ESAMI, POCHI FONDI PER I COMMISSARI ESTERNI
Data: Domenica, 06 maggio 2007 ore 21:09:11 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Ci siamo quasi. Il 20 giugno si parte con lo scritto di italiano agli gli esami di Stato e il giorno dopo con la seconda prova scritta, mentre la terza, quella formulata dalla commissione, si svolgerà il 25. Subito dopo gli orali. Come è noto da quest’anno la commissione sarà formata da tre membri interni al consiglio di classe e tre docenti esterni compreso il presidente e ai quali sarà abbinata un’altra quinta. Finalmente, si è detto, dopo la decisione del ministro Fioroni di abolire le commissioni formate da soli componenti interni, si recupera la serietà persa per strada, mentre a professori e alunni tocca ora mettere un po’ più di attenzione sia nella stesura dei programmi svolti e sia nella preparazione complessiva, proprio perché il giudizio dei commissari esterni riguarderà l’operato di entrambi attraverso le carte dei loro colleghi e i risultati raggiunti dagli studenti.

E se il plauso per questo recupero di maggiore serietà è d’uopo, molti fischietti si stanno preparando perché sembra proprio che al ministero manchino i soldi per onorare la riacquistata serietà e pagare come dovuto i professori impegnati. Starebbero pensando infatti, dalle parti di Viale Trastevere, di ridurre le propine per le trasferte e pure quelle per i docenti interni in modo da fare quadrare i conti: rubacchiare qualcosa da dove è possibile per accontentare tutti ma deludendo nello stesso tempo tutti, dal momento che mai si era verificato un fatto simile, decurtare piuttosto che incrementare, di fronte alla opposta avanzata dell’inflazione e degli aumenti dei prezzi, in primo luogo di benzina e trasporti. Da qui il timore, già sperimentato, che molti insegnanti all’ultimo momento non accettino la nomina e quindi la reale necessità di appoggiarsi ai famosi supplenti, quelli che si pagano in ritardo ma su cui poggia parte del buon funzionamento della scuola. Anche a loro infatti è stato fatto obbligo di presentare la domanda come commissari anche se non avrebbero invece l’altro obbligo di accettare dal momento che con la scadenza del loro contratto di lavoro viene a cessare qualsiasi rapporto con l’amministrazione.

E se anche loro dovessero dare forfait, la previsione più accreditata sarebbe allora quella del forzoso reclutamento, tra le fila perfino dei non abilitati presenti nelle graduatorie di Istituto o di chi fa domanda presso gli uffici del Csa. Raffazzonare commissioni alla meglio per svolgere un esame che si dovrebbe invece basare, come da molte parti da tempo si suggerisce e come è in tutta Europa, sulle competenze raggiunte per ogni disciplina dai ragazzi sulla base di parametri riconosciuti e stabiliti a monte, evitando così bocciature e soprattutto il voto unico che non dice assolutamente nulla sulle reali capacità del candidato. Candidato del quale invece da quest’anno si pretenderebbe da parte di ciascun consiglio di classe un giudizio di ammissione circostanziato che avrà la sua piena attuazione fra due anni allorché chi non avrà saldato tutti i debiti formativi non sarà nemmeno ammesso agli esami. Che potrebbe essere una buona soluzione per evitare che impreparazioni conclamate perfino nelle materie di indirizzo passino poi in cavalleria come è regolarmente successo con buona pace di chi si straccia le vesti per il degrado culturale della nostra scuola.

Il consiglio di classe ha però l’obbligo di stendere un giudizio finale per gli alunni con debiti e potrebbe perfino decidere di non ammetterli qualora le insufficienze siano così tante da allontanare qualsiasi acquattato buonismo. Questo riscoperto giudizio di ammissione per i ragazzi in bilico è stato reintrodotto per consentire alla commissione esterna più serenità di valutazione e sapere con con che tipo di candidato ha a che fare in riferimento alla personalità e soprattutto al curricolo scolastico. Il ministero suggerisce che fatto trenta sarebbe bene fare trentuno e allora giudizi di ammissione per tutti: zucchero non guasta bevanda ma guasta le ulteriori incombenze per i docenti.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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