IL CASO ANDREA DORIA. Presidio di mamme e docenti. A scuola dall’alba per opporsi allo sfratto esecutivo - Lo sfratto rinviato a data da destinarsi -
Data: Venerdì, 06 aprile 2007 ore 19:28:15 CEST
Argomento: Rassegna stampa


04.04.2007. Persino l’officiante, durante la messa di Pasqua celebrata nella chiesa dei salesiani delle Salette, ha reputato necessario dedicare un pensiero alla vicenda dell’Andrea Doria. «Che senso ha fare una nuova piazza se si elimina la scuola? Forse che gli studenti andranno a fare lezione all’aperto?». Parole gradite, tanto più perché sono le uniche che mamme e docenti hanno ricevuto da un’istituzione. Per il resto, da parte del Comune e della prefettura, silenzio assoluto. «Come se non fossimo interlocutori credibili - commentano amareggiati docenti e mamme -. Noi non siamo bambini, siamo adulti responsabili cui le istituzioni devono risposte. E, invece, ci lasciano nel limbo senza dirci che cosa succede da domani (oggi per chi legge) quando è previsto l’arrivo degli ufficiali giudiziari per lo sfratto. Sfratto - si affrettano ad aggiungere - che non ci sarà perché noi siamo decisi ad impedirlo». Ieri, infatti, dopo la messa, mamme, docenti e personale amministrativo si sono riuniti per decidere il da farsi. Hanno costituito formalmente il comitato del quale fa parte anche il direttore dei servizi amministrativi - ma non il preside - e hanno deciso la turnazione a presidio della scuola per evitare che lo sfratto possa essere eseguito. Il comitato è a termine, fino a maggio /giugno, il tempo che si è dato per avere una risposta da parte delle autorità competenti. Attorno all’iniziativa, la prima del genere in città, si sta convogliando la solidarietà di molti abitanti del quartiere. Stamattina all’alba la proprietaria della panetteria accanto alla scuola porterà a tutti brioches calde, e alle 8 si attendono gli esponenti di associazioni e partiti politici che hanno preso posizione a favore del mantenimento della scuola a San Cristoforo. Per una volta persino Rifondazione e Alleanza nazionale si trovano sullo stesso fronte, d’accordo nel chiedere all’amministrazione comunale di tornare sui suoi passi e di tenere conto delle legittime esigenze della popolazione. Intanto il comitato ha annunciato una raccolta di firme in tutta la città, «perché questo dell’Andrea Doria non è un problema di San Cristoforo, ma di Catania tutta». Tra le docenti e le mamme, poi, l’intesa c’è sempre stata perché le insegnanti, negli anni, hanno fatto cose «matte» pur di offrire opportunità ai loro allievi, come andare a Roma in treno con una classe, con posti a sedere, e girare con un solo biglietto per tutta la città, in un giorno, per poi ritornare la stessa sera. O come la vendita di oggetti artigianali per i tre anni di corso per permettere ai propri allievi una vacanza di 15 giorni alle Eolie. Una dedizione che le mamme non dimenticano. L’assessore Maimone, alla stampa, dice che non c’è motivo di preoccuparsi. L’amministrazione ha saldato tre mensilità e, «grazie all’eccezionale disponibilità delle orsoline», spera che si possa trovare un accordo affinché gli studenti finiscano l’anno e possano frequentare anche negli anni successivi. «Non siamo insensibili alle istanze del quartiere e sappiamo che quella scuola rappresenta un valore - dice - ma vogliamo affrontare la questione senza demagogia, attorno ad un tavolo, perché è importante inserirla nell’ambito più ampio del progetto di razionalizzazione delle scuole che significa anche dare strutture adeguate alle nuove esigenze, strutture dotate di palestra, di piste, di piscine. Per questo ho chiesto che il nuovo piano delle scuole sia inserito in modo organico all’interno della discussione sul piano regolatore. Finché avrò il privilegio di servire la città farò di tutto affinché questo quartiere sia dotato di una scuola all’altezza dei suoi compiti».

PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)

 

 

Stop all’ufficiale giudiziario Madri e docenti dall’alba a presidio della scuola. Lo sfratto rinviato a data da destinarsi

