POLONIA, I PROFESSORI GAY RISCHIANO IL LICENZIAMENTO
Data: Sabato, 24 marzo 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati


Polonia, giro di vite contro i prof gay: rischiano il licenziamento
di Alessandro Giuliani
Il disegno di legge presentato in questi giorni per prevenire e punire severamente "chi propaganda l'omosessualità e altre deviazioni sessuali nelle scuole". Per il viceministro dell'Istruzione, Miroslaw Orzechowski, "gli insegnanti che si dichiareranno omosessuali saranno licenziati dal lavoro. Certa gente non può lavorare con i bambini". Insorge l’opposizione: "affermazioni paragonabili a quelle di Hitler".
Chi fa l’insegnante non può avere preferenze sessuali diverse dalla maggior parte della popolazione: in particolare, un docente che si scopre essere omosessuale può essere licenziato in tronco senza se e senza ma.
Il ragionamento è contenuto in un disegno di legge presentato in questi giorni in Polonia per prevenire e punire severamente "chi propaganda l'omosessualità e altre deviazioni sessuali nelle scuole". Che non si tratti di una burla ma che, piuttosto, il Governo polacco faccia sul serio è dimostrato dalle parole pronunciate il 15 marzo dal viceministro dell'Istruzione, Miroslaw Orzechowski, durante un intervento a Radio Tok Fm: "Gli insegnanti che si dichiareranno omosessuali – ha detto il vice-responsabile dell’Istruzione in Polonia - saranno licenziati dal lavoro. Certa gente non può lavorare con i bambini".
Le dichiarazioni di Orzechowski hanno immediatamente alzato un muro di proteste, soprattutto dall'opposizione: "Sono affermazioni paragonabili a quelle di Hitler.
L'articolo 32 della Costituzione recita che nessuno può essere discriminato per alcun motivo nella vita politica, sociale o lavorativa", ha commentato il deputato di Alleanza democratica di sinistra (Sld), Waclaw Martyniuk.
Per il momento il premier polacco, Jaroslaw Kaczynski, non ha commentato le nuove dichiarazioni del viceministro, ma quelle dei giorni precedenti non fanno presagire clamorose prese di distanza. Subito dopo la pubblicazione del disegno di legge, il premier aveva, infatti, sostenuto che lo scopo della norma non è discriminare gli omosessuali, ma evitare che quel modello di vita sia propagandato nelle scuole.
"Tollerare l'omosessualità è una cosa – aveva detto il premier - sostenerla è tutt'altra. Presentare ai giovani studenti l'omosessualità come un modello di vita alternativo a quello normale, non può essere accettato".
Al di là di come si dipanerà la questione, è un dato di fatto che a distanza di quasi tre anni dal suo accoglimento nell’Unione Europea, la Polonia rimane legata a radici e convinzioni culturali decisamente tradizionali: almeno per quanto riguarda il mondo della scuola, in Europa la strada che porta ad una linea comune rimane decisamente in salita.










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