LA BASTICO: IL PIANO DI 150MILA ASSUNZIONI E' SERIO, REALISTICO E ATTUABILE
Data: Luned́, 12 marzo 2007 ore 09:40:43 CET
Argomento: Comunicati



Triplicati in dieci anni, oggi sono 189mila. Allarme dei sindacati

Scuola, è precario un prof su cinque.

Così "si sbarca il lunario" tra incarichi di pochi mesi
 È emergenza: pronto il piano per assumerne 150 mila in 3 anni
 Il viceministro "Frutto delle scelte sbagliate del vecchio governo:
 tagli agli organici e boom di pensionamenti"

Salvo Intravaia,  la Repubblica, 12/3/2007

 

ROMA - La scuola italiana è sempre più precaria. Il numero di supplenti che giornalmente lavorano gomito a gomito con ‘i più fortunati´ colleghi di ruolo è diventato enorme: dagli 8 su 100 di una decina di anni fa si è passati al 20 per cento. Ma col piano di assunzioni voluto fortemente dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, dal prossimo anno le cose dovrebbero cambiare. Il dato è stato appena raccolto dagli uffici del ministero della Pubblica istruzione e dà conto, per la prima volta, di quanti sono realmente gli insegnanti precari che siedono in cattedra: quelli che gli alunni seguono per un anno solo e poi non rivedono più.

I 189mila supplenti conteggiati alla data del 19 gennaio scorso potrebbero sembrare tanti rispetto alle statistiche ufficiali pubblicate da viale Trastevere negli anni precedenti. Ma per i preziosi gregari della scuola il ministero opera un conteggio sulla base delle cattedre: se su uno stesso posto lavorano due prof per tutto l´anno - nove ore a testa - ne compare uno solo. E nessuno ha mai saputo quanti supplenti lavorano affettivamente a scuola. «E´ una situazione preoccupante e speriamo che dal prossimo anno la tendenza si inverta», commenta Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola che aggiunge: «Questo alto tasso di precarietà determina continui spostamenti di insegnanti da una scuola all´altra che creano disservizi per gli alunni: la continuità didattica in questi anni si è fortemente abbassata. Penso che in un paese normale si dovrebbe assicurare un minimo di stabilità sia agli insegnanti sia agli alunni». Il mondo dei precari è decisamente complesso.

I più fortunati possono contare su una ‘cattedra annuale´ con stipendio assicurato fino al 31 agosto. Seguono i ‘supplenti fino al termine delle attività didattiche´ che dopo il 30 giugno per sbarcare il lunario devono inventarsi altre cose. E coloro che devono accontentarsi di uno ‘spezzone´: solo qualche ora a settimana con relativo stipendio dimezzato. «Purtroppo - continua Di Menna - la situazione psicologica dei precari della scuola è parecchio negativa. Anche perché l´incertezza del lavoro si imbatte su fasce d´età ormai avanzate». Infatti, l´età media dei supplenti supera i 40 anni. Ma quali sono le speranze di uscire dall´empasse? «I dati confermano che quella del precariato è una emergenza per il sistema scolastico italiano. Per questo il governo ha varato un piano di 150mila assunzioni in tre anni che di fronte a questi numeri risulta serio, realistico e attuabile», dichiara il vice ministro della Pubblica istruzione, Mariangela Bastico, che chiarisce: «Per le immissioni in ruolo, la nostra attenzione si focalizza sui posti vacanti che a settembre saranno 82mila circa». Ma com´è possibile che il numero dei precari dietro la cattedra in pochi anni sia aumentato tanto? «È il frutto delle scelte del precedente governo: tagli agli organici, immissioni in ruolo col contagocce e boom di pensionamenti», spiega la Bastico. In effetti i tagli agli organici (di diritto) non hanno prodotto i risparmi desiderati dalla coppia Moratti-Tremonti perché in un decennio il numero degli alunni è cresciuto di 137 mila unità.

Secondo i dati relativi all´anno 2005/2006 il maggiore tasso di precariato si registra nelle scuole superiori ma la vera anomalia è quella degli insegnanti di sostegno dove un docente su due (il 47 per cento) è a tempo determinato. ‘Una doppia ingiustizia´ commenta il vice ministro che punta sulla stabilizzazione dell´80 per cento dei supplenti. «Contiamo di farlo il prossimo anno - spiega la Bastico - perché non è possibile che proprio gli alunni più deboli paghino il prezzo più alto». Una buona notizia per circa 30mila supplenti di sostegno che fra non molto potrebbero realizzare il sogno della cattedra fissa.







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