La scuola sciopera il 16 aprile - ''Da quindici mesi senza contratto''
Data: Lunedì, 12 marzo 2007 ore 19:30:40 CET
Argomento: Rassegna stampa



La scuola si ferma il prossimo 16 aprile. Il contratto è scaduto da 15 mesi e il potere d'acquisto delle retribuzioni di insegnanti e Ata (amministrativi tecnici e ausiliari) in un anno e mezzo secondo i sindacati di categoria è calato a livelli non più tollerabili. Dopo gli avvertimenti lanciati nei giorni scorsi al governo dalle parti sociali stamattina a viale Trastevere si è svolto il tentativo di concializione che è fallito. Così Flc Cgil, Cisl e Uil scuola hanno proclamato una giornata di mobilitazione per tutto il personale della scuola.
Le richieste. Le rivendicazioni dei rappresentanti di categoria non si limitano al rinnovo del contratto, che comunque rappresenta un tassello importante visto che gli stipendi degli insegnanti sono i più bassi di tutti gli altri dipendenti pubblici. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al governo 'un confronto sul Memorandum sulla scuola per rilanciare il ruolo centrale della scuola pubblica per lo sviluppo e la coesione del Paese', 'l'apertura del tavolo contrattuale' e 'risorse certe finalizzate alla valorizzazione del personale docente e Ata'. Ma su questi temi l'esecutivo ha fatto orecchio da mercante.
I commenti. Secondo Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola 'gli insegnanti e tutto il personale che lavora a scuola hanno buone ragioni per protestare e per avere la solidarietà e l'appoggio dei cittadini alle loro rivendicazioni'. "Deve essere riconosciuto e valorizzato l'impegno e il lavoro di chi ogni giorno garantisce una scuola pubblica di qualità perché i lavoratori della scuola svolgono la loro attività tra tante difficoltà e poche risorse finanziarie", spiega Di Menna che aggiunge: "Con un contratto scaduto nel 2005, dopo 15 mesi di ritardo, non c'è più tempo da perdere. In Italia - ricorda Di Menna - si spende poco per l'Istruzione, 4,8% in rapporto al Pil, mentre la media Ocse è del 6,1%. A ciò si aggiunge come riportato dall'Istat, che l'incidenza della spesa per l'istruzione sulla spesa pubblica totale si è ridotta, in sedici anni dal 10,3% del 1990 al 9,7% del 2005. L'istruzione, il sapere, la scuola vanno considerati come settori di investimento". Ma non è tutto. "Le scuole vivono una situazione dura e difficile in ordine ad una serie di problemi che la mobilitazione vuole portare alla luce per farne oggetto di denuncia e di rivendicazione", incalza Enrico Panini, leader della Flc Cgil: 'il taglio drammatico agli organici del personale, destinato a peggiorare la qualità dell'offerta formativa e le condizioni di ordinario esercizio della professionalità docente e ata; la mancanza di ingenti risorse che consentano da un lato il ripianamento dei debiti contratti dalle scuole per il pagamento delle supplenze e dall'altro lo stesso conferimento delle supplenze e lo steso normale funzionamento delle scuole (fondi per la TARSU e l'autonomia) e l'inaccettabile sordità sulle immissioni in ruolo dei precari e in modo particolare del personale Ata'.

SALVO INTRAVAIA (da www.repubblica.it)







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