Quando la segreteria del liceo classico Cutelli le
ha comunicato che sua figlia non avrebbe usufruito
del contributo per partecipare all’abituale
gita d’istruzione è rimasta di sasso. Ogni anno,
da quatto anni, a causa del suo basso reddito,
aveva sempre potuto contare su questo aiuto per
non privare la ragazza di quest’importante esperienza.
Cos’era successo all’improvviso?
La signora Loredana Consoli, madre di due
ragazze - che mantiene con il proprio lavoro di
dipendente di una ditta privata - ha cercato di
capirne di più, a tutela del legittimo desiderio
della figlia e della corretta gestione dei soldi
pubblici. E’ la Regione, infatti, che eroga i fondi a
sostegno delle famiglie che non possono sostenere
questa spesa e, per il Cutelli, quest’anno ha
stanziato 10.000 euro. Il consiglio d’istituto, poi,
ha deciso di farsi carico del costo totale del viaggio
per i ragazzi le cui famiglie dichiarano un
reddito Isee da zero a 4.999 euro, di dare un contributo
del 70% a quanti hanno un reddito tra i
5001 e gli 8.999 euro, e di sostenere la metà del
costo del viaggio per quanti dichiarano dai 9001
euro ai 12.500, tetto massimo fissato dalla Regione.
La signora Consoli dichiara un reddito annuale
di 8.604 euro, un reddito basso, non dissimile
da quello degli anni precedenti quando sua figlia
aveva ottenuto il 100% del contributo per la
gita d’istruzione. La segreteria della scuola le
ha spiegato che quest’anno ben 25 famiglie hanno
dichiarato un reddito da zero a 4.999 euro,
esaurendo la somma messa a disposizione dalla
Regione e che, comunque, sua figlia si è piazzata
solo al 51° posto. Né le è stato possibile, nel
rispetto della privacy, vedere la graduatoria e le
singole posizioni. E del resto, come le è stato detto,
la scuola non fa indagini, ma deve limitarsi a
prendere atto delle dichiarazioni delle famiglie
ed è sulla base di queste che viene fatta la graduatoria.
Mentre gli amministratori parlavano, motivandole
l’esclusione, la signora Consoli vedeva la
propria figlia, addolorata per non potere andare
con i compagni a Barcellona. Lei i 495 euro per il
viaggio non li ha, non può darglieli. E nello stesso
tempo vedeva le grosse moto degli studenti
del Cutelli, le macchinette che i genitori si sono
affrettati a regalare ai figli ancora minorenni, i
capi firmati con cui i ragazzi vanno a scuola e poi
le mamme a colloquio con i docenti, eleganti come
ad una sfilata di moda. E alla tristezza si è aggiunta
la rabbia, «perché il Cutelli è frequentato
soprattutto da figli di professionisti e perché
non riesco a capire come si possa dichiarare un
reddito da zero a 4.000 euro, a meno che non si
finga che il figlio risieda dalla nonna indigente o
cose del genere». Per questo, per i cittadini che
come lei pagano le tasse, per chi ha diritto al sostegno
pubblico e ne è privato per la disonestà di
chi ne abusa pur non avendone bisogno, per
tutto questo è andata alla Guardia di Finanza e
ha fatto denuncia. «Per conoscere la verità».
Siamo sicuri che lo Stato, e chi lo rappresenta,
saprà darle una risposta, e in tempi rapidi, come
merita un cittadino per bene, un cittadino che rispetta
le leggi e fa la sua parte perché anche gli
altri le rispettino. E ci piace pensare che la ragazza
faccia ancora in tempo ad andare in gita scolastica
con i suoi compagni, il 25 marzo.
PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)