IN UN VIDEOBLOG IL PEGGIO DELLA SCUOLA ITALIANA
Data: Luned́, 02 aprile 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


In un videoblog il peggio della scuola italiana.

Insegnanti frustrati che imitano Vasco, docenti sbeffeggiati dagli studenti,
 alunni che simulano sequestri e decapitazioni di ostaggi

Alessandro Sala Il Corriere della Sera del 31/3/2007

 

MILANO - Alla fine ci scappano anche cose di assoluto cattivo gusto, come la messa in scena della decapitazione di un ostaggio da parte di due ragazzi che con kefia cappucci in testa scimmiottano dei terroristi islamici. Ma lo spirito con cui è nato Scuolazoo.com, il videoblog lanciato da due studenti universitari - il bocconiano milanese Francesco Usetti e il padovano Paolo Nadai -, almeno in origine, era tutt'altro: mostrare i mali della scuola italiana con una sorta di giornalismo «dal basso». Fatto dagli studenti. Grazie ai telefonini cellulari. Quelli che ora il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, vorrebbe spegnere con un provvedimento di legge. Ma che stanno diventando sempre di più gli occhi di un grande fratello delle aule che affina sempre di più le sue tecniche e la sua capacità di penetrazione.

RIPRESE E MONTAGGIO - Nati come fenomeno spontaneo, con i primi filmati girati in maniera quasi casuale e poi postati su siti di condivisione di video come Youtube o di scambio di file come Emule, i video realizzati dagli studenti con i telefonini di ultima generazione stanno trasformandosi sempre più in veri e propri cortometraggi. Con riprese effettuate da diverse angolazioni con la partecipazione di più «cameramen», poi montate al computer con tanto di sottofondi musicali e titoli e didascalie in sovraimpressione. Come dimostrano proprio gli ultimi video postati su Scuolazoo, molti dei quali ripresi abitualmente anche da alcuni telegiornali nazionali.

«DEMOCRAZIA DIGITALE» - I fondatori del videoblog si godono il piccolo momento di celebrità e sono pronti anche ad accettare le critiche, come i commenti tutt'altro che positivi con cui il Tg5 ha introdotto un servizio dedicato alla messa on line video della decapitazione. Ma vanno comunque avanti per la loro strada. Ammettono di essersi chiesti, al momento del varo del sito, se fosse giusto mettere in rete filmati che in qualche modo screditano l'immagine della scuola italiana. Ma la risposta che si sono dati alla fine è stata inequivocabilmente: «sì». «Con la tecnologia - spiegano Francesco e Paolo dal loro spazio web - noi oggi possiamo far vedere veramente come vanno le cose, possiamo fare notizia dal basso, mostrare la realtà e mettervela nuda e cruda on line. Perchè quello che i nostri video mostrano è la verità, non quella che ci vogliono raccontare i giornalisti». All'insegna di quella che chiamano «democrazia digitale», quelli di Scuolazoo promettono che le cose «d'ora in avanti andranno così» e invitano gli studenti italiani ad armarsi di videofonino e a mobilitarsi: «Facciamo uscire il marcio che c'è dalla nostra scuola, filmiamolo e mettiamolo in rete, confrontiamoci e parliamone nei forum e nei blog».

GIU' I CALZONI AL PROF - Una dichiarazione di intenti e un appello che in molti sembrano avere già colto al volo. Le segnalazioni di link dove reperire i video non mancano e ogni giorno il sito propone almeno 4-5 nuovi filmati, con punte anche di una decina. Tra quelli più esilaranti, quello di uno studente universitario che risponde ad un'apparente chiamata urgente al telefonino e poi, congedandosi dal fantomatico interlocutore con un sonoro «arrivo subito!», si toglie camicia e pantaloni e abbandona l'aula vestito da Superman. O quello di un temerario ragazzo che, incurante delle possibile ripercussioni sul suo voto in condotta, arriva addirittura ad abbassare i pantaloni al prof che sta spiegando alla lavagna, lasciandolo in mutande.

LE VIDEODENUNCE - I video di denuncia non mancano. Come quello che mostra un prof addormentato durante gli esami di maturità. O come quello di un insegnante campano che dedica ben 6 minuti nel bel mezzo di una lezione per protestare in viva voce con il call center di un operatore telefonico pretendendo la restituzione di un credito di 1 euro e 70: alla fine il prof riesce nel suo intento e tra gli applausi annuncia ai suoi studenti, che nel frattempo avevano anche organizzato una colletta per rifondere di tasca propria il docente, di essere riuscito a far valere il suo diritto (che evidentemente vale più del diritto degli studenti di avere un prof che fa lezione; a questo punto ci si chiede se non tocchi al ministro Fioroni contattare il prof per chiedere la restituzione di un euro e 70 quale risarcimento per quei sei minuti di lezione passati al telefono ma regolarmente retribuiti in busta paga).

A CICLO CONTINUO - La produzione di video è a ciclo continuo e sembra difficile che Scuolazoo resti senza materiale. Gli ultimi video arrivati sono quelli di un ragazzo che entra a scuola in scooter sgommando tra banchi e corridoi e quello di un insegnante che per farsi ascoltare è costretto a spiegare stando in piedi su un banco. Da non perdere anche il professore un po' frustrato che canticchia, riadattandola con parole sue, «Un senso» di Vasco Rossi («Voglio trovare un senso a questi compiti anche se questi compiti un senso forse non ce l'hanno, voglio trovare un senso alla mia professione anche se la mia professione forse un senso non ce l'ha...»). E ancora gli scherzi, le pantomime, le simulazioni che i ragazzi improvvisati attori mettono in scena sapendo di essere ripresi dal compagno improvvisato cameramen. Insomma, una compilation del peggio di ciò che offre la scuola italiana oggi, da una parte e dall'altra della cattedra. Con buona pace del ministro e del suo invito a tenere i telefonini spenti.






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