E' CADUTO IL GOVERNO PRODI, E ADESSO?
Data: Mercoledì, 21 febbraio 2007 ore 21:03:03 CET
Argomento: Comunicati


Il premier al Colle a colloquio con il presidente Napolitano per 25 minuti
Prodi si è dimesso, domani le consultazioni
La decisione dopo il voto al Senato, seguito da vertice di maggioranza e consiglio dei ministri

D'Alema tra i ministri Chiti, Mastella e Turco, sconfitto al Senato (Ansa)
ROMA - Alla fine sono arrivate le dimissioni. E dopo 281 giorni cala il sipario sul governo Prodi. L'esecutivo è inciampato sulla politica estera: la mozione sul discorso di D'Alema non è passata al Senato (decisivo il voto dei dissidenti Rossi e Turigliatto e quello di alcuni senatori a vita). Dopo la bocciatura, seguita da un vertice di maggioranza e da un consiglio dei ministri, Romano Prodi ha rimesso il mandato al Quirinale. Il presidente Napolitano, rientrato in tutta fretta a Roma da Bologna, ha accettato dopo un colloquio di 25 minuti le dimissioni del premier e da giovedì alle 10,30 avvierà le consultazioni.

«VOTO DI FIDUCIA» - L'esecutivo ha fatto dunque quadrato intorno al ministro D'Alema che alla vigilia del voto aveva annunciato: «Senza maggioranza non c'è più governo». Anche se oggi l'ex presidente Cossiga (l'unico senatore a vita ad aver votato contro) ha ricordato che «per la Costituzione, il governo non ha il dovere di dimettersi perché le dimissioni ci sono solo su un voto di fiducia». E un voto di fiducia era stato invocato nel pomeriggio dai comunisti Diliberto (Pdci) e Giordano (Prc) per uscire dall'impasse, perché «il governo deve continuare». Così pure l'ex senatore del Pdci, Fernando Rossi, che non ha votato la mozione di politica estera del governo a Palazzo Madama.

SOSTEGNO DALL'ULIVO - Anche dall'Ulivo arriva la conferma della piena fiducia al Governo Prodi. Lo ha detto il capogruppo alla Camera Dario Franceschini lasciando Palazzo Chigi dove si è svolta una riunione del gruppo mentre il presidente del Consiglio Romano Prodi si recava al Quirinale. «Siamo consapevoli della difficoltà della situazione - ha detto Franceschini, che era accompagnato da Marina Sereni - ma siamo pronti a riconfermare la piena fiducia al Governo Prodi. Ci auguriamo che le consultazioni servano ad un chiarimento profondo per superare non solo un nuovo ed eventuale voto di fiducia ma perché il Governo abbia una maggioranza che lo sostenga convintamente».


BINDI: «MALEDETTA LEGGE ELETTORALE» -  «Maledetta legge elettorale... questo è il primo pensiero che mi viene in mente». Il ministro per la Famiglia Rosy Bindi non ha nascosto la delusione per il voto del Senato sulla politica estera. «Non c'erano i motivi e le condizioni per votare così - ha aggiunto la Bindi riferendosi ai senatori "dissidenti" della maggioranza - si sono presi una gravissima responsabilità nei confronti del Paese».
MASTELLA: LA MAGGIORANZA C'E' - «Al Senato è successo qualcosa di più di uno scivolone, ma in quest'Aula il governo la maggioranza ce l'ha» aveva ribadito nell'Aula della Camera il ministro della Giustizia Clemente Mastella rispondendo alle contestazioni di An che considerava il governo non legittimato a rispondere oggi al question time dopo che è stato battuto a Palazzo Madama. «Costituzionalmente fino a quando un governo rimane in piedi, o perchè ancora non ci sono le dimissioni o perchè opera anche solo sul piano dell'ordinaria amministrazione, ci sono comunque atti neutri», come le risposte alle interrogazioni, aveva precisato il ministro.
21 febbraio 2007






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