TORINO. Comincia la ricerca delle responsabilità
per il suicidio di Matteo, lo
studente del tecnico commerciale
«Sommeiller» di Torino che, deriso ed
emarginato dai compagni, martedì si è
lanciato nel vuoto dal quarto piano del
suo alloggio. L’ufficio scolastico regionale
ha disposto un’ispezione.
E mentre il procuratore capo Marcello
Maddalena dichiarava «noi non
abbiamo inchieste in corso», la mamma
del ragazzo ha incontrato un magistrato
per parlare della vicenda.
L’ispezione. Luigi Favro, coordinatore
degli ispettori piemontesi, ha ascoltato
la preside, Caterina Cogno, e tutti
gli insegnanti che è riuscito a convocare:
la scuola è chiusa per le vacanze
pasquali (riapre solo il 16), e il lavoro
non potrà essere terminato molto presto.
In ogni caso, i docenti hanno concordato:
nessuno, dopo l’episodio del
2005, quando Matteo, in lacrime, denunciò
per l’unica volta i maltrattamenti
(«mi prendono in giro perchè ho
bei voti, dicono che assomiglio a Jonathan
», eccentrico protagonista del
"Grande Fratello") manifestando il desiderio
di non tornare in classe, nessuno
ha più notato episodi di bullismo o
smargiassate plateali. Nemmeno il tutor,
l’insegnante di francese Donatella
Magliano.
Dalle parole di uno studente che
vuole rimanere anonimo trapela però
un indizio: «C’è un gruppo di ragazzi
più grandi che si diverte a fare scherzi
e a tormentare i deboli».
La magistratura. Al momento, «non
c’è notizia di reato, quindi non c’è
un’indagine aperta». Il procuratore capo,
Marcello Maddalena, si lascia sfuggire
che «dalla commovente lettera lasciata
da Matteo emerge una bella figura
di ragazzo».
Poi, però, dopo aver premesso di
parlare anche a nome del suo omologo
del Tribunale per i minorenni, Ennio Tomaselli, taglia corto: «Se i controlli
dell’autorità scolastica ci daranno
qualche indicazione, ci comporteremo
di conseguenza».
Negli stessi minuti, al sesto piano
del Palagiustizia, la signora Priscilla,
cinquantenne madre filippina di Matteo,
si intratteneva con il pm Paolo
Borgna, confidandogli sua pena. «Era
sempre triste. Gli avevo anche consigliato
uno psicologo, ma lui niente. Era
a scuola, dove gli davano del gay, l’origine
del suo disagio».
La scuola. Al prestigioso istituto
«Sommeiller» adesso il ricordo di Matteo
è circondato d’affetto. Una mano
sconosciuta ha deposto primule bianche
all’ingresso con un biglietto: «Eri
un angelo». Allievi ed ex allievi mandano
e-mail di solidarietà alla preside.
Ma com’era la vita nella classe di
Matteo, la II B, più femmine che maschi?
«Era un "perfettino" – ripeteva
giovedì un compagno – che preferiva
starsene per conto suo». Aveva legato
con un paio di ragazze, che ne apprezzavano
«i modi gentili».
G. P., avvicinato davanti alla scuola
chiusa, parla malvolentieri: «Io non
ero in classe con lui, ma questa è una
tragedia per tutti anche perchè tutti ci
sentiamo sotto accusa. A volte si scherza
e non si pensa alle conseguenze».
Le polemiche. Intanto, continuano
a fioccare dichiarazioni dal mondo politico.
Luca Volontè, dell’Udc, parla di
«disgustosa strumentalizzazione da
parte di omosessuali politici». Gli risponde
il diessino Franco Grillini: «Non
hai pietà».
Nichi Vendola, presidente della Regione
Puglia, dice che «certi suicidi somigliano
a omicidi». E Titti Desimone
(Prc) si augura che «il ministro per l’Istruzione
punisca i responsabili».
MAURO BARLETTA (da
www.lasicilia.it)
LE POLEMICHE
Scritte omofobe a Milano
Critiche a Milano per le scritte omofobe fasciste
apparse l’altra notte alla Libreria Babele. Si leggeva
«Gay pedofili», «Gay al muro», suggellate da una croce
celtica con la sigla «FN» di Forza Nuova.
«A Roma, esorcismi sui gay»
Sei gay? Vai in chiesa a farti esorcizzare. La denuncia
arriva da Aurelio Mancuso, segretario nazionale
dell’Arci Gay che ha espresso la sua profonda
«preoccupazione» per segnalazioni giunte alla usa
associazione secondo le quali: «In alcune parrocchie
della Diocesi di Roma, i sacerdoti consigliano ai genitori
che scoprono l’omosessualità dei figli di portarli in
chiesa per farli partecipare a riti di esorcismo.
Più del 50% dei gay in balìa di bulli
Dalle «semplici» offese a vere e proprie aggressioni
fisiche, e su tutto l’indifferenza degli insegnanti, che
troppo spesso preferiscono girare la testa dall’altra
parte: sono le violenze ai danni di ragazzi gay e
lesbiche, emerse da un sondaggio. Più del 50% dei gay è
in balìa dei bulli.
A BRESSANONE
Un muro divide
i bimbi tedeschi
da quelli italiani
BRESSANONE. «Un muro terrà separati
i bambini di lingua tedesca
da quelli di lingua italiana. Una
porticina di vetro in mezzo al divisorio
testimonierà che l’asilo è
uno solo, ma con due ingressi diversi.
E con personale e programma
didattico differenti». In un
asilo di Bressanone, in provincia
di Bolzano, dunque, un vetro dividerà
i bambini di lingua tedesca
da quelli di lingua italiana.
«Eppure - ha scritto ieri il Corriere
della Sera - il nuovo edificio
scolastico della zona di Rosslauf,
a Bressanone, nato da una petizione
che aveva raccolto 600 firme,
doveva essere l’istituto sperimentale
capace di segnare una
svolta verso la convivenza scolastica».
«Così lo avrebbe voluto il partito
«Alternativa Ecosociale» che
aveva promosso la petizione. E
qualche apertura l’avevano fatta
anche gli amministratori locali.
Tanto da consentire la partenza
di un esperimento unico da quelle
parti: la creazione di una sezione
bilingue in una scuola per l’infanzia
gestita da suore e finanziata
dal comune».
(da www.lasicilia.it)