IL DECRETO DEL MINISTRO FIORONI - Primo giorno senza telefonini in classe c’è chi si adegua e chi parla di «oscurantismo»
Data: Sabato, 17 marzo 2007 ore 18:19:47 CET
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Prima giornata senza cellulari in classe, o quasi. Il giorno dopo la circolare del ministro Fioroni che detta le regole sull’uso dei telefonini in classe e prevede punizioni severe per gli indisciplinati c’è chi, tra gli studenti, protesta per le misure giudicate «troppo restrittive» e chi festeggia «perchè finalmente saremo tutti a pari merito davanti alla versione di greco o al compito di matematica». Perchè è anche questo l’uso che gli studenti fanno dei cellulari in classe: davanti al compito, chiamano casa per farsi aiutare o si connettono a internet e copiano. «Troppo facile - spiega Giovanni, studente di liceo classico a Milano - trovare la versione di Catullo su internet mentre chi sta ai primi banchi, sotto gli occhi del professore, può usare solo il vocabolario». Ma a fronte di chi accetta di separarsi dal cellulare sperando in una svolta meritocratica, ci sono i "durì antiproibizionisti". «Vietare è sempre diseducativo - dice Francesco, studente di Roma - all’interno di ogni classe gli insegnanti hanno il compito di educare, attraverso il dialogo, i ragazzi a non assumere comportamenti scorretti: un provvedimento nazionale da parte del ministro mi sembra eccessivo». È di diverso avviso Chiara, coordinatrice dell’Unione degli studenti di Milano, secondo la quale «è positivo prevedere regole nell’uso dei cellulari in classe soprattutto dopo i casi di bullismo che si sono verificati in molte scuole italiane. Più che provvedimenti sanzionatori, però - aggiunge - sarebbe opportuno avviare campagne di sensibilizzazione contro la violenza in classe». Poi ci sono gli insoddisfatti perenni: «Non usare i cellulari in classe mi sembra una buona pratica - dichiara Giuseppe, coordinatore dell’Unione studenti di Roma - ma ci sono problematiche ben più rilevanti su cui intervenire ». La pensa allo stesso modo anche il professor Sergio Ciucci, che all’istituto tecnico di Foligno introdusse il compito in classe via sms e un concorso di poesia con i messaggini. Il divieto di Fioroni per il professore è «oscurantismo culturale». «Come quando andavo a scuola io - dice Ciucci - e veniva vietato l’utilizzo della "biro" a favore della penna ad inchiostro». E, dunque, mentre gli studenti e le scuole si attrezzano per adeguarsi ai diktat del ministro Fioroni, anche con scatole improvvisate per contenere cellulari e ipod che già da stamattina sono comparse sulle cattedre, le polemiche non si placano.

(da www.lasicilia.it)







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