I più violenti e i più incontrollabili d’Europa:
sono gli adolescenti britannici a
detenere questo triste primato, malgrado
i milioni di sterline spesi negli ultimi
anni dal governo Blair per cercare di tenerli
a freno, per tentare di inculcare nelle
loro menti la misura del lecito. Tutto
inutile: i ragazzi del Regno Unito sono
quelli che si drogano e si ubriacano di più
e vivono l’esperienza del sesso molto
prima dei loro coetanei d’Oltremanica.
Ma, come sottolinea un’inchiesta condotta
dal quotidiano Guardian, «il fatto
più inquietante è che i genitori non sono
al corrente delle pessime abitudini dei figli
». Dal 2003 la criminalità giovanile
nella sola Londra è raddoppiata, mentre
a Manchester (che ormai è stata soprannominata
Gunchester) è addirittura triplicata.
Le città sono attraversate da una furia
incontrollabile che non risparmia le
scuole, un tempo vanto della società britannica
per il suo rigore e la sua serietà.
Le denunce arrivano da un’associazione
di insegnanti, il «Teacher support
network», che lamenta continue aggressioni
fisiche e verbali da parte degli studenti.
E i numeri sono da brivido: «Il 50%
dei professori è stato aggredito fisicamente,
o con armi; il 90% ha subito insulti.
Il 37% dei 433 docenti interrogati hanno
affermato di essere stati obbligati a
non andare al lavoro a causa di ferite,
stress e depressione».
La polizia a sua volta ha segnalato casi
di tentativi di strangolamento, di arti
schiacciati nelle porte, di insegnanti feriti
con forbici o graffiati con le unghie. E
ancora: molti hanno subito sfregi alle
auto, ai libri, agli abiti.
Per tale motivo il «Teacher support
network» ha sollecitato più volte le istituzioni
chiedendone l’intervento per attuare
misure preventive, ma anche e soprattutto
invocando «chiare e tangibili
sanzioni per impedire simili condotte
violente».
Del resto, è sufficiente osservare i numeri
resi pubblici da Scotland Yard per
avere la dimensione della gravità del fenomeno:
quattro anni fa, la polizia ha effettuato
31 arresti di minori per possesso
d’arma da fuoco; lo scorso anno gli arrestati
sono saliti 76. Ed è così che il premier
britannico Toni Blair finisce sul banco
degli imputati, dato che più dell’80
per cento della popolazione di Sua Maestà
gli addebita il fallimento della politica
sui giovani, sostenendo soprattutto
di non aver saputo garantire loro un futuro
sicuro.
Un quadro drammatico, con sacche di
malessere che si concentrano in aree urbane
tristemente note da tempo. E’ il caso
di Peckham, quartiere a sud di Londra,
dove all’inizio di febbraio si sono contati
quattro morti ammazzati. Tre di questi
erano adolescenti: due sono stati uccisi a
colpi di pistola in casa e uno, Michael Dosummu,
di 15 anni, addirittura nel suo
letto mentre dormiva.
«A nulla – sottolineano sociologi e osservatori
– sono serviti i 290 milioni di
sterline spesi da Blair per rigenerare
Peckham, una delle zone più pericolose
di Londra, nota anche per l’omicidio avvenuto
sette anni fa di Damilola Taylor,
un bimbo di 10 anni ucciso da due teenagers
mentre tornava a casa da scuola».
A Peckham i ragazzi escono di casa
con il giubbotto antiproiettile come se
andassero alla guerra; molti sono armati
e nascondono la pistola dentro i pantaloni
per poi consegnarla alle compagne,
meno sospette, che le custodiscono per
loro in cambio di soldi e droga.
«Sono ragazzine tra i 13 e i 15 anni –
spiegano le responsabili di Mothers
against guns, un’associazione che raccoglie
un centinaio di madri del sud di
Londra –. I criminali armati di pistola
non sono mai spariti da Peckham, anzi la
loro età si abbassa sempre di più. Ecco
perché è necessario che il Parlamento
intervenga per impedire la commercializzazione
anche delle armi giocattolo.
L’anno scorso due scuole della zona sono
state chiuse per paura di atti di violenza
da parte delle gang del quartiere, dopo
una sparatoria in una discoteca con un
morto e due feriti gravi».
«I nostri ragazzi hanno paura di andare
a scuola, i genitori di mandarli. E adesso
non si è più sicuri neanche al riparo
delle mura domestiche. Il governo ha sanato
la piaga degli hooligans negli stadi,
ma la violenza si è trasferita nelle strade,
dove ormai dilaga incontrollata. In Europa,
si è fatto tanto parlare del "modello
britannico" ma si è solo guardato a un lato
della medaglia: appunto, quello degli
stadi. La realtà è ben altra e parla di città
nelle mani di bande di giovanissimi violenti
e senza scrupoli. Pronti a far fuoco
per rapinare o, peggio, per uccidere».
E Tony Blair? Il premier dice d’avere
già la sua ricetta per fronteggiare i ragazzi-
pistoleri: «Il Codice prevede cinque
anni di carcere per chi viene trovato in
possesso di un’arma da fuoco; abbassiamo
da 21 a 17 anni il limite di età per la
condanna».
AL. DIM. (da www.lasicilia.it)