Violenza sui minori. Dopo la supplente e il vigilante di Milano un altro caso choc a Roma: Maestra costringe autistico a leccare la pipì
Data: Giovedì, 01 marzo 2007 ore 18:48:59 CET
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Non accade solo a Milano che i bambini subiscano violenze e vessazioni da insegnanti e da vigilantes. Dopo il caso della maestra che ha tagliato la lingua dell’alunno chiacchierone e quello della guardia giurata che in biblioteca ha puntato la pistola alla tempia di un bimbo rumoroso, da Roma arriva il caso choc di una insegnante di sostegno che ha costretto un disabile a leccare sul pavimento della classe la pipì che non riusciva a trattenere per il nervosismo.

Della vicenda si è discusso nei giorni scorsi in Procura a Roma, dove il pm Nunzia D’Elia ha chiesto il rinvio a giudizio di una insegnante di sostegno, Pamela Russo, 29 anni, laureata in psicologia, per violenza privata e abuso dei mezzi di correzioni. L’episodio sarebbe avvenuto il 25 febbraio 2004 nell’esclusivo istituto Villa Flaminia e a subirlo sarebbe stato Marco, 7 anni, affetto da autismo.

Da alcuni mesi, la mamma del piccolo, su consiglio della scuola, aveva affiancato un’insegnante di sostegno alla maestra del «Villa Flaminia», per meglio seguire il figlio durante l’orario scolastico. Era stata scelta la dotteressa Pamela Rossi, che veniva pagata duemila euro al mese dalla famiglia del bambino, in aggiunta alla retta scolastica.

La mamma di Marco, tuttavia, aveva notato che proprio dal momento dell’assunzione dell’insegnante il carattere del figlio era cambiato in peggio: si rifiutava di andare a scuola e aveva cominciato a farsi la pipì addosso, cosa che in precedenza non era mai accaduta. Fino a che, il 25 febbraio 2004, la mamma decise di infilare un registratore nello zainetto del bambino, per capire cosa avveniva a scuola. Ascoltando la registrazione, la signora scoprì che il figlio non veniva tenuto in classe con gli altri alunni, ma in un’aula a parte, in compagnia dell’insegnante di sostegno, che per tutto il tempo preparava un proprio esame di specializzazione e redarguiva violentemente il bambino ogni volta che questi si faceva sentire.

In una di queste occasioni, Marco non riuscì a trattenere la pipì e il registratore ha documentato come l’insegnante lo minacciò di fargliela leccare e poi passò alle vie di fatto, costringendolo col viso sul pavimento: «Adesso te l’ho fatta leccare, la prossima volta te la faccio bere», si sente sul registratore. I

noltre, in un’altra occasione l’insegnante avrebbe costretto Marco a infilare la testa nel water. Nei prossimi giorni sarà fissata l’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio.

Il caso del vigilante di Milano è accaduto il 3 febbraio 2004; il processo è in corso ed è prevista una nuova udienza a maggio. L’episodio avvenne nella biblioteca comunale di via San Paolino, alla periferia di Milano. Una guardia giurata, infastidita da un undicenne che faceva troppo rumore vicino alla macchinetta delle bibite, gli avrebbe puntato alla tempia la pistola intimandogli di smetterla. Il vigilante fu denunciato, gli venne tolta l’arma e fu sostituito dalla società a cui era appaltato il servizio.

(da www.lasicilia.it)







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