05.05.2007. Lo sfratto è stato rinviato, per l’ennesima volta, all’ultimo momento, grazie alla santa pazienza delle orsoline che da anni antepongono al proprio l’interesse dei ragazzi. L’ufficiale giudiziario ha cambiato indirizzo: non più l’Andrea Doria, ma palazzo dei Chierici dove tutte le parti interessate hanno sottoscritto un verbale con il quale lo sfratto viene rinviato. A quando? E’ da vedere. I ragazzi completeranno l’anno scolastico. E non poteva essere diversamente, perché, di sicuro, il prefetto non avrebbe consentito una soluzione diversa. Per il dopo si vedrà. L’assessore Maimone assicura che c’è la disponibilità a prorogare il contratto, o a farne uno nuovo, per ancora qualche anno, e annuncia che subito dopo Pasqua convocherà una conferenza dei servizi per affrontare la questione «con una visione illuminata e lungimirante» volta ad elaborare un piano generale dell’edilizia scolastica da inserire nel redigendo piano regolatore generale. «Perché non si possono tenere le scuole nei grandi edifici storici, né in quelli costruiti nel dopoguerra, perché le norme per la sicurezza e le esigenze sono cambiate». Ma di tutto questo le mamme e le docenti che - insieme ai volontari del Gapa e ad alcuni esponenti dei Ds, di Rifondazione e del Pdci - dall’alba hanno presidiato la scuola per bloccare lo sfratto, non sanno nulla. Nessuno si è premurato di avvertirle, né l’assessore né un suo delegato. «Non ci danno credito - sbottano - ma ce lo daranno, si accorgeranno di noi perché non ci fermeranno con un contentino. Che non si illudano che, con l’arrivo dell’estate, molliamo la presa. Noi vigileremo perché questa scuola è importante e non ce la faremo levare». Mamme e docenti si capiscono al volo, come chi ha un’antica abitudine. E non è un caso. Queste giovani donne sono state loro allieve. Hanno imparato e imparato bene, anche ad essere buone cittadine. «Non è un problema di soldi - dice Francesca Di Mauro, rappresentante della materna - perché il Comune potrebbe risparmiarli facendo meno piazze o razionalizzando le scuole in centro storico dove sono a decine. Il fatto è che noi di San Cristoforo dobbiamo rimanere ignoranti della legge e dei diritti così, quando vengono a chiedere i voti, con due o tre promesse, ne prendono tanti e con facilità, mentre è difficile prendere in giro le persone istruite». Alle mamme e alle docenti non piace apprendere dai giornali le notizie che riguardano la loro vita, non piace l’ipotesi di smembrare la Doria a vantaggio della Livio Tempesta e della Battisti che saranno trasformate in istituti comprensivi. «A noi questo non l’ha detto nessuno e poi non vorremmo che si chiudesse la nostra scuola, che media lo è da sempre e istituto comprensivo da un pezzo, solo perché non ha coloritura politica, e questo per favorire quelle che un colore lo hanno e gradito». All’assessore che reputa una spesa eccessiva e non razionale la ristrutturazione della Doria, ricordano che, per accogliere le medie, «le scuole elementari devono essere ristrutturate e questo costa, a parte il fatto che non ci risulta che abbiano lo spazio per accogliere altri studenti». E che non dica che la scuola deve sloggiare perché ci vuole la piscina. «L’assessore Maimone sembra Maria Antonietta: qui manca il pane e ci vuole dare le brioches». Mamme furiose, mamme feroci «perché la loro scuola è viva e vegeta e, invece, il Comune la tratta come un ramo secco da tagliare». E poi, ricorda Assunta Malerba, mamma e presidente del comitato in difesa della Doria, i genitori vanno avvertiti per tempo. «Abbiamo già iscritto i figli in questa scuola, non ci si può dire adesso che bisogna spostarli altrove». «Non tutti hanno l’auto o possono accompagnare i figli in una scuola lontano da casa, e mandarli soli non è possibile, con i tempi che corrono. Lo Stato c’impone di mandare i figli a scuola? Bene, che ci metta nelle condizioni di rispettare la legge», sbotta Margherita Palumbo.

PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)

 

Cgil, Cisl e Uil Scuola: «Ora subito il contratto»

Ha avuto luogo presso la sala «Bonaventura» di Catania una riunione del direttivo del comparto scuola di Cgil, Cisl, Uil. Si è parlato dello sciopero del 16 aprile prossimo e dei tanti problemi della scuola. Per quanto concerne il contratto, è stato rilevato che la categoria non può più attendere il suo rinnovo, scaduto da 15 mesi. «Pare opportuno sottolineare - ha rilevato il segretario rponciale della Flc-Cgil, Franco Tomasello - che se non si trovano le risorse sarà sciopero generale poichè le scelte del Ministro Fioroni appaionio in piena continuità con le scelte dell’ex responsabile della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, che erano finalizzate alla distruzione della scuola pubblica. Gli insegnanti, continua Tomasello, non hanno bisogno di elemosine, ma di un congruo impegno finanziario finalizzato al giusto aumento salariale. Occorre procedere con l’immissione nei ruoli e risolvere i problemi del personale Ata. Se non dovessero risolversi detti problemi organizzeremo iniziative di lotta». Da parte sua, il segretario provinciale dell’Uil scuola prof. Sandro Zammataro ritiene indispensabile rivalutare la professionalità docente in modo da migliorare l’efficacia educativa, così da averne una ricaduta sociale di qualità. «E’ necessario - sostiene Zammataro - oltre la rivalutazione economica, revisionare la parte normativa del contratto per una semplificazione delle norme che regolano il rapporto di lavoro per garantire maggiori certezze e riattivare l’opportunità di mobilità volontaria intercompartimentale a tutto il personale della scuola». E’ emerso il principio che, dati i molteplrici problemi della scuola di oggi, i docenti hanno maggiori responsabilità e più carichi di lavoro. Si è parlato, come del resto si evice in un documento firmato dai suddetti direttivi sindacali, di superare al più presto possibile il precariato sia docente che personale ata e quindi coprire tutti i posti vacanti. «Occorrono - hanno rilevato i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil, risorse per l’edilizia scolastica; è strano che in una città come Catania l’istituto "A. Doria" sia sfrattato dall’edificio. Su questi temi i sindacati confederali del comparto scuola assumono l’impegno di convocare le oltre cinqueceto Rsu e predisporre un piano di assemblee a garanzia del lavoro nelle scuole statali».

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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