Violenza sulle donne. Dalla Provincia un progetto pilota di educazione scolastica
Data: Sabato, 03 marzo 2007 ore 01:02:21 CET
Argomento: Rassegna stampa


Nelle maggior parte delle persone manca una adeguata preparazione ad affrontare le proprie emozioni. L’assenza di una educazione affettiva è la principale causa delle violenze (fisica, sessuale, economica, psicologica) contro le donne e i più deboli. La mancanza di un percorso che canalizzi l’emotività può provocare insensibilità sociale e forme di aggressività, che si manifestano negli scontri allo stadio, in famiglia, nei posti di lavoro, a scuola. Per eliminare alle radici il problema occorre cominciare dall’educazione scolastica. Per questa ragione l’assessorato provinciale alle Politiche scolastiche, guidato da Margherita Ferro, ha avviato in otto Istituti del catanese un progetto pilota, denominato "Sembrava fosse amore, invece…", che l’anno prossimo sarà esteso a tutte le scuole superiori allo scopo di prevenire gli effetti distorti provocati da secolari processi culturali, che diffondono relazioni violente e sessiste.

Il progetto educativo è stato elaborato in collaborazione con l’associazione Thamaia, che da anni offre un sostegno alla vittime di violenza, attraverso un centro ascolto telefonico (095 7223990 da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 13) che riceve richieste di aiuto. «Le recenti cronache sul bullismo dimostrano che nelle nostre scuole occorre una inversione di rotta. I giovani hanno bisogno di riflettere sulle motivazioni della violenza. Occorrono delle regole. Nel progetto pilota avviato dall’Amministrazione Lombardo ho cercato il coinvolgimento dei genitori e il sostegno del corpo docente. Una collaborazione integrata tra famiglie, scuola, istituzioni pone il preventivo riconoscimento delle situazioni di rischio».

Così ha detto l’assessore Ferro ai presidi degli Istituti superiori del territorio etneo che hanno aderito al progetto e che si sono riuniti nella sala conferenze del Centro direzionale Nuovaluce per un incontro con la psicologa Carmen Bosco. Ai presidi è stato distribuito un questionario per sapere se nella programmazione didattica è prevista l’educazione sessuale, se esistono sportelli informativi, se si sono verificati episodi di violenza all’interno dell’istituto scolastico e gli interventi effettuati.

«La vera prevenzione delle violenze contro i soggetti deboli sta nel riconoscere le proprie emozioni. Occorre un programma di socializzazione per canalizzare le prime esperienze sentimentali degli adolescenti – ha affermato la Bosco, che, assieme alle operatrici Thamaia Irene Fiorini, Rosaria Gravano, Alessandra Patanè, Debora Castellano, ha delineato i percorsi di prevenzione al fenomeno della violenza di genere: conferenze nelle scuole e distribuzione di questionari agli studenti per far prendere loro coscienza su cosa fare se si ci trova di fronte a una situazione di violenza e suggerire strumenti di primo intervento.

(da www.lasicilia.it)







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