DUECENTO GRUPPI FORSE AL SERVIZIO DEI CREATORI DI ANTI-SPAM Su internet epidemia di e-mail spazzatura: 2 su 3 da buttare
Data: Martedì, 13 marzo 2007 ore 01:33:32 CET
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Sessantuno miliardi di messaggi spam al giorno in giro per l’Europa, quasi il 90% del totale delle e mail scambiate, con costi che sfiorano i 39 miliardi di euro l’anno. Il fenomeno della posta indesiderata si allarga a macchia d’olio, in pratica 2 messaggi su 3 sono da buttare. Una vera e propria epidemia, tanto che nel gennaio scorso il tasso di spam, la cui media è del 66%, ha superato il 72%, facendo impennare i costi in termini di rallentamento della rete e di perdita di produttività, perché per fare pulizia occorrono almeno 15 minuti al giorno. È questo il risultato di un’indagine condotta dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr, coordinati da Stefano Ruberti. Delle 2.846.282 e-mail ricevute, il sistema ne ha classificate come pulite 970.000 (34%); ben 1.876.511 erano invece spam o virus. Inoltre 732.000 messaggi sono stati respinti dai sistemi di controllo che identificano indirizzi noti come mittenti di spamming. Infine, 25.477 e-mail sono state classificate come virus. La maggior parte dei messaggi tende a dirottare gli utenti su pagine web fasulle, che ricordano quelle di banche o portali per l’acquisto di prodotti online al fine di carpire password e codici di autenticazione: il cosiddetto phishing. I danni ricadono anche sull’efficienza: basti pensare che il server dell’Istituto ha impiegato oltre 1.315 ore per identificare gli spam. Nel frattempo le tecniche stanno diventando più raffinate; l’ultimo nato è l’image spam: i messaggi non contengono testo, ma immagini digitali, più difficili da analizzare. Dietro i messaggi spazzatura ci sono circa 200 gruppi con 600 persone, moltissimi giovani, che producono l’80% del traffico mondiale; per la maggior parte vivono negli Stati Uniti (come Jeremy Jaynes, 33 anni, arrestato, condannato a 9 anni di carcere dopo avere accumulato 24 milioni di dollari), ma stanno avanzando anche nell’Estremo Oriente. «È sufficiente che pochi destinatari abbocchino, poiché i costi sono prossimi allo zero - conclude Ruberti - l’obiettivo è mettere in ginocchio i sistemi di posta e non è escluso che chi propone a pagamento sistemi antispam, abbia contribuito alla sua diffusione: un sistema già sospettato nella prima, massiccia ondata di virus per computer».

SABINA LICCI (da www.lasicilia.it)







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