Nei giorni scorsi l’ufficio scolastico regionale ha
diffuso la ripartizione dei posti sull’organico di diritto
nelle scuole di ogni ordine e grado in tutte le province
siciliane. Per quanto concerne Catania, nel settore
dell’infanzia dovrebbero essere confermati i
1.706 posti sull’organico di fatto relativi all’anno scolastico
in corso. Per quanto riguarda invece la scuola
primaria, attualmente i posti sono 4751, mentre
per il prossimo anno le previsioni ne indicano 4634,
con una perdita di 117 cattedre. Da considerare che
vi è una diminuzione di 626 alunni rispetto al decorso
anno scolastico, diminuzioni di iscritti anche
nella scuola secondaria di primo grado, dove dai
40.654 frequentanti di quest’anno, per
l’anno scolastico 2007-2008 la previsione
ne indica 39.702, 952 in meno.
I posti nell’organico, con la riduzione
dello 0,4 per cento, sono 4634,
mentre nel 2006-2007 le cattedre assegnate
sono state 4751, una diminuzione
quindi di 69 cattedre; perdita di
cattedre anche nella scuola secondaria
di secondo grado, da 5506 dell’anno
scolastico 2006-2007, si passa a 5394,
cioè 112 cattedre in meno. Per il sostegno,
i posti disponibili sono 1187. C’è
da dire che per quanto riguarda il sostegno
il prossimo anno conseguiranno
il titolo moltissimi docenti, che
stanno ultimando i corsi sia in Sicilia,
sia a Venezia, dove stanno frequentando,
con lezioni on line, moltissimi
insegnanti siciliani, di questi un’alta
percentuale è catanese. Insomma per
il sostegno, la situazione nel giro di
qualche anno si dovrebbe normalizzare, per cui
tutti gli insegnanti di sostegno avranno il titolo
specifico. A tal proposito c’è da dire che nell’anno
scolastico in corso oltre 500 posti sono stati assegnati
a docenti inclusi nelle graduatorie di istituto di
materie comuni.
Intanto, il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale
Raffaele Zanoli nei giorni scorsi ha convocato
le organizzazioni sindacali della scuola per affrontare
gli organici di tutti i segmenti scolastici. Zanoli
ha definito l’organico di diritto della scuola
primaria (ex scuola elementare) per l’anno scolastico
2007-2008. Il provveditore ha recuperato in detto
settore 24 cattedre, per cui allo stato attuale vi è
un taglio certo di 93 posti. Tutto questo, in applicazione
della recente finanziaria che ha previsto l’aumento
dello 0,4 per cento del rapporto alunni-classe.
Per quanto concerne i successivi incontri tra Zanoli
e le organizzazioni sindacali sulla scuola secondaria
di primo e di secondo grado, allo stato attuale
i tagli sono di 69 cattedre, nell’ex scuola media, di
112 nel secondo grado, almeno che Zanoli non recuperi
cattedre come ha fatto per la scuola primaria.
Il segretario provinciale dello Snals, prof. Giovanni
Tempera, denuncia detti tagli che, a suo avviso,
«non depongono a favore di un miglioramento
della qualità del servizio formativo nella nostra
provincia.
Infatti non è accettabile subire
passivamente tale situazione, lo Snals è impegnato affinché la direzione
regionale scolastica si adoperi per
recuperare tutti i posti a livello nazionale
». Sulla stessa scia è la Cisl
scuola, che in comunicato rileva che «i
dati sono pesanti e inaccettabili. Si
perdono 298 posti; 98 per la scuola
primaria. Riteniamo che i tagli vadano
contro il diritto allo studio degli alunni,
penalizzino fortemente i lavoratori
e non garantiscano i livelli occupazionali.
Il sistema scolastico non si
governa con la scure, ma ha invece
urgente bisogno di un forte cambiamento
di rotta, che risolva i numerosi
problemi che attanagliano il sistema
(abbandono e integrazione scolastica
innanzitutto)».
La prof. Concetta Cavallaro, coordinatrice
della Gilda, rileva che «è paradossale
che mentre in Italia si invoca da ogni parte
un ruolo più incisivo della scuola per arginare il bullismo,
il governo operi una drastica riduzione degli
organici che, oltre alle pesanti ripercussioni occupazionali,
aggraverà i problemi già esistenti». Il segretario
provinciale dell’Uil Scuola Sandro Zammataro
sostiene che «la provincia etnea è stata ancor più penalizzata
nonostante un aumento di alunni negli
istituti di 2° grado. A scuola non si può agire in termini
ragioneristici, poiché il diritto allo studio, l’offerta
formativa e l’integrazione degli alunni diversabili
contrastano con i freddi numeri del rapporto
percentuale alunni-classi».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)