, coinvolgendo in prima persona i genitori. Un percorso difficile, ma non impossibile che si è concretizzato grazie al concorso "Cittadinanza alla legalità", indirizzato agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, utilizzando il linguaggio teatrale. Già, perché proprio il teatro diventa il tramite attraverso cui il pensiero prende forma, si trasforma e diviene realtà. «Proprio così - puntualizza Ezio Donato, docente di Pedagogia generale alla Facoltà di Lettere dell’Università di Catania ed esperto di letteratura per l’infanzia e teatro per ragazzi – da pedagogista credo che la funzione educativa dei ragazzi non debba limitarsi alle lezioni scolastiche ma debba spaziare anche in altri settori».

Ezio Donato riveste il doppio ruolo di educatore e regista. «E’ il secondo anno che mi cimento in questo duplice ruolo ed i risultati sul palco sono stati gratificanti per tutti: ragazzi ed educatori».

Ma cos’è la legalità? Tema del concorso. Su questo punto hanno discusso liberamente i ragazzi, scrivendo la sceneggiatura di un testo teatrale, da loro portato in scena.

«Il progetto Legalità e cittadinanza ha avuto inizio l’anno scorso ed ha coinvolto circa 46 scuole. Spiega l’assessore alle Politiche scolastiche Giuseppe Maimone. Quest’anno abbiamo voluto, oltre alla programmazione già avviata, innovare con l’attività teatrale, con le 19 scuole scuole che hanno aderito al progetto. Il teatro deve essere inteso come specchio della vita, una vera e propria palestra privilegiata per la crescita dei ragazzi perché regala esperienza. Una rappresentazione teatrale significa indurre alla riflessione, ed il tema della legalità diventa un’esperienza concreta e attiva».

Una commissione composta da esperti nel settore dello spettacolo e dell’istruzione ha selezionato gli elaborati più significativi, che sono stati messi in scena dagli alunni con la collaborazione di insegnanti e genitori.

Ogni testo del concorso è stato filtrato dagli occhi fiduciosi ed ingenui dei bambini, che a piccoli passi si affacciano al mondo imparando a conoscerne pregi e difetti. Delle 19 scuole solo sei sono arrivate in finale esibendosi, durante tre intense giornate, al Teatro Musco. La scuola "Ungaretti" ha partecipato con "Vite a rischio": attraverso scenette recitate e mimate, intervallate da balletti, sono state focalizzate le cause che possono indurre a devianza i giovani, soprattutto quelli che vivono nelle zone a rischio della città.

La "Fontanarossa" ha presentato "Se si vivesse nella legalità": sotto forma di musical, è stato affrontato il tema dell’immigrazione clandestina e delle problematiche ad essa connesse.

"Il seme della legalità" è il titolo dell’opera portata in scena dall’ istituto "Parini": un gruppo di adolescenti, coinvolto in atti di teppismo, viene disperso dalle forze dell’ordine. Durante la fuga, alcuni di quei giovani s’imbattono in due extraterrestri che hanno assistito con stupore ai comportamenti violenti e chiedono spiegazioni. I ragazzi, già pentiti, affermano di non condividere simili atteggiamenti. Gli extraterrestri promettono allora di aiutarli donando loro il seme della legalità, a condizione che tutti si impegnino a coltivarlo.

"La parola contro il silenzio" della scuola "San Giovanni Bosco" ha proposto un lavoro innovativo secondo la forma del work in progress e dell’happening: gli attori in scena dipingono, scrivono, danzano, giocano, comunicano la loro gioia di esserci e di esprimersi. La legge, viene vissuta non come mezzo costrittivo bensì come strumento per poter esprimere se stessi e garantire l’unione, l’appartenenza e il riconoscimento dei valori condivisi.

Nell’ultima giornata, i venti simpatici attori della scuola "De Sanctis" hanno recitato in "Amore non ne avremo". Il titolo è un verso tratto da una delle poesie di Peppino Impastato e rappresenta il percorso di rabbia, energia, coraggio di questo giovane siciliano che si dissocia dal padre mafioso, affiliato alla cosca di Tano Badalamenti, schierandosi apertamente nella lotta alla mafia.

Hanno infine concluso la rassegna teatrale i bambini della scuola "Tempesta" con "Gli attrezzi del falegname". La vicenda si svolge in una bottega artigianale e vede protagonisti tutti gli strumenti e i materiali che vi si trovano. La difficile convivenza tra elementi tanto diversi crea momenti di tensione e di incomunicabilità, ma al termine ognuno impara ad accettare se stesso e perché la diversità è un bene prezioso e solo lavorando tutti insieme è possibile realizzare cose straordinarie.

Il primo premio ex equo, è stato attribuito dalla commissione presieduta da Lamberto Puggelli (direttore del teatro Stabile di Catania), alla scuola elementare S. Giovanni Bosco e all’istituto Fontanarossa. Anche se, in fondo a vincere sono stati tutti, ma proprio tutti. Ragazzi e adulti.

LUCY GULLOTTA (da www.lasicilia.it)







